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Autore Discussione: ARIANNA FINOS. Keanu Reeves: "Hollywood mi ha punito ma sono pronto per la...  (Letto 2100 volte)
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« inserito:: Gennaio 05, 2015, 04:47:47 pm »

Keanu Reeves: "Hollywood mi ha punito ma sono pronto per la rivincita"
di ARIANNA FINOS
   
Pubblicato il 03 gennaio 2015
Aggiornato il 03 gennaio 2015

Vita tempestosa, scelte sbagliate, emarginato dagli Studios. Ora l'attore rinasce da protagonista in "John Wick": è un ex killer che torna a uccidere per vendetta. Variety: "È di nuovo una star da blockbuster"

ROMA - La resurrezione di Keanu Reeves, l'ottimo thriller John Wick, è affidata alla sua controfigura in Matrix. Si chiama Chad Stahelski e con il sodale David Leitch debutta alla regia dopo una vita da stuntman. "Con Chad siamo amici dai tempi del set dei Wachowski. Quando mi è arrivata sul tavolo la sceneggiatura ho capito che era il loro momento. Mi sono fatto produttore esecutivo per aiutarli".

In sala il 22 gennaio il nuovo film della star di Matrix qui diretta da due stunt passati dietro la macchina da presa. Sono David Leitch e Chad Stahelski, storico doppio di Reeves. Il film racconta la storia di un pericoloso killer in incognito che ha appena perso la moglie. Quando una gang gli ruba la sua auto e gli uccide il cucciolo che la moglie gli aveva regalato prima di morire innesca in lui una spirale di vendetta terrificante.

Ne è valsa la pena. Grazie al ruolo di assassino che per vendetta stermina la gang che gli ha ucciso il cane (l'ultimo dono della moglie morta) Reeves esce da un lungo periodo di oblio. Il film, in sala il 22, è costato 20 milioni di dollari e ne ha incassati 66. Variety certifica: Keanu è tornato star da blockbuster. "È bello quando il tuo lavoro viene riconosciuto", sorride l'attore. A Roma per registrare una puntata di C'è posta per te con Maria De Filippi ("amo l'Italia, mia sorella vive ad Anacapri"), ne approfitta per promuovere la sua creatura. A cinquant'anni sembra finalmente sereno. Malgrado la sfolgorante bellezza e un nome che significa "brezza di mare", ha avuto una vita tempestosa. Infanzia girovaga, genitori separati, tragedie familiari. Non ha mai amato i riflettori, ha sbagliato scelte, gli Studios lo hanno emarginato. Ora John Wick lo rimette in circolo.

Nel film uccide una sessantina di cattivi.
"Adoro le storie di vendetta. John è un uomo dal passato oscuro, salvato dall'amore. Ma quando viene aggredito e provocato, riemerge il suo lato peggiore. L'ambientazione è splendida. Una doppia New York: quella realistica e quella sotterranea, oscura. Popolata da assassini, ma con i loro codici d'onore. Personaggi con una storia profonda. Perciò grandi attori, Willem Dafoe, Michael Nyqvist, Alfie Allen, hanno voluto esserci".

Combattimenti come balletti. Musica e pistolettate.
"Chad e David sono coreografi eccellenti. Mi sono allenato anche otto ore al giorno. Macchine, pistole, judo, ju-jitsu. Fuori dal set non pratico le arti marziali. Ma quando giro sono molto concentrato, il fisico regge".

Ha appena diretto un film d'arti marziali in Cina, Man of Tai Chi.
"Grande esperienza: dirigere un film e vivere in Cina. Dai maestri di arti marziali ho imparato la gestione del corpo, la consapevolezza del mondo che ci circonda, il senso della vita. Da regista ho imparato la macchina del cinema".

    Con i suoi cinquant'anni di cui trenta di cinema Keanu Reeves è una delle star mondiali più celebri grazie alla saga campione di incassi Matrix e alcuni film d'autore come "Il piccolo Buddha" di Bernardo Bertolucci. Adesso Reeves torna in sala con l'action "John Wick" firmato da due celebri stunt David Leitch e Chad Stahelski, storico doppio di Reeves. Qui accanto a Patrick Swayze in "Point Break"

Quando ha iniziato ad amare il cinema?
"A dodici anni. Folgorato da Charlie e la fabbrica di cioccolato. Poi sono arrivati Serpico e Taxi Driver. Il primo mito Peter O'Toole, poi De Niro, Pacino. Ho iniziato a recitare a scuola, a quindici anni. Mi rendeva felice. Due anni fa ho girato un documentario, Side by side. Ho incontrato maestri come Scorsese, Nolan, Cameron. Volevo raccontare la bellezza di un cinema che stiamo perdendo, ma anche l'occasione di democrazia che è il cinema digitale".

La sua carriera è costellata da alti e bassi.
"Non sono bravo a pianificare. Ammiro chi sa farlo. Ma ora va meglio. Dopo l'assassino John Wick sarò la vittima in Knock Knock di Eli Roth. A bussare alla porta, in una notte di pioggia, due ragazze. Mi seducono e poi iniziano a torturarmi. Nel dramma The whole truth invece sono l'avvocato di un ragazzo accusato di aver ucciso il padre".

Dopo Speed, stanno preparando un altro remake di un suo film, Point Break-Punto di rottura.
"Gran film. All'epoca ero un giovane emergente, Patrick Swayze una star, con un cuore meraviglioso. Nelle scene in cui precipitavamo dal cielo o combattevamo, mi incitava: forza, facciamolo. Era intenso, pieno di vita e di gioia".

Due anni dopo, Piccolo Buddha di Bertolucci.
"Bernardo era il regista perfetto: parlava alla mia mente, alla creatività ma mi dava indicazioni pratiche precise. Mi affascinava il suo rapporto con Storaro. Come due fratelli, si adoravano e discutevano in continuazione. Condividere il set con loro è stato un grande onore e un gran divertimento".
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