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Autore Discussione: LE RADICI DEL NORDEST  (Letto 50140 volte)
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« Risposta #15 inserito:: Giugno 02, 2012, 10:53:29 am »

Evasione da 4,6 milioni di euro: nei guai un'impresa conciaria di Arzignano

Giro di fatture false da 23 milioni. Sequestrati terreni, immobili e 2 società a un impresario domiciliato a Rovigo

Importava pelli dall'America latina aggirando il versamento dell'Iva (archivio)


VICENZA - Terreni, immobili, due società di capitali e 2,8 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza a un imprenditore conciario: l'uomo è accusato di aver emesso fatture false per 23 milioni di euro, con una conseguente evasione delle tasse per circa 4,6 milioni di euro.

La ditta del settore conciario è di Arzignano, il titolare dell'azienda è domiciliato a Rovigo. Secondo quanto ricostruito dai finanzieri l'imprenditore, attraverso una sere di società "cartiere" importava pelli dall'America latina aggirando il versamento dell'Iva per poi rivendere il prodotto sotto costo.

Le fatture false complessivamente individuate dai finanzieri, e utilizzate dalla società conciaria tra il 2003 e il 2009, ammontano a circa 23 milioni di euro. Attraverso tali fatture l'impresa sarebbe riuscita a conseguire indebiti risparmi fiscali: ai soli fini Iva (ma il problema investe anche le imposte sui redditi), l'evasione accertata è risultata pari a circa 4,6 milioni di euro.

Venerdì 01 Giugno 2012 - 15:22    Ultimo aggiornamento: 20:04

da - http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=199751&sez=NORDEST#
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« Risposta #16 inserito:: Giugno 17, 2012, 09:49:12 am »

La Gdf di Vicenza scopre maxi frode: oltre 2.500 risparmiatori truffati, 12 persone denunciate

16 giugno 2012


La Gdf di Vicenza ha fatto venire alla luce una maxi frode creditizia che ha danneggiato oltre 2.500 risparmiatori. Denunciate 12 persone per attività abusiva di investimento, di emissione di moneta elettronica e di raccolta del risparmio, nonchè per omesse comunicazioni obbligatorie, bancarotta e abusivo ricorso al credito.

Distrazioni patrimoniali e falso in bliancio per oltre dieci milioni
Al centro della truffa una società di Bassano del Grappa, la 102 Capital, fallita insieme a due società edili collegate (la 102 Costruzioni e la Centotre Costruzioni) lasciandosi alle spalle distrazioni patrimoniali, falsi in bilancio e abusivo ricorso al credito per oltre 10 milioni di euro.

Operazioni con società a Panama e in Svizzera
La frode è stata perpetrata grazie a una rete di promotori compiacenti che hanno operato mediante siti dedicati e riconducibili alle società finanziarie con sede nella Repubblica di Panama e base operativa in Svizzera.
La 102 Capital e le società panamensi hanno svolto attività di intermediazione in cambi operando in maniera abusiva sul mercato delle valute "Foreign Exchange (cosiddetto "Forex", attività riservata esclusivamente ai soggetti autorizzati alla prestazione dei servizi di investimento) e hanno gestito le somme di denaro affidate dai clienti mediante contratti risultati essere veri e propri «prodotti finanziari» in assenza di alcuna autorizzazione e senza adottare le garanzie previste dalla legge a tutela dei risparmiatori. Le indagini, svolte con la collaborazione dell'Interpol, della Polizia federale elvetica, della Consob e delle corrispondenti autorità di vigilanza dei mercati di Spagna e Francia, hanno portato al sequestro dei beni dei dodici responsabili della frode.
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©RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-16/vicenza-scopre-maxi-frode-103447.shtml?uuid=AbxXKItF
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« Risposta #17 inserito:: Luglio 01, 2012, 03:34:30 pm »

Frode internazionale del settore orafo: evasi 70 milioni, sei aziende coinvolte

Venduti in nero 33 quintali d'oro. Indagini in Russia, Hong Kong e Croazia.

Nei guai anche 7 aziende di spedizioni, 15 denunce

VICENZA - Scoperto un sistema di frode nel settore orafo e accertata un'evasione di 70 milioni di euro grazie ad una vendita in nero di 33 quintali di prezioso che erano stati fatti credere falsamente esportati.

Denunciate 15 persone per contrabbando, falso ideologico, appropriazione indebita e reati fiscali. Coinvolti sette rappresentanti doganali di note case di spedizioni di Vicenza e sei aziende orafe. Le indagini sono state condotte in Russia, a Hong Kong, e in Croazia. I finanzieri hanno ricostruito i flussi finanziari per 36 milioni provenienti da conti cifrati in paradisi fiscali ed hanno recuperato, nell'ultimo biennio, nel settore orafo, una base imponibile di oltre 370 milioni di euro.

Il meccanismo e i numeri della frode. Dopo due anni di indagine i finanzieri hanno scoperto che alcune società italiane, molte del Vicentino, (che recavano quali formali cessionarie imprese russe, cambogiane, coreane, ucraine) avevano fatto fittizie esportazioni di merci preziose a società di Hong Kong risultate inesistenti o cessate prima delle transazioni. Le operazioni erani rese possibili grazie alla connivenza di alcuni rappresentanti indiretti in dogana, dipendenti di case di spedizione. Le operazioni fittizie, dal 2005 al 2009, hanno riguardato oro e preziosi per circa 1.380 chili (valore di oltre 26 milioni e mezzo di euro). Sarebbero inoltre state fatte false esportazioni di merci preziose per altri 950 chili (11 milioni di euro), formalmente dirette a società russe e mai giunte a destinazione. E ancora falso export ad una ditta croata: erano però falsi gioielli in simil oro per 800 chili (20 milioni). Inoltre è stato accertato un contrabbando di merci preziose dalla Corea del Sud, messe in un deposito doganale privato di una casa di spedizioni vicentina, con falsa indicazione in fattura dell'acquirente nazionale (che risultava essere la stessa casa di spedizione) per poi essere falsamente inviate a ditte russe, accompagnate da documentazione emessa da una ditta orafa vicentina. In tal modo sono stati portati in Italia, 50 chili di oro (mezzo milione di euro). Le merci fittiziamente esportate per 56 milioni di euro, in realtà, erano già state cedute in nero in Italia (evasione 10 milioni di Iva).

Da accertamenti su documenti extracontabili è emersa anche la vendita in nero di altri 275 chili di oro (4 milioni). Nell'inchiesta sono coinvolte 6 società, una delle quali dichiarata fallita su iniziativa della Procura della Repubblica che ha inoltrato una rogatoria alle autorità di Hong Kong e una richiesta di mutua assistenza amministrativa, per il tramite del Comando Generale del Corpo, all'organo collaterale russo. I pagamenti venivano fatti di solito alle società cedenti in parte in denaro contante e tramite bonifici bancari provenienti da ulteriori 26 società, tutte con sede in Paradisi finanziari: i pagamenti in tal modo tracciati ammontano ad oltre 36 milioni di euro.

Le indagini hanno fatto emergere anche false fatture emesse, a favore di una società di spedizioni, dal 2005 al 2008, da una società di Hong Kong, cessata nel 1998, per "prestazioni di pubblicità e consulenza" per 430mila euro: sui conti correnti di un ex amministratore della stessa società italiana, il cui stipendio netto era di mille euro al mese, sono stati rilevati versamenti in contante per 450mila.

Mercoledì 13 Giugno 2012 - 09:30    Ultimo aggiornamento: 16:16

da - http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=202090&sez=NORDEST
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« Risposta #18 inserito:: Ottobre 01, 2012, 09:30:25 am »

Italia

30/09/2012 - LA STORIA

Vicenza, azienda di ingegneria assume il baby hacker che ha craccato il registro

Denunciato alla magistratura il 16enne di origine indiane trova un posto in un’azienda «Non discuto il reato, è in gamba»

VICENZA

Denunciato alla magistratura per aver violato i registri informatici della scuola, un giovane hacker di origine indiana potrebbe ora avere il posto di lavoro pronto in un’azienda della zona, specializzata di ingegneria per il web. È il rapido percorso scuola-azienda compiuto da uno studente appena maggiorenne dell’istituto «Marzotto» di Valdagno (Vicenza), che nei giorni scorsi, assieme ad un compagno, era stato denunciato dai carabinieri per aver «craccato» con un programma di sua ideazione il computer della scuola.

Dovrà pure affrontare i guai con la giustizia, ma il 10 che vanta in informatica e la dimestichezza nel forzare i sistemi di sicurezza dei pc sembra garantirgli un lavoro sicuro. Un’azienda di ingegneria, la «Ceremit» di Thiene - riporta oggi il «Corriere del Veneto» - ha già contatto un avvocato per offrire l’assistenza legale al giovane quando dovrà affrontare il Tribunale. Poi gli offrirà una possibilità di occupazione.

«Non discuto il reato - precisa uno dei responsabili della Cermit, Alessandro Petracca - spetta alla magistratura accertare. Ma quel ragazzo sembra essere veramente in gamba, e dobbiamo dargli una possibilità. Molti dei consulenti delle aziende americane sono stati prima degli hacker».

da - http://lastampa.it/2012/09/30/italia/vicenza-azienda-di-ingegneria-assume-il-baby-hacker-che-ha-craccato-il-registro-w7w0ugPwQskjJKjGtGUZ3N/index.html
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« Risposta #19 inserito:: Novembre 03, 2012, 11:58:43 am »

VICENZA

« Rasato a zero come gli ebrei» per punizione

Indagati due allenatori di nuoto

L'avrebbero inflitta a un bambino perché non si sarebbe impegnato

La procura della città veneta apre un'inchiesta


I capelli rasati a zero «come agli ebrei» e una croce disegnata in cima alla testa per non essersi impegnato a sufficienza in una gara internazionale di nuoto. È la lezione inflitta da due istruttori e un'atleta di una piscina ad un ragazzino vicentino di 11 anni. A denunciare l'episodio, avvenuto nel maggio scorso, i genitori del bambino, che hanno presentato ad agosto un esposto contro i tre, indagati dalla Procura per abuso di mezzi di correzione. Saranno interrogati l'8 novembre prossimo.

PUNITO - Al rientro da una serie di gare di nuoto tenutesi a Locarno, in Svizzera, il ragazzino si è presentato ai genitori con la testa completamente rasata, ad eccezione di una porzione di capelli a croce. L'undicenne ha spiegato di essere stato punito in questo modo dal capo degli allenatori di 52 anni e dalla sua vice di 28, i quali avrebbero lasciato l'esecuzione materiale della lezione ad una atleta più anziana della comitiva. Davanti agli altri baby atleti il taglio dei capelli sarebbe stato minacciato, ma non attuato, anche nei confronti di un secondo ragazzino, i cui familiari hanno presentato a loro volta un esposto denuncia.

«LA CROCE ERA IL SIMBOLO DELLA SVIZZERA» - Gli istruttori si sono difesi sostenendo che è abitudine rasare i capelli in occasione delle gare e che la croce rappresentava solo il simbolo della Svizzera. Hanno negato, invece, il riferimento antisemita. La Procura ha delegato la squadra mobile di Vicenza a svolgere indagini approfondite sulla vicenda. Dalle maglie del riserbo degli investigatori si apprende che il caso viene trattato con la massima delicatezza, tenuto conto della giovane età del protagonista. La società di nuoto vicentina di cui facevano parte i due istruttori ha deciso di sospenderli cautelativamente, in attesa che la magistratura faccia piena luce sull'accaduto.

«LA TESTA COMPLETAMENTE RASATA»- «Lo abbiamo stabilito immediatamente dopo aver raccolto la denuncia dei genitori del bambino - spiega il responsabile - per difendere i bambini e dare modo agli istruttori di spiegare le loro ragioni nelle sedi opportune». L'uomo conferma di aver visto lui stesso il bambino due giorni dopo il rientro dalla Svizzera e di aver notato «che la testa era completamente rasata». «Se fosse vera - commenta - è una cosa che si allontana totalmente dai valori sportivi che professiamo». A stigmatizzare l'episodio è anche il sindaco della cittadina teatro della vicenda. «La società di nuoto - rileva - ha fatto bene ad allontanare i tre perchè la punizione scelta è assolutamente poco felice». (Fonte: ANSA).

Redazione Online

2 novembre 2012 | 22:19© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/cronache/12_novembre_02/vicenza-bambino-rasato-ebrei-allenatori_95de86e8-2531-11e2-974b-22431e7be0ba.shtml
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« Risposta #20 inserito:: Novembre 04, 2012, 05:13:37 pm »

VICENZA

La madre del baby-nuotatore punito

"Uno shock mio figlio rapato a zero"

La donna racconta: "Ora si è ripreso ma da quei tre allenatori non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata di scuse".

Gli istruttori: "Era solo una goliardata"


dal nostro inviato SANDRO DE RICCARDIS

CALDOGNO (VICENZA) - Dalle grandi vetrate al primo piano sopra la vasca della piscina, sembrano coriandoli sospesi in aria che non smettono di volare. Con le loro cuffiette colorate, i bimbi si lanciano a gruppi nel vuoto, spariscono in acqua, poi riemergono e guardano sempre lì, verso quel muro di mamme che viste dall'acqua sono come sospese.

È sabato mattina al centro sportivo Moss di Caldogno, un immenso parco giochi dove nessuno vuole macchiare la festa pensando al bambino di 11 anni rapato a zero dai suoi istruttori di nuoto. Quelli che qui tutti conoscono perché fino a pochi mesi fa erano i maestri dei loro figli. Dopo la trasferta di maggio a Locarno da cui era tornato senza capelli, tranne quelli che segnavano sulla testa una croce, Samuele (nome di fantasia) non voleva più tornare nella grande vasca: voleva smettere col nuoto. È stata sua madre, lentamente, a convincerlo. "Ora lui e l'altro ragazzino preso di mira in Svizzera, sono ancora qui ad allenarsi. Dopo le dimissioni degli istruttori ha cambiato idea. Altri suoi amici, invece, hanno deciso di cambiare impianto".

La mamma di Samuele accetta di raccontare questi mesi di sofferenza in cambio dell'anonimato. Ricorda il momento più doloroso, quando ha visto Samuele scendere dal pullman che riportava a casa la squadra. "Era maggio, faceva caldo, e l'ho visto che scendeva col cappello tirato sulla testa. Ho subito pensato che fosse scivolato e avesse battuto la testa,
che si fosse fatto male e avesse nascosto la ferita". La ferita c'era. Ma era quel cranio rasato a zero e due strisce di capelli incrociate sulla testa a formare una croce. "Come gli ebrei", avrebbero detto gli istruttori. Samuele ha raccontato che le prestazioni in gara non c'entravano nulla con la punizione, scattata perché lui, in lacrime, non voleva finire di mangiare una banana a cena, e perché durante le gare aveva smarrito il tesserino di riconoscimento mentre festeggiava la vittoria di un compagno. Il suo amico, invece, non aveva messo a posto un vassoio. Ma mentre Samuele era in Svizzera senza i genitori, l'altro è riuscito ad avvisare con un sms il padre che era con la comitiva e gli ha evitato così la "lezione".

Ora i tre istruttori sono indagati dal pm di Vicenza Antonella Toniolo per abuso di mezzi di correzione e disciplina: giovedì verranno interrogati. Intanto si difendono: "Io non ho toccato, né tagliato i capelli a nessuno. Ero contraria, e se l'avessi visto mi sarei opposta - dice Giulia P., 21 anni, studentessa di educazione motoria, una delle due istruttrici finite sotto inchiesta, insieme a Giorgia B., 26 anni - . Non so nulla nemmeno di quel riferimento agli ebrei". Il terzo indagato e capo degli istruttori, Roberto S., 52 anni, anche insegnante di educazione fisica a Bassano, affida all'avvocato Anna Sambugaro la sua versione: "Rasarsi i capelli prima di gare importanti è una prassi per tutti i nuotatori agonistici - dice il legale - Un'azione in parte goliardica, in parte necessaria per l'utilizzo della cuffia".

"Ma perché allora è toccato solo a mio figlio? - si chiede la madre di Samuele - La verità è che abbiamo delegato la patria podestà a educatori che ce l'hanno restituito traumatizzato. Per due giorni e mezzo non abbiamo avuto notizie del bambino e poi l'abbiamo ritrovato così". Parole condivise dal Garante per l'infanzia, Vincenzo Spadafora, secondi cui quello di Caldogno "è il modo peggiore di educare un bambino". Samuele ha raccontato ai genitori che la testa gliel'hanno rapata il sabato, 12 maggio, mentre il suo amico avvisava in lacrime i genitori. Il giorno successivo ha partecipato alla prima delle due prove, quella del mattino, con la croce sulla testa. Poi una delle educatrici gli avrebbe rasato tutto. "Ma anche così - ricorda ancora la madre - la croce si vedeva, perché il taglio dei capelli è stato fatto in profondità. Ci sono voluti tre giorni perché scomparisse davvero".

Quando i fatti sono venuti a galla, la direzione dell'impianto ha subito sospeso i tre dipendenti, come sottolinea Marcello Vezzaro, sindaco di Caldogno. Per settimane, il piccolo comune che ha dato i natali a Roberto Baggio, si è spaccato. Tra chi voleva che si guardasse avanti e chi chiedeva "una punizione per difendere i propri figli". Tra chi accettava l'idea della "goliardata" e chi parlava di "trauma per i bambini". Anche la famiglia di Samuele ha aspettato prima di presentare, ad agosto, la denuncia. "Non volevamo reagire di pancia, ma con la testa. Ma da quei tre non abbiamo avuto nemmeno una telefonata". Intanto la testa rasata di Samuele è sparita e anche la sua tristezza. "Ha superato bene quel periodo. Ora ha ripreso ad allenarsi. Si tuffa e va veloce come prima. E si diverte".

(04 novembre 2012) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/cronaca/2012/11/04/news/madre_bambino_nuotatore-45865097/?ref=HREC1-3
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« Risposta #21 inserito:: Novembre 26, 2012, 05:19:36 pm »

 A Vicenza si vive peggio lo dice il "Sole 24 ore"

La ricerca annuale arretra la città del Palladio di sei posizioni rispetto all'anno precedente

26/11/2012


Venezia. A Vicenza si vive peggio. La città ha perso sei posizioni nella speciale classifica redatta ogni anno dal Sole 24 ore e che fotografa lo stato di benessere dei capoluoghi di provincia. In Veneto Belluno perde quattro posizioni in classifica generale ma resta sempre testa di serie della regione nel "campionato" della qualità della vita delle città italiane. Terzo lo scorso anno, il capoluogo montano si ritrova ora al settimo posto tra le migliori valutazioni elaborate dal Sole 24 Ore. È l’unico Comune tra i primi dieci, nonostante il poderoso scatto di Verona che dal 24° posto sale al 14° raccogliendo la miglior performance del gruppo veneto e il grande balzo di Rovigo che dalla posizione 68 ha raggiunto quota 55.

Dall’altra parte è soprattutto Vicenza a dimostrare segni di affaticamento con un calo di 6 posizioni che hanno portato la città del Palladio dal 21° al 27° posto.

Meglio Treviso che pur lasciando sul terreno cinque punti da 17 si trova ora a quota 22. Padova si prende la piccola soddisfazione di guadagnare un punto che rispetto al 2011 la fa risalire al 40° posto. Nulla da fare per Venezia invece che dalla 35° posizione è scivolata alla 39°. La competizione sulla vivibilità del territorio il quotidiano di Confindustria, giunta alla 23a edizione, analizza parametri tra i più diversi: dal clima di vita, alla criminalità, al turismo, ai servizi per ambiente e salute.


da - http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/dalla_home/436943_a_vicenza_si_vive_peggiolo_dice_il_sole_24_ore/
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« Risposta #22 inserito:: Gennaio 13, 2013, 11:54:34 pm »

Il caso a Vicenza

Silvia Pasinato in 24 ore dal premier al Pdl

Sindaco di Cassola, 34 anni, Pasinato aveva sì inviato il suo curriculum al Professore poi ha cambiato idea



MILANO - Al cuor non si comanda. E così, dopo essere stata in lista per 24 ore con la civica di Mario Monti - peraltro il suo nome fino a venerdì sera era ancora visibile online, al quinto posto del collegio Veneto 1 per la Camera - Silvia Pasinato proprio non ce l'ha fatta.
E ha accettato la candidatura che le è stata offerta dal Pdl.

«MAI ADERITO AL PROGETTO» - Classe 1978, sindaco di Cassola in provincia di Vicenza, Pasinato aveva sì inviato il suo curriculum, come prescritto, al Professore. Ma, dice, «non ho mai aderito al progetto della lista Monti, pur avendo avuto contatti con alcuni esponenti del mondo moderato. Pertanto, invito formalmente a non usare il mio nome».

Redazione Online

13 gennaio 2013 | 14:17© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/politica/13_gennaio_13/pasinato-vicenza-candidata_07248cec-5d56-11e2-8540-81ed61eeac0a.shtml
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« Risposta #23 inserito:: Febbraio 19, 2014, 12:00:24 pm »

Economia
18/02/2014 - il caso

Zonin riapre il risiko: Popolare Vicenza pronta a comprare Veneto Banca
Aumento di capitale da un miliardo per rilevare l’istituto di Montebelluna

Luca Fornovo

A sorpresa Zonin rompe gli indugi e si lancia alla conquista di Veneto Banca.

Il Consiglio d’amministrazione della Popolare di Vicenza di Gianni Zonin ha deliberato un aumento di capitale da un miliardo di euro. L’obiettivo è comprare Veneto Banca e un altro dossier aperto è quello di Banca Etruria.

L’imprenditore veneto vuole così inaugurare una nuova stagione del risiko bancario, dopo che dal 2007-2008, gli anni precedenti la grande crisi, non c’è stata più nessuna grande operazione di acquisizione e fusione nel settore bancario.

Di recente la Banca Popolare di Vicenza ha sistemato le proprie dotazioni patrimoniali grazie a un doppio aumento di capitale da complessivi 600 milioni. «Sono due operazioni che stiamo esaminando come ne esaminiamo anche altre», ha detto il presidente Gianni Zonin. «Il mondo bancario è in evoluzione, quindi ci stiamo guardando attorno per vedere se ci sono opportunità che integrino in modo valido le dimensioni che abbiamo raggiunto. Non abbiamo nessun programma di accordo in corso, stiamo solo esaminando i valori e le opportunità, anche quelle che si possono creare per una presenza davvero nazionale del nostro istituto», ha aggiunto Zonin.

Le nozze Pop. Vicenza-Veneto Banca sarebbero state caldeggiate da Banca d’Italia, che dopo la recente ispezione a Veneto Banca ha consigliato all’istituto di Montebelluna di valutare la strada della ricerca di un partner. Peraltro Veneto Banca è alle prese con una delicatissima e difficile ristrutturazione e sta cercando di portare avanti un rafforzamento patrimoniale da circa 1 miliardo di euro. 

Secondo quanto si apprende, Bankitalia tiene molto al progetto, tanto da chiedere anche al cda della Popolare di Vicenza di non varare altre operazioni prima di aver approfondito seriamente lo scenario di un’aggregazione con Veneto Banca. Operazione che del resto coronerebbe il sogno di Zonin di avere una Popolare presente in tutte le regioni italiane e con una rete superiore ai mille sportelli. Per questo tra le due `promesse spose´ la più convinta appare proprio la Vicenza, che però punterebbe ad arrivare all’acquisizione non alla pari, ma in modo da avere la maggioranza della futura maxi Popolare. Idea che naturalmente non può essere vista con favore da Veneto Banca.

Se la banca vicentina riuscirà a chiudere l’operazione con Veneto Banca creerà un nuovo un polo del credito popolare del Nordest. Tra gli asset di Veneto Banca, c’è anche la torinese Intermobiliare (Bim), attiva nel private banking del Nord, che qualche mese fa era stata messa in vendita da Veneto Banca.

Da - http://lastampa.it/2014/02/18/economia/zonin-riapre-il-risiko-popolare-vicenza-pronta-a-comprare-veneto-banca-ZRUUG263BEcgtBPT9yteXJ/pagina.html
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« Risposta #24 inserito:: Maggio 16, 2014, 06:39:35 pm »

Cronache
15/05/2014 - L’inchiesta

Maltauro confessa: “Così la cupola pilotava i lavori”
I pm chiedono al Riesame i 12 arresti negati dal gip.
Nelle carte la cena ad Arcore di Fabrizio Sala e Paris

Paolo Colonnello
Milano

L’imprenditore Enrico Maltauro si siede davanti al pm Claudio Gittardi alle 10 del mattino e ne esce dopo 9 ore abbastanza stremato e dopo aver raccontato vita, morte e miracoli del «sistema Frigerio», nonché degli appalti comprati e vinti, dei piaceri e delle «altre utilità» finite a referenti politici e ai vari manager della sanità. Insomma, racconta tutto e conferma in pieno l’impianto accusatorio dell’ordinanza, anche se il suo legale, l’avvocato Giovanni Dedola parla di un verbale «indefinibile». Ma l’avvocato, che è uomo di lunga esperienza, intende dire che sul «tavolo dell’obitorio» del pm, l’autopsia ha avuto buon esito, quale sarà poi il referto si scoprirà al momento delle richieste di rinvio a giudizio. Comunque, i racconti di Maltauro hanno un tale pepe che, a differenza dell’altro interrogatorio svolto in contemporanea al «factotum» Giuseppe Cattozzo, vengono secretati e probabilmente avranno un seguito. Di più: finito il confronto, alle 7 di sera, i pm Gittardi e D’Alessio si fiondano nell’ufficio del procuratore Bruti Liberati e poi, tutti insieme, in quello di Ilda Boccassini, mentre i vertici della finanza milanese attendono nei corridoi. Insomma, situazione e fibrillazioni d’altri tempi. E che a finire in manette non saranno in pochi lo dimostra il fatto che i magistrati hanno già depositato al Riesame un ricorso contro la decisione del gip di non concedere 12 misure di custodia cautelare per imprenditori e manager della sanità, allo stato solo indagati.

Ma cos’è il «sistema Frigerio»? Correva parallelo a quello di Daccò, a dimostrazione che «le cricche» sono multiple, ma il sistema è uguale per tutti: lì le tangenti sui rimborsi spese degli ospedali, qui sugli appalti per la sanità, l’Expo, la Sogin. Un sistema più tentacolare e ben inserito anche ai piani alti della politica. A livello nazionale e, ovviamente, in Regione. Non solo per l’appoggio alla campagna elettorale dell’attuale assessore alla Sanità Mantovani, ex coordinatore del Pdl in Lombardia, ma anche, ad esempio, per il legame, notevole, con Fabrizio Sala, attuale sottosegretario alla Regione con delega all’Expo e all’internazionalizzazione delle imprese. La relazione tra i due è ben spiegata nella ricostruzione dell’inchiesta sulla famosa cena a Villa San Martino da Silvio Berlusconi in cui viene invitato il galvanizzatissimo Angelo Paris, numero due di Expo e pronto a vendere appalti in cambio «di carriera». Un invito che arriva dritto da Sala dopo una richiesta di Frigerio, il quale, scrivono i pm «mantiene da lungo tempo contatti con Fabrizio Sala che ha tra l’altro attivamente sostenuto nella corsa “post elettorale” al ruolo di sottosegretario alla Regione Lombardia». 

Per altro Frigerio si vanta con Paris, che ha chiesto ieri di essere interrogato «per spiegare», di essersi attivato anche «con Fedele» e con «la Gelmini». Contatti che «servono» nel lattiginoso «sistema Frigerio» per arrivare poi a far vincere gli appalti ad «amici» come appunto Maltauro. Che di questo giro era perfettamente a conoscenza e ieri ne ha parlato a lungo davanti ai pm. I quali sono convinti che se i soldi arrivavano ai «mediatori», (solo da Maltauro oltre un milione più 600 mila promessi) le altre utilità - carriere, voti e finanziamenti agli amici - considerati parimenti reato, erano appannaggio dei «referenti» politici. Ecco perché il suo verbale è stato secretato. Non altrettanto è accaduto per Giuseppe Cattozzo, che da una parte era legato da un contratto di «lobbista» con Maltauro e dall’altra rispondeva a Luigi Grillo e Gianstefano Frigerio. Cattozzo, nel corso del suo interrogatorio, durato in tutto 4 ore, avrebbe in un certo senso scaricato tutti: «Sì, è vero - avrebbe detto in sostanza - avevo un contratto con Maltauro e lavoravo con Frigerio, facevo quello che mi veniva detto, se mi dicevano di dare o di prendere soldi, io davo e prendevo…». 

In «verbalese», avrebbe in definitiva «fornito indicazioni e risposte congruenti, rispondendo in maniera esaustiva a tutte le domande». Traduzione: ha cantato anche lui. Sebbene non del tutto e non completamente, visto che settimana prossima verrà probabilmente reinterrogato. Poi, lunedì, toccherà al manager «rampante» Angelo Paris, che si fa dire da Primo Greganti perfino chi votare alla primarie del Pd («il voto a Renzi», risponde risoluto il «compagno G») e si sentiva già in tasca la poltrona di direttore di Infrastrutture Lombarde. E mentre in Procura si assistono a frenetici contatti dei legali dei nuovi imprenditori finiti nel mirino, da settimana prossima si delineeranno i fronti: con l’avvocato «nega» i duri della presunta «cupola», ovvero Frigerio, Greganti e Grillo; con l’avvocato «chiarimento», Maltauro, Cattozzo, Paris e Rognoni. E sarà battaglia. 

Da - http://lastampa.it/2014/05/15/italia/cronache/maltauro-confessa-cos-la-cupola-pilotava-i-lavori-V8SLrQf26VpAqe7Q9IRaBI/pagina.html
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« Risposta #25 inserito:: Giugno 10, 2014, 11:49:32 am »

Vicenza

SCHIO (Vicenza) - Gli scledensi hanno scelto un nuovo sindaco. E non è quello che quasi tutti si aspettavano, visti i risultati del primo turno: al ballottaggio vince Valter Orsi, candidato «civico», contro Dario Tomasi, candidato del centrosinistra. I dati: Orsi (sostenuto dalle liste Noi Cittadini, Fare per fermare il declino, SchioDando, Veneto Stato) ha ottenuto nei 40 seggi scledensi il 51,57% (7.923 voti) contro il 48,42 per cento di Dario Tomasi (sostenuto da Pd, TesSiamo Schio, Schio Bene in Comune, Progetto Veneto, Communitas). È un risultato del tutto inatteso, per la città: il centrosinistra di fatto governa dalla metà degli anni '90, e Orsi (che in passato era già arrivato al «fotofinish» del ballottaggio, sostenuto anche da Lega Nord e Pdl) ha di gran lunga aumentato i 5.157 consensi ottenuti al primo turno.

Viceversa, Tomasi li ha visti ridurre: erano a quota 9.316, pari al primo turno a circa il 45% contro il 25% di Orsi. «Non ci sono colori di partito in piazza, ma solo il cuore della gente. E quindi è una festa doppia», ha esclamato contento Orsi verso l'una del mattino, arrivato in piazza Statuto davanti al Comune assieme a un carosello di auto di sostenitori.
E fra brindisi e cori la festa, che molti dopo il primo turno davano per quasi impossibile, si è protratta fino alle prime ore del mattino.

Ad Arzignano Giorgio Gentilin (centrodestra) si conferma sindaco con 6.344 voti, pari al 55.62% battendo Lorella Peretti (Pd) che si ferma al 44.38%, pari a 5.061 voti.
A Montecchio Maggiore Milena Cecchetto (centrodestra) si conferma sindaco con 5.031 voti, pari al 52.79 per cento. Battuto lo sfidante Maurizio Scalabrin, 4.499 voti, pari al 47.21 per cento.

09 giugno 2014
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Andrea Alba

Da - http://corrieredelveneto.corriere.it/vicenza/notizie/politica/2014/9-giugno-2014/sorpresa-schio-vince-orsi-223360502446.shtml
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« Risposta #26 inserito:: Giugno 24, 2014, 05:45:13 pm »

LA NOVITA'

Nuovo gusto tutto vicentino
In gelateria arriva « La Gata»
Gli ingredienti di base sono latte, panna e i componenti dell'omonima torta

VICENZA – Da “magnagati” a “magna-la-gata”. E non si tratta di certo di un felino, come vorrebbe invece il vecchio detto riferito ai vicentini. “La gata” prima era solo una torta, adesso si è trasformata anche in un gelato. Da un’idea dei gelatieri del raggruppamento provinciale di Confartigianato è nato il gusto tutto “vicentino”, nelle gelaterie da lunedì 24 marzo. Vuol essere una sorta di sfida locale alle tante mode in fatto di gelati. Ogni anno spuntano tipi nuovi e fantasiosi (nei colori e nei sapori). Chi non ricorda il “Puffo”? E chissà a quale cartone animato in voga oggi si ispirerà il gusto dell’estate 2014.

Per salvare la qualità e dar lustro al nome di Vicenzae ai suoi prodotti, i maestri gelatai dell’associazione di categoria hanno pensato e creato “La gata”, che prende ispirazione dall’omonima torta, creata dai pasticceri di Confartigianato nel 2006. Il gelato, color nocciola, è formato da una base di latte e panna arricchita da un preparato composto dagli ingredienti de “La Gata” cotti con una procedura diversa rispetto a quella della torta. Ci sono: burro, zucchero, farina di grano tenero e di mais, mandorle, miele d’acacia, una buccia d’arancia, vaniglia, cacao, un goccio di grappa. Prodotti che, nella maggior parte dei casi, sono espressione della terra berica. Un esempio su tutti: la grappa. Ma anche il burro e il miele vengono acquistati da produttori locali, e la farina viene fatta con una procedura apposita. A rendere croccante il tutto, infine, ci sono pezzetti di una frolla senza uovo.

«Per trovare il gusto più adatto ci abbiamo impiegato un anno, più o meno – racconta Roberto Agosti, presidente dei pasticceri e gelatieri di Confartigianato Vicenza – prima avevamo provato con altri prodotti, come la ciliegia e il mandorlato, ma il risultato non era accattivante. Così siamo passati alle prove con “La gata” e, dopo vari tentativi, abbiamo trovato il gusto». Ora è pronto per essere servito in cono o in coppetta. Il debutto ufficiale è fissato per lunedì 24 marzo, in occasione della seconda giornata europea del gelato artigianale, in 31 gelaterie della provincia.

21 marzo 2014
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Elfrida Ragazzo

Da - http://corrieredelveneto.corriere.it/vicenza/notizie/vino_e_cucina/2014/21-marzo-2014/gata-nuovo-gusto-gelato-tutto-vicentino-2224247923194.shtml
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« Risposta #27 inserito:: Luglio 18, 2014, 08:59:40 am »

Crisi: Vicenza regge meglio di Viterbo

14 lug 2014, pubblicato da Andrea Polo in: Altro Crisi Economica Primo piano Varie


La legge è uguale per tutti, ma la crisi economica evidentemente no. In uno studio pubblicato sul quotidiano economico Il Sole24Ore si analizzano gli effetti che, negli scorsi sette anni, la crisi economica ha avuto sul benessere dei cittadini residenti in diverse città italiane evidenziando come, a seconda della latitudine, i residenti abbiano subito più o meno i contraccolpi della crisi.

Secondo l’analisi, che ha preso in considerazione diversi aspetti del vivere in una città, come ad esempio il prezzo degli immobili, i prestiti richiesti, la quantità di rifiuti prodotti e il tasso di disoccupazione, il comune che meglio di qualunque altro campanile italiano ha saputo reggere il contraccolpo è stato Vicenza. Alle sue spalle altre due città spesso in vetta alle classifiche del Ben Vivere italiano: Bolzano e Modena.

A soffrire invece in modo più netto della crisi economica due città del Lazio: Viterbo e Latina e, se ben ricordate, anche l’indagine condotta da Demoskopea per Immobiliare.it relativamente ai divorzi, aveva indicato in questa area quella che più soffriva economicamente dopo le separazioni. Anche se i primi due posti nell’elenco delle province messe in crisi dalla crisi sono occupati da capoluoghi laziali, in realtà leggendo lo studio si scopre che, nel complesso, a soffrire maggiormente sono state le province del Piemonte (ed in effetti è Novara ad occupare la terza posizione alle spalle di Viterbo e Latina), Emilia Romagna e Marche.

Il dato si spiega anche verificando come, in linea generale, i centri medio piccoli hanno sofferto più dei grandi visto che, se si considera anche la sola disoccupazione, il tasso in sette anni è raddoppiato e, come esperienza insegna, trovare lavoro in provincia è più difficile che nella metropoli.

Da -http://news.immobiliare.it/crisi-vicenza-regge-meglio-di-viterbo-19071?utm_source=newsletter_blog&utm_medium=email&utm_content=crisi-vicenza-regge-meglio-di-viterbo-19071&utm_campaign=20140717
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« Risposta #28 inserito:: Ottobre 30, 2014, 12:07:59 pm »

Ebola, Luca Zaia infuriato: "Il Veneto non è un lazzaretto. Soldati Usa, andate a curarvi a casa vostra"

L'Huffington Post
Pubblicato: 29/10/2014 10:10 CET Aggiornato: 1 ora fa

"Facciano i bagagli e se ne vadano a casa loro. Mica possiamo diventare un lazzaretto". "Prima vengono i veneti, poi gli americani. A maggior ragione se parliamo di salute". Il governatore del Veneto, Luca Zaia - intervistato da Repubblica - è infuriato. La quarantena vicentina dei militari dell'Us Army Africa rientrati dalla Liberia falciata da Ebola, proprio non riesce a digerirla.

"È vero che il termine quarantena l'hanno inventato i veneziani nel 500-600, ma sono allibito e incazzato. Perché dobbiamo beccarceli noi questi militari a rischio? In virtù di quale principio nessuno si è chiesto e si chiede perché gli americani fanno rientrare dei soldati da un paese bollino rosso per un virus mortale, e li mandano in Italia? [...] Ma dico: in nome della sovranità nazionale ognuno cura i suoi cittadini a casa propria. O no? Dov'è il governo in questa vicenda? Non voglio buttarla in politica ma siamo alla guida del semestre europeo, il presidente del Consiglio interviene e pontifica sulla qualunque: e facciamo questa figura?".

L'ordine di rientrare a Vicenza è arrivato dal Pentagono. "Ma certo, è un ordine partito dall'alto. Una vicenda gestita a livello centrale, ministeri, ambasciate. Ci hanno trattato come la Repubblica delle banane. Presenterò una denuncia formale all'ambasciata americana. Stiamo esponendo i veneti alla possibilità, pur remota quanto si voglia, che qualcuno di questi militari abbia contratto il virus. Ma che se li tengano loro".

Il rientro dalla Liberia era previsto. Perché tutte queste polemiche solo adesso? "Ho saputo di questa notizia solo l'altra sera. L'ho subito trovata una cosa sconcertante. Per coerenza, come ho detto che ci vuole la chiusura delle frontiere per i profughi - sui quali non abbiamo garanzie sanitarie - dico che anche questi militari dovevano e devono tornare a casa loro. Se arrivi dalla Liberia, nave o aereo sono la stessa cosa".

Il governatore si mostra indifferente al rischio di un incidente diplomatico. "L'unica cosa che temo, e che vorrei scongiurare, è che ci siano delle spiacevoli sorprese e che i veneti possano correre dei rischi. Anzi, purtroppo li stanno già correndo. Sono stato l'unico amministratore che è andato all'inaugurazione della base Del Din, ma questa volta gli amici americani hanno sbagliato". Come fare, per rimediare? "Se gli americani vogliono fare un gesto di amicizia, si carichino i bagagli e tornino a casa loro. Il Veneto non vuole diventare un avamposto della Liberia. Ospitiamo basi militari, non centri per Ebola'".

Da - http://www.huffingtonpost.it/2014/10/29/ebola-luca-zaia-infuriato_n_6066114.html?utm_hp_ref=italy
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« Risposta #29 inserito:: Dicembre 06, 2014, 05:21:47 pm »

Tornano i forconi, ma è flop Malumori in viale del Sole

Lo slogan: «Dimissioni in massa di tutti i politici».
Ma il Movimento 9 dicembre è diviso sulle azioni
I venetisti: «I sit-in sulle strade? Capitolo chiuso»


 
VICENZA. ORE 12.41 UN FLOP IL PRESIDIO. Si è risolto in un flop il ritorno in strada dei forconi. Scarsa la partecipazione di manifestanti ai presidi nel vicentino e il volantinaggio è stato mal digerito dagli automobilisti. Pochi si sono fermati per accettare il volantino, quasi nessuno per uno scambio di opinioni con i manifestanti.

ORE 8.36. Blocchi stradali, volantinaggio, protesta. Tornano i forconi. Con il loro ultimatum allo Stato, uguale a quello di un anno fa: «I politici che hanno trascinato nel baratro l'Italia devono dimettersi in massa». Ricomincia anche a Vicenza la contestazione del Movimento 9 dicembre, con un presidio all'incrocio di viale del Sole che prenderà vita dalle 7 di oggi. Tutto già scritto, disagi compresi? Non esattamente. Perché Gabriele Perucca, lunga militanza Life, votato anima e corpo alla causa di San Marco e coordinatore del presidio cittadino durante la “rivoluzione” 2013 non ci sarà e i venetisti nemmeno. «I blocchi stradali? Capitolo chiuso», dice.

Forconi un anno dopo. Un film già visto?
Noi forconi non lo siamo mai stati. (...)


Leggi l'articolo integrale sul Giornale in edicola.


da - http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/972011_tornano_i_forconi_ma__flop_malumori_in_viale_del_sole/
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