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Autore Discussione: VERONELLI  (Letto 2601 volte)
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« inserito:: Dicembre 01, 2014, 04:16:18 pm »

29 NOVEMBRE 2014 | di Luciano Ferraro
Andrea Bonini

Oggi, dieci anni fa, moriva Luigi Veronelli, l’alfa e l’omega della critica sul vino in Italia, collaboratore del Corriere della Sera con la rubrica “Agrodolce”. Molte le iniziative che sono e saranno organizzate, in prima fila il Comitato Decennale. Il Seminario Veronelli presenta oggi, alle 18, una rivista dal titolo  *Pastiche – Cultura materiale alla Veronelli, al Leoncavallo durante La Terra Trema, “per l’affetto che legava Veronelli a quel luogo, per l’energia e la passione con cui ha collaborato con i centri sociali negli ultimi anni di vita”. Sarà poi presentato il 10 dicembre, sempre a Milano, al Circolo Filologico, a Roma (Cavour 313), quindi a Firenze; in gennaio a Trieste, Torino, Napoli e Bari. Costa 15 euro, sarà venduto via Internet e distribuito “di mano in mano”, attraverso la rete degli associati al Seminario (oltre 200 aziende, dalla Sicilia al Trentino).

La nuova pubblicazione del Seminario Veronelli

Le pagine sono  firmate da Gianni Mura, Andrea Bonini, Burton Anderson, Gianfranco Marrone, Joško Gravner, Ilaria Bussoni. E poi, ancora, Gigi Brozzoni, Gianni Emilio Simonetti, Marco Noferi, Ciro Tarantino, Gianni Capovilla, Luigi Moio, Joško Sirk, Angelo Gaja, La Terra Trema, J. A. Gonzalez Sainz e Marco Magnoli. Scrivono i curatori: “Un libro che sa di vino e sa di terra, che racconta l’Italia, i suoi artigiani e le sue vigne. Una pubblicazione per rammentare colui che più d’ogni altro merita d’essere definito “critico” del vino, del cibo e delle relazioni sociali. Filosofo che assaggia, contadino che scrive, giornalista rigoroso che – con occhi, naso e bocca – ha fatto d’ogni bicchiere un racconto di luoghi e di persone”.

Ecco l’omaggio di Angelo Gaja: “Parlo sovente di Veronelli perché è stato lui che ha sostenuto gli artigiani come nessun altro. Li difendeva. Come nel caso dello zuccheraggio, che fu vietato perché l’allora ministero dell’Agricoltura diede la direttiva di correggere il grado alcolico dei vini del Nord tagliandoli con vini del Sud. La motivazione era che il Sud andava aiutato a collocare sul mercato vini di gradazione alcolica elevata ed acidità contenuta. Questo ha favorito la frode commerciale: per decenni arrivavano al Nord i Tir dal Meridione con vini da Taglio. Poi è arrivato il mosto concentrato la cui composizione modificava il Dna del vino. Veronelli è sempre stato contrario a tutto questo perché riconosceva il lavoro artigianale e voleva che fosse rispettato. E’ sempre stato all’avanguardia, anche con la battaglia sull’olio”.

Da - http://divini.corriere.it/2014/11/29/veronelli-10-anni-dopo-lomaggio-di-gaja/
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