Ebola, 11 soldati Usa in quarantena a Vicenza. Australia blocca arrivi da paesi colpiti
I militari sono rientrati dalla Liberia. Il sindaco: "Sono tutti sani". Il Pentagono valuta isolamento per tutti i militari di rientro da paesi colpiti da virus
VICENZA - Undici soldati americani di ritorno dalla Liberia sono stati messi in quarantena nella base Usa di Vicenza. Secondo la Cbs, il gruppo comprende il generale Darryl Williams, ex comandante delle truppe americane in Africa. Al loro arrivo, i militari sono stati accolti da carabinieri protetti da tute isolanti. Il periodo di quarantena durerà 21 giorni. Altri trenta dovrebbero arrivare oggi. Nella cittadina del veneto i soldati Usa verranno tenuti sotto controllo in quella che effettivamente è una quarantena, anche se il Pentagono non usa quella terminologia. Preferisce piuttosto usare l'espressione "monitoraggio controllato". Non ci sono prove che facciano pensare che i soldati, che si trovano in "un'area separata" all'interno della base, abbiano sintomi della malattia.
Il sindaco: "Nessuno presenta sintomi". "Il Prefetto e le autorità militari americane mi hanno assicurato che tutti i militari tornati dall'Africa sono sani. Nessuno di loro presenta i sintomi dell'Ebola", ha detto il sindaco di Vicenza Achille Variati. Ora il Pentagono sta prendendo in considerazione l'ipotesi di mettere in quarantena tutte le truppe americane di rientro dai Paesi colpiti dall'epidemia. Al momento, sul campo, sono impegnati 900 soldati.
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L'Australia sospende l'immigrazione dall'Africa. Intanto il governo australiano ha annunciato una serie di misure che mirano a sospendere l'immigrazione proveniente dai Paesi dell'Africa occidentale colpiti da Ebola, nel tentativo di impedire che il virus possa arrivare sul proprio territorio. Viene dunque sospeso provvisoriamente "il programma di immigrazione, compreso il programma umanitario". Non saranno più istruite nuove domande di visti, ha aggiunto. Inoltre, sono annullati i visti temporanei già accordati a persone che non abbiano ancora lasciato i propri Paesi. Per quanto riguarda invece le persone che hanno ottenuto visti permanenti su basi umanitarie, queste saranno sottoposte a tre serie di esami medici prima della partenza e ad un nuovo esame medico al loro arrivo in Australia. Gli altri detentori di visti di lunga durata devono sottoporsi prima di partire a tre settimane di quarantena.
Ban Ki-Moon, no a restrizioni non basate sulla scienza. In questi giorni i governatori degli Stati di New York, New Jersey e Illinois hano imposto una quarantena di 21 giorni per il personale medico di ritorno da Guinea, Liberia e Sierra Leone, i tre Paesi africani più colpiti da Ebola. La Florida ha imposto controlli giornalieri per tutto il periodo di possibile incubazione. Gli operatori sanitari che lavorano in Africa contro il virus Ebola sono "persone eccezionali che danno loro stesse per l'umanità. Non dovrebbero esere soggette a restrizioni non basate su principi scientifici. Chi viene infettato dovrebbe esser aiutato, non stigmatizzato", ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon.
Cuomo allenta le misure sulla quarantena. Negli Usa, pressato dall'amministrazione Obama, il governatore di New York Andrew Cuomo ha annunciato che allenterà le misure sulla quarantena imposta agli operatori sanitari che rientrano dai Paesi colpiti dall'Ebola allo scalo di Jfk. Secondo quanto riferisce il New York Times, in base alle nuove regole, lo Stato permetterà il rientro degli operatori sanitari che hanno avuto contatti con pazienti malati di Ebola in Africa, ma nessun sintomo, di rientrare nelle proprie case dove saranno confinati e monitorati per 21 giorni. I funzionari della sanità potranno monitorare queste persone due volte al giorno per la temperatura e altri sintomi fino al termine del periodo di confinamento di 21 giorni. La decisione di Cuomo porta lo stato più vicino alla linea dei protocolli federali e giunge nello stesso giorno della denuncia dell'infermiera Kaci Hickox la quale, di rientro da Sierra Leone al Jfk, ha lamentato il modo in cui è stata trattata annunciando che avrebbe fatto ricorso ai legali.
Casa Bianca si schiera dalla parte dell'infermiera. Oggi la Casa Bianca si è schierata dalla parte dell'infermiera ritornata dalla Sierra Leone e messa automaticamente in isolamento non appena atterrata in New Jersey. Secondo l'amministrazione Obama, la donna, che è risultata negativa al virus ebola e che oggi sarà dimessa, "non è stata rispettata" ed è dovuta "stare in una tenda" equipaggiata dove si trovava in isolamento. Ieri l’infermiera aveva annunciato che avrebbe fatto causa contro le politiche sanitarie e aveva definito "disumane" le condizioni in cui è stata costretta a vivere.
Il Belgio sospende le espulsioni di migranti. Le espulsioni forzate di immigrati dal Belgio verso i Paesi africani colpiti da Ebola sono state sospese da alcune settimane per evitare il rischio contagio per gli agenti di Polizia tenuti all'accompagnamento. "Alla metà di agosto si è deciso di annullare tutte le missioni" degli agenti di Polizia incaricati di scortare le persone espulse dal Belgio verso Liberia, Sierra Leone e Guinea a causa dell'epidemia di Ebola, ha detto un portavoce della Polizia federale, Agnès Reis.
Ue: "Servono 40.000 esperti". Christos Stylianides, neo-designato coordinatore Ue per la lotta all'ebola ha detto che per far fronte all'epidemia di ebola "devono essere mobilitati 40.000 esperti" nel più breve tempo possibile. Stylianides ha sottolineato che gli esperti che si recheranno nella regione "devono ottenere garanzia che saranno evacuati in caso di necessità." Il coordinatore ha insistito che "lavorerà con gli Stati membri per organizzare le operazioni di evacuazione" del personale europeo potenzialmente affetto dalla malattia. Stylianides ha ribadito che i rischi di Ebola "sono stati sottostimati" dalla comunità internazionale, e che l'epidemia "rischia di estendersi ben oltre l'Africa Occidentale" se non si interverrà presto e in modo efficace.
© Riproduzione riservata 27 ottobre 2014
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