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Autore Discussione: Bioetica, fine della discussione?  (Letto 2557 volte)
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« inserito:: Ottobre 20, 2007, 11:54:57 pm »

Bioetica, fine della discussione?

Gilberto Corbellini


Il Sottosegretario alle Riforme Istituzionali ed ai Rapporti con il Parlamento Onorevole Giampaolo D’Andrea ha messo nero su bianco la versione secondo cui l’avvicendamento delle vicepresidente del Comitato Nazionale di Bioetica (Cnb) si è reso necessario in quanto nel consiglio di presidenza si era determinata una «pericolosa situazione di conflittualità». Il Presidente Francesco Paolo Casavola avrebbe quindi agito nell’interesse del Cnb eliminando un fattore di turbolenza.

Credo e auspico che i vicepresidenti sostituiti faranno valere in tutte le sedi i loro argomenti a confutazione della tesi testé citata, visto che, al di là della convenienza per il Presidente di scaricare le proprie responsabilità, rimane il fatto che si attribuisce un’incapacità di svolgere il compito di vicepresidente del Cnb non a persone qualsiasi. Cinzia Caporale, per esempio, ha guidato il Comitato Intergovernativo per la Bioetica dell’Unesco nella complessa quadratura della Dichiarazione Universale sulla Bioetica e i Diritti Umani. Mentre Elena Cattaneo, una delle scienziate italiane più note a livello internazionale, nello stesso frangente in cui veniva degradata da Prodi e Casavola, era nominata dal Ministro dell’Università Fabio Mussi nel gruppo ristretto di scienziati che dovranno indicare una terna di nomi tra cui scegliere il futuro presidente del Cnr. È quasi comico sostenere che non sanno lavorare bene in un modesto comitato di bioetica.

Di fatto, la «pericolosa situazione di conflittualità» altro non è che una dialettica culturale tra punti di vista bioetici, che una democrazia matura dovrebbe in realtà ricercare in un’istituzione deputata a promuovere il dialogo su temi controversi di straordinaria attualità. Perché, di fatto, il Presidente Casavola ha motivato la sostituzione dei vicepresidenti affermando che non lo hanno difeso a sufficienza dalla critiche rivolte al suo operato, e che due di loro (Caporale e Cattaneo) erano addirittura vicine ai suoi critici. Vale a dire che la ragione dell’avvicendamento risiede in realtà nell’intento del Presidente di sedare la discussione all’interno del Cnb.

Forse perché il Presidente Casavola non sa ricomporre la naturale dialettica che caratterizza la materia in quanto non padroneggia adeguatamente le questioni della bioetica? Ovvero in quanto egli pensa che un comitato di bioetica equivalga a una corte di giustizia, dove si debbono semplicemente accertare fatti e applicare procedure? Ma non è così. La bioetica è un terreno di discussione e solo attraverso un confronto dialettico trasparente, il naturale e sano pluralismo dei punti di vista morali può ricomporsi in un dialogo rispettoso. E può quindi aiutare tutti i cittadini a comprendere che cosa è in gioco, nonché il legislatore a regolamentare i comportamenti individuali nel quadro dei principi e della garanzie previste dalla Costituzione. Che si tratti di testamento biologico o di ricerche sulle staminali, di test genetici o di etica delle neuroscienze, di fecondazione medicalmente assistita o di sperimentazione clinica, lo scopo di un Comitato di Bioetica nel contesto di una società moderna è fornire ai cittadini gli elementi conoscitivi per ragionare e concorrere attraverso i canali della democrazia alle decisioni politiche.

Se il Cnb deve svolgere una funzione socialmente utile, e non fare da cassa di risonanza di contrasti ideologici, è necessario che funzioni come uno spazio dove la discussione viene portata avanti con onestà intellettuale e competenza, e non con l'obiettivo di emettere condanne morali sulla base di una morale di un'etica di stato. La sua utilità sociale e politica, e la sua credibilità possono crescere solo se riesce a far comprendere ai cittadini la natura e i contenuti delle argomentazioni a favore o contro le diverse decisioni che si possono assumere in merito a una qualsiasi questione eticamente controversa. I componenti del Cnb sono stati nominati dal Primo Ministro non per proporre leggi o dettare soluzioni, ma per rappresentare la naturale pluralità delle posizioni morali e suggerire come eventualmente normare i comportamenti senza ledere i diritti e le libertà costituzionali.

Per fare questo lavoro si deve necessariamente discutere. Se qualcuno fa di tutto per impedirlo, e se una naturale dialettica viene tacciata come «pericolosa situazione di conflittualità», allora qualcosa non va. La situazione è davvero pericolosa. Ma per ragioni del tutto diverse da quelle che dice il sottosegretario. Perché non si vuole che al suo interno si discuta e che a tutti i punti di vista “bioetici” venga riconosciuta pari dignità. Questo genere di intimidazione si può chiamare in vari modi, e la sua pericolosità consiste nel rappresentare un attacco a quei valori di convivenza e coesione civile che sono gli unici davvero “non negoziabili” in una democrazia.


Pubblicato il: 20.10.07
Modificato il: 20.10.07 alle ore 8.39   
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