Fedez contro il Pd: “Hanno chiamato Sky per chiedere la mia testa, questo è fascismo”
I deputati Gelli e Magorno dopo l’inno del rapper per il raduno grillino al Circo Massimo: “Sky dovrebbe rivedere il suo ruolo a X Factor, deve rispettare le istituzioni”.
La replica: mi censurano. E posta una fotografia di Hitler e Mussolini. Grillo: è un fatto gravissimo
10/10/2014
Alice Castagneri
Torino
Prima l’attacco a Renzi, poi quello a Napolitano. Insomma, era solo questione di tempo prima che Fedez finisse nell’occhio del ciclone. Qualche esponente Pd, infatti, non ha gradito per niente l’inno che il rapper ha scritto per i Cinque Stelle, in occasione del raduno al Circo Massimo. Rime forti e dirette, rivolte anche al Presidente della Repubblica. Non troppo gradita, a quanto pare, anche la presenza di Fedez - in veste di giudice - ad X Factor. Così i deputati del Pd, Federico Gelli ed Ernesto Magorno, hanno invitato Sky, rete che ospita il talent show musicale, a valutare la presa di posizione politica dell’artista e a riconsiderare il suo ruolo all’interno del programma.
«Sarebbe interessante sapere come sia giudicata da Sky, che ha mostrato sempre grande equilibrio ed equidistanza nel rapporto con la politica, l’affiliazione pubblica di Fedez al Movimento 5 stelle, visto che il rapper è uno dei volti di punta dell’emittente satellitare come giudice di X Factor», hanno dichiarato Gelli e Magorno. «X Factor rappresenta una delle trasmissioni di maggiore successo di Sky - hanno spiegato i parlamentari - e raccoglie in particolare grande attenzione dal pubblico giovane. La decisione di Fedez di scendere in campo in politica, come autore dell’inno ufficiale della manifestazione di Beppe Grillo e del suo partito al Circo Massimo, può creare certamente uno scollamento con l’immagine sempre imparziale di Sky, che negli ultimi anni si è segnalata anche per l’organizzazione dei faccia a faccia elettorali e in occasioni come le primarie del Pd, dando spazio a tutti i candidati in corsa».
La risposta di Federico Lucia (in arte Fedez) non si è fatta attendere. Il rapper, che si è aggiudicato il disco d’oro per il suo nuovo album Pop-Hoolista (con oltre 25 mila copie vendute in una settimana), ha scritto un messaggio sulla sua bacheca di Facebook. «Non sono a X-Factor per fare propaganda e mai l’ho fatta, ma da cittadino ho le mie idee politiche e non ho nessun motivo per tenerle nascoste, il fatto che per averle espresse si chieda la mia testa ci riporta indietro di 60 anni alla censura e al fascismo». Ad accompagnare il messaggio un’immagine “pop” di Mussolini e Hitler, pronti a farsi un selfie.
Il post ha ricevuto migliaia di commenti di fans e haters (o forse di grillini e “dem”). Qualcuno ha accusato il rapper di gridare un po’ troppo facilmente al “complotto” e di tirare in ballo sovente la censura. Qualcun’altro ha trovato il paragone con il fascismo decisamente eccessivo. E altri ancora, invece, hanno apprezzato il suo coraggio.
Anche Beppe Grillo si è subito mosso in difesa di Fedez, definendo la vicenda un “fatto gravissimo”. Poi è arrivata una nuova stoccata dei due deputi Pd, che hanno negato di aver chiesto la testa del rapper: «Invece di parlare a sproposito di fascismo, Fedez rispetti le istituzioni democratiche. Era proprio il regime fascista a dileggiare e ridicolizzare i capisaldi delle democrazie e le garanzie repubblicane. Evidentemente fa fatica a distinguere tra uno spazio tv di carattere politico e una trasmissione di intrattenimento». La battaglia, dunque, si preannuncia lunga, dentro e fuori dal Parlamento.
twitter@alicetta
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