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Autore Discussione: «Beat the Break: mai più fratture»  (Letto 2634 volte)
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« inserito:: Ottobre 20, 2007, 06:25:52 pm »

20 ottobre

«Beat the Break: mai più fratture»

Nella Giornata Mondiale dell’Osteoporosi l’attenzione è rivolta alla prevenzione, sin da bambini


Conoscere l’osteoporosi per prevenirne i rischi. Questo l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione che la International Osteoporosis Foundation (IOF) promuoverà in tutto il mondo oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’osteoporosi. Il tema di quest’anno «Beat the Break: mai più fratture», vuole promuovere la conoscenza della salute delle ossa e incoraggiare donne e uomini, anziani e non solo, a identificare il proprio rischio di osteoporosi per ridurre al minimo il rischio di ammalarsi con l’avanzare dell’età. «L’osteoporosi affligge dopo i 50 anni d’età una donna su tre e un uomo su cinque, e due persone su tre dopo gli 80 anni. Nell’Unione Europea ogni trenta secondi una persona è colpita da una frattura vertebrale, e tra gli anziani che sopravvivono a una frattura di femore, solo uno su tre riacquista il precedente livello di autonomia», spiega Ivana Santi Responsabile dell’Ambulatorio Integrato per l’Osteoporosi e le Malattie Metaboliche dell’Osso dell’ASP (Azienda Servizi alla Persona) IMMeS e PAT di Milano. Le conseguenze legate alle fratture del femore sono molto pesanti. Basti pensare che la mortalità è del 15-25%, che la disabilità motoria colpisce più della metà dei pazienti nell’anno successivo alla frattura e che solo il 30-40% di queste persone riprendono autonomamente le attività quotidiane.

CHE COS’È L’OSTEOPOROSI - L'osteoporosi è la patologia dell’apparato scheletrico caratterizzata da una compromissione della resistenza dell’osso. Ciò significa che quando lo scheletro diventa meno resistente e più fragile aumenta il rischio, anche per piccoli traumi, di andare incontro a fratture ossee. «All’inizio l’osteoporosi progredisce lentamente e senza disturbi. La persona cioè non avverte sintomi e frequentemente il primo segno di malattia è proprio la frattura ossea, ecco perché viene definita anche l’epidemia silente», precisa Ivana Santi. Le conseguenze di fratture legate all’osteoporosi possono interessare ogni sito scheletrico, ma risultano più frequenti a livello delle vertebre, del femore, del polso, con conseguente perdita dell’autonomia funzionale, condizionando pesantemente la qualità della vita. «Una frattura vertebrale, inoltre, aumenta di cinque volte il rischio di una nuova frattura vertebrale entro un anno dall’evento. Per questo è importante non solo la prevenzione primaria, ma anche quella secondaria: cioè è importante evitare le fratture, con un corretto stile di vita e un’alimentazione ricca di calcio, ma anche curarsi quando è insorta la prima frattura, in modo da prevenirne altre», conclude l'esperta.

Chiara Bidoli
19 ottobre 2007

da corriere.it
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