Giustizia, l'Anm boccia il governo: "Riforma inefficace"
I magistrati parlano di "Interventi di scarso respiro" e "norme punitive frutto di logiche del passato". E contestano il taglio delle ferie: "Un grave insulto, il provvedimento arriverebbe per decreto mentre altre norme più importanti sarebbero rimandate". Resta aperto il confronto: "Pronti a discutere senza porre veti" ma "non possiamo tacere di fronte all'inefficacia della riforma"
09 settembre 2014
ROMA - Una riforma "deludente", al cui interno ci sono "norme punitive" frutto in parte di "logiche del passato". L'Associazione nazionale magistrati boccia senza mezzi termini il progetto di riforma del governo sulla giustizia presentato lo scorso 29 agosto a Palazzo Chigi dal premier Matteo Renzi e dal Guardasigilli Andrea Orlando.
"Le notizie finora diffuse sulla riforma della giustizia non possono che suscitare delusione", sottolineano i magistrati, che definiscono gli interventi "di scarso respiro" e contestano alcuni provvedimenti come quello dell'annunciata riduzione delle ferie che, se confermata, "sarebbe un grave insulto non per l'intervento in se stesso ma per il metodo usato e per il significato che esso esprime", anche perché arriverebbe "con un decreto legge a efficacia differita (cioè un ossimoro) quando altre riforme ben più urgenti sono incerte o rimandate al disegno di legge o addirittura alla legge delega".
Duro l'attacco sulla prescrizione: "L'annunciata modifica", spiega la nota, "non tocca la riforma del 2005, prodotto di una delle varie leggi ad personam: si risolve invece nella debole scelta di introdurre due nuove ipotesi di sospensione temporanea ed eventuale del suo decorso" e rileva come "l'inerzia della politica vada in parallelo con periodiche, violente accuse rivolte ai magistrati di volersi sostituire al legislatore".
Il confronto con il ministro Orlando, che ha più volte incontrato i vertici dell'Anm, non sembra dunque servito ad arrivare ad una riforma condivisa. Da parte dell'Associazione guidata da Rodolfo Sabelli resta la disponibilità "a discutere di tutto senza porre veti", ma con l'avvertimento che "non potrà tacere di fronte all'inefficacia di una riforma della giustizia definita rivoluzionaria".
La riforma del governo prevede, nelle linee generali, nuove norme sul falso in bilancio e sulla prescrizione, norme sulle responsabilità civile dei magistrati, il dimezzamento della pausa estiva per i tribunali con l'obiettivo di arrivare al "dimezzamento dell'arretrato della giustizia civile", come annunciato dal premier Renzi. Il presidente del Consiglio illustrerà al Senato il programma dei mille giorni di governo il prossimo 16 settembre alle ore 15.
Ma l'Anm non ci sta e lancia altre priorità per riformare la giustizia. Gli interventi previsti "non toccano il tema centrale delle risorse, quello che condiziona in larga misura l'efficienza della macchina giudiziaria", e sono "destinati a produrre risultati assai inferiori alle attese", sottolinea l'Anm, che pure riconosce la "grave crisi di efficienza e funzionalità" del sistema giudiziario italiano.
Le ricette però sono diverse da quelle del governo: servono "forti investimenti in risorse di personale amministrativo e di mezzi ma anche in riforme coraggiose della normativa civile e penale", specifica l'Anm, che sottolinea lo sforzo dei magistrati per far funzionare al meglio il sistema: "Solo l'impegno straordinario dei magistrati e del personale di cancelleria - si legge nella nota- ha potuto contenere i danni peggiori e perfino ridurre in molti casi l'arretrato, grazie a una produttività eccezionale". E vengono citati i dati del Consiglio d'Europa che pongono la magistratura italiana "al primo posto per produttività in Europa".
Csm e Consulta, domani riunione congiunta Parlamento, poi ad oltranza. Camera e Senato si riuniranno domani in seduta comune per eleggere i componenti di Csm e Consulta. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha confermato, alla riunione dei capigruppo, che se domani non verranno eletti i giudici della Consulta di nomina parlamentare ed i membri laici del Csm, il Parlamento verrà convocato ad oltranza, con votazioni anche nelle giornate di lunedì e venerdì, come aveva annunciato alla Camera la presidente Laura Boldrini.
Per l'elezione dei due giudici della Corte Costituzionale si tratta del settimo scrutinio mentre per gli otto componenti del Consiglio superiore della magistratura si è giunti al quarto scrutinio. Nei giorni scorsi anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sollecitato i presidenti delle Camere ad intervenire affinché maggioranza e opposizioni trovino un accordo per sbloccare la situazione di stallo. I giudici della Consulta nominati dal Parlamento in seduta comune sono eletti a scrutinio segreto e con la maggioranza di due terzi dei componenti nei primi tre scrutini. Per gli scrutini successivi è sufficiente la maggioranza di tre quinti dei componenti. Per il Csm è necessaria la maggioranza dei tre quinti dei componenti il Parlamento in seduta comune nei primi due scrutini. Negli scrutini successivi basta la maggioranza dei tre quinti dei votanti.
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