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Autore Discussione: Possiede 201 milioni, dichiara 4 euro: assolto dall’accusa di evasione fiscale  (Letto 2638 volte)
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« inserito:: Giugno 24, 2014, 05:26:55 pm »

IL CASO

Possiede 201 milioni, dichiara 4 euro: assolto dall’accusa di evasione fiscale
I legali del veronese Montresor «Tasse pagate dalle sue società».
Il pm chiedeva 6 anni di carcere
   
VERONA - Della sua «amnesia fiscale» da decine e decine di milioni di euro avevano parlato i mass media di tutta Italia. E ogni volta, per il 70enne «paperone di Bussolengo», gli epiteti che si sono sprecati erano gli stessi: «Evasore record, evasore da Guinness». Del resto, il quadro che di lui avevano tracciato gli inquirenti - procura e guardia di Finanza - non lasciava margine ai dubbi: perché l’imprenditore Giovanni «Lolo» Montresor, secondo l’accusa, negli ultimi 15 anni avrebbe dichiarato dieci euro lordi in tutto, inclusi i redditi della moglie. Peccato però che, a conti fatti, possieda invece un patrimonio da 201milioni di euro (all’estero) e diversi hotel. Contestazioni pesantissime e che, codice penale alla mano, rischiavano di tradursi per lui in una condanna altrettanto gravosa. Eppure, fin dall’inizio, il «Lolo» non si era mai scomposto: «Finirà tutto in niente - aveva dichiarato dopo che le Fiamme Gialle gli avevano posto sotto sigilli gran parte del suo immenso patrimonio -. Andrà a finire come l’altra volta. Anche Tangentopoli per me era finita in niente: prosciolto da tutte le accuse».

Parole, le sue, che si sono rivelate profetiche: già, perché nel primo pomeriggio di mercoledì il giudice Giorgio Piziali ha assolto il «Lolo» dall’accusa di evasione fiscale «perché il fatto non sussiste». Bisognerà comunque attendere il deposito delle motivazioni per conoscere nel dettaglio le ragioni di una sentenza che, in ogni caso, farà indubbiamente discutere. Basti pensare che alla scorsa udienza, a coronamento della propria requisitoria, il pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti aveva sollecitato per Montresor la condanna a sei anni oltre alla confisca di «tutti i beni attualmente sotto sequestro» perché «dagli esiti delle indagini e dalle risultanze del processo - aveva più volte ribadito il pm in aula - rimangono comprovati gli elementi soggettivi ed oggettivi del reato». Nulla di più inesatto, invece, secondo il combattivo pool difensivo messo in campo dal «Lolo»: a rappresentarlo in aula c’erano sia due avvocati veronesi di primo piano - Tiburzio De Zuani e il figlio Armando - che l’amministrativista del Foro di Milano Maurizio Marullo. Sono stati loro, con una dettagliata contro-ricostruzione, a far prevalere al processo la tesi assolutoria: «Siamo oltremodo soddisfatti, sia noi che il nostro cliente - ha commentato nel pomeriggio l’avvocato Tiburzio De Zuani -. Non era semplice riuscire a dimostrare l’infondatezza dell’accusa».

Al centro del contenzioso, infatti, si configurava una presunta evasione d’imposta quantificata dalle Fiamme gialle in svariate decine di milioni di euro. Una «dimenticanza fiscale» che, secondo l’accusa, sarebbe stata «totale per dodici anni»; mentre nel 2010 e 2011 - a indagine della Finanza già avviata - Montresor e la moglie, forse nella speranza di poter usufruire di un eventuale condono, si erano fatti vivi con l’Erario presentando le rispettive dichiarazioni dei redditi: lui prima per 4 e poi per 5 euro, lei per 1 e poi, addirittura, con un sonoro zero. In realtà, però, secondo la ricostruzione della procura, il 70enne avrebbe incassato 65 milioni solo dalla vendita di un terreno nel litorale veneziano, a Eraclea. Commerciante di bovini e imprenditore immobiliare, in base alla ricostruzione del pm avrebbe vantato invece disponibilità all’estero (nella fattispecie, riconducibili a una società con sede in Lussemburgo) fino a 201 milioni di euro. «È andata bene, certo. Possiamo tirare un primo sospiro di sollievo, ma siamo appena agli inizi perché adesso si apre la partita più complicata, quella per il dissequestro» dice l’avvocato Tiburzio De Zuani, che subito dopo il verdetto scandito in aula dal giudice Piziali, ha comunicato al telefono la parola che Montresor (mai presente in aula) tanto aspettava: «Assolto».

Nella battaglia ha giocato un ruolo-chiave la consulenza dei due autentici «super esperti della materia» a cui si era affidato il pool difensivo, ovvero Maurizio Lupoi e Paolo Giovannini. Tema- chiave della loro analisi, più volte richiamato nel corso delle arringhe, l’istituto giuridico del «trust», un negozio «regolato dalle leggi estere e che consente a un soggetto (in questo caso Montresor, ndr) di affidare a un altro soggetto la gestione di beni patrimoniali». Un «trust», quello dell’imprenditore di Bussolengo, datato 25 maggio 2006 e che era stato qualche mese dopo precisato da due «lettere dei desideri» con cui l’imprenditore «spiegava di non voler niente per sé e per la moglie, se non, una volta diventati vecchi, il necessario per provvedere al nostro mantenimento». Davanti alle telecamere, del resto, il grintoso «paperone di Bussolengo» si era spinto anche oltre: «Non ho niente da nascondere. Le tasse mai pagate? Balle. I redditi li hanno sempre dichiarati le mie società. Ne ho avute tante. Ma io come persona non dovevo dichiarare niente». Il motivo è presto detto: secondo il «Lolo», «Se presto soldi a una mia società che poi me li restituisce, è reddito? No, è il rimborso di un prestito... » . E la giustizia gli stando ragione. Per ora.

20 giugno 2014
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Laura Tedesco

Da - http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2014/20-giugno-2014/possiede-201-milioni-dichiara-4-euro-assolto-dall-accusa-evasione-fiscale--223432696919.shtml
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