LA-U dell'OLIVO
Marzo 28, 2024, 10:16:52 pm *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: Cantone: “A Venezia peggio dell’Expo” - Un futuro limpido per l'Ulivo.  (Letto 3969 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Giugno 06, 2014, 07:23:59 pm »

Cronache
05/06/2014

Mose, Renzi: “La corruzione dei politici è come l’alto tradimento”
Cantone: “A Venezia peggio dell’Expo”
Il presidente del Consiglio: «Un Daspo dalla cosa pubblica per i condannati».
Grillo attacca il Pd sul blog: «Noi vinciamo poi, intanto #arrestanovoi»

«Il problema sono i ladri, non le regole, la gente che ruba va mandata a casa» ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenendo in conferenza stampa a Bruxelles, «nelle prossime ore interverremo sugli appalti pubblici, l’anticorruzione e altri temi specifici». Commentando lo scandalo del progetto Mose di Venezia e l’inchiesta in corso, Renzi definisce «alto tradimento» la corruzione dei politici, sottolineando che la politica non è stata soltanto lambita dall’inchiesta, «il punto centrale è garantire che chi viene condannato poi non abbia la possibilità, magari 20 anni dopo, di occuparsi della cosa pubblica. Quindi la mia proposta del Daspo per politici e imprenditori è il senso dell’operazione». 

Cantone: «Sistema inquietante, favorito dall’enorme quantità di denaro». 
«Cambiare le regole non basta, serve discontinuità politica e culturale»: è l’opinione rilasciata a Radio Uno da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Ha definito «inquietante» il sistema di corruzione che emerge dall’inchiesta sul maxi progetto. Una vicenda peggio dell’Expo: «Una corruzione davvero penetrante, che viene in qualche modo favorita dalla quantità enorme di denaro che gira quando si tratta di grandi opere». Perchè il rischio, di fronte alla burocrazia, è che tutto si blocchi, che la revoca degli appalti «laddove si individuino reati» comprometta tutto il lavoro svolto. Così il ministro della Giustizia Andrea Orlando dice «basta con le procedure eccezionali e con i percorsi emergenziali, perchè dove non c’è concorrenza, è più facile che si crei opacità». Per Antonio Di Pietro (Idv), «la fotocopia dell’inchiesta Mani Pulite» con un sistema «ancora più ingegnerizzato». E Gianluca Galletti, ministro dell’Ambiente, ribadisce: «E’ il momento di finire quell’opera». Ma per Pippo Civati (Pd), «l’imbarazzo è insopportabile per chi cerca di fare politica in modo semplice»: lo scrive su suo blog, suggerendo «si dovrebbe tornare a votare» 

L’inchiesta durata cinque anni 
Politici, imprenditori, perfino il sindaco di Venezia Orsoni, ora ai domiciliari con l’accusa di finanziamento illecito e sospeso dalla Prefettura dalla carica di sindaco: l’inchiesta sul Mose ha fatto scattare 35 arresti, oltre cento gli indagati inseriti nell’ordinanza firmata dal gip. È il frutto del lavoro di cinque anni, l’avvio nel settembre del 2009 partite con accertamenti fiscali sulle società legate al consorzio Venezia Nuova. Ora le accuse di corruzione a politici e imprenditori, coinvolgendo nell’inchiesta esponenti di destra e sinistra: sarebbe di 25 milioni di euro, secondo la procura, la somma di denaro «distratta» dal progetto della maxi diga. Poco fa si è dimesso Renato Chisso (Fi), assessore regionale veneto alle Infrastrutture, tra i 35 arrestati.

 

Grillo: «Noi vinciamo poi, intanto #arrestanovoi» 
«Noi vinciamo poi, intanto #arrestanovoi» è l’ultimo commento di Beppe Grillo sul suo blog, ricambiando così l’ironia che il Pd aveva usato per commentare l’esito del Movimento 5 Stelle alle europee. Il Movimento, nelle ultime ore, aveva anche chiesto le dimissioni di Luca Zaia, governatore del Veneto, che replica: «Se c’è un partito che in questa inchiesta non viene mai citato è la Lega Nord», annunciando di aver chiesto di poter incontrare il procuratore capo di Venezia per avere informazioni, mentre Roberto Maroni, governatore della Lombardia, sottolinea come «le responsabilità penali sono sempre personali». 

Lotti, Pd: «Orsoni? Non è per scaricarlo, ma non ha la tessera» 
Dopo lo scandalo Expo, la nuova Tangentopoli rilancia la questione appalti: sono 600 le norme che regolano la materia, sottolinea Riccardo Nencini, viceministro alle Infrastrutture, «le ridurremo di due terzi», si impegna, annunciando che il tavolo sul settore subirà un’accelerazione già la prossima settimana «per definire i parametri del nuovo codice degli appalti». All’interno del Pd, intanto, il responsabile organizzazione Luca Lotti interviene sui rapporti tra il partito e il sindaco di Venezia Orsoni: «C’è un accanimento sul fatto che il sindaco sia del Pd. Non è per scaricarlo, ma Giorgio Orsoni non è del Pd, non ha mai avuto la tessera. Il Pd sostiene il sindaco indipendente Giorgio Orsoni». La replica arriva da Emanuele Prataviera, deputato leghista: «Il Pd non può chiamarsi fuori, Orsoni fino a ieri era considerato uno degli ideologi del Pd di Renzi». «L’altra edificante faccia delle larghe intese» è il commento di Giorgia Meloni (Fdi) su Twitter commentando le inchieste Mose ed Expo.

Da - http://lastampa.it/2014/06/05/italia/cronache/cantone-mose-sistema-inquietante-pi-grave-dello-scandalo-sullexpo-0NXrT1uQZPObIw1SZMi8YK/pagina.html
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #1 inserito:: Giugno 06, 2014, 07:27:13 pm »

CRONACHE
06/06/2014 - POLITICA E AFFARI

“Un Daspo per i politici corrotti”
Renzi: via i ladri dalle istituzioni.
Oggi le norme per non rallentare i lavori Expo, ma slittano quelle sull’anti corruzione


GUIDO RUOTOLO
ROMA

L’immagine del Daspo ai politici è senza dubbio forte. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non fa mistero che non intendere concedere sconti a nessuno: «Il punto centrale è garantire che chi viene condannato non torni più ad occuparsi della cosa pubblica con un meccanismo di Daspo. 
 
Personalmente un politico che viene indagato per corruzione lo indagherei per alto tradimento perché chi prende delle tangenti tradisce il mandato, l’onore sul quale aveva giurato».
 
Fa sul serio, il premier Renzi. Che forse diffida di questo plebiscito a favore dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, come se lo stesso potesse disporre di una bacchetta magica che d’incanto cancelli la corruzione. Dice ancora Renzi: «Il problema della corruzione sono i ladri, non le regole che ci sono e che non si rispettano». 
 
Da Bruxelles il presidente del Consiglio annuncia: «Sicuramente interverremo nelle prossime ore, nei prossimi giorni sul tema degli appalti pubblici, dell’Autorità nazionale anticorruzione e di interventi specifici». Nel ddl anticorruzione, ribadisce il ministro Andrea Orlando, verrà poi «introdotto il reato di autoriciclaggio» e sarà «rivista la disciplina del falso in bilancio».
 
E dunque, a quasi un mese dalla «missione» milanese (12 maggio scorso) del premier e di Cantone per lanciare l’offensiva dell’Anticorruzione può sembrare un colpo di freno la decisione che neppure oggi, a Palazzo Chigi, si discuterà e si approverà il decreto Cantone, che dovrebbe affidare nuovi poteri di controllo all’Autorità per Expo 2015, né si procederà alle quattro nomine che devono riempire le caselle vuote della stessa Autorità (un nervo scoperto perché i nomi dei candidati non sono apprezzati da tutti i «soggetti» consultati).
 
In realtà oggi, a meno di ripensamenti della notte, si discuterà un intervento - probabilmente un decreto legge - che «affronterà le criticità contrattuali» che rischiano di far saltare la scadenza dell’aprile prossimo, quando dovranno essere consegnate le opere di Expo 2015. E dunque un provvedimento molto importante per la riuscita di questo appuntamento internazionale.
 
Chi lascia filtrare i contenuti del provvedimento d’urgenza che dovrebbe essere portato oggi al Consiglio dei ministri cita l’esempio dell’Ilva di Taranto: «Di fronte a provvedimenti giudiziari della magistratura di Taranto che rischiavano di vanificare ogni prospettiva di futuro del centro siderurgico, il governo è intervenuto con un decreto legge poi riconvertito dal parlamento».
 
Ecco, oggi Palazzo Chigi dovrebbe varare un provvedimento che neutralizza i contenziosi contrattuali che potrebbero rallentare i lavori di Expo 2015.
 
Nello stesso tempo sta prendendo corpo un intervento legislativo più organico sui poteri d’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione. Al senatore Pd Massimo Mucchetti che si interroga sulla sintonia tra Renzi e Cantone a proposito dei lavori delle grandi opere, con il presidente del Consiglio che sostiene la «priorità dell’esecuzione delle opere che si ritengono utili», e Cantone che invece ipotizza anche la «revoca degli appalti alle imprese inquisite», precisa la stessa Autorità nazionale anticorruzione: «Nella legge Severino è prevista la clausola che consente la revoca se si verifica un fatto di corruzione. Mi auguro che questa clausola venga applicata».
 
E quindi nessun contrasto con Renzi, lascia intendere Cantone. Ma è fuori discussione, come annota il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, che il problema è uno: «Fronteggiare i reati qui e oggi come si presentano. E completare la normativa Severino che funziona sulla prevenzione ma ha qualche lacuna sulle sanzioni».


da - http://www.lastampa.it/2014/06/06/italia/cronache/un-daspo-per-i-politici-corrotti-KsDSuFo2t1vO0KmDqRbS2H/pagina.html



















Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #2 inserito:: Giugno 08, 2014, 07:00:41 am »

E SULLA RAI: «Occorre cambiare la governance. Torni a fare servizio pubblico»
«Chi ruba va a casa a calci nel sedere»
Il premier Renzi e gli episodi di corruzione che hanno visto coinvolti anche esponenti del suo partito: «Non c’è Pd e non Pd. Ci sono ladri e non ladri»


di Redazione Online

«Nel caso della corruzione quello che abbiamo da dire lo diremo senza preoccuparci delle ripercussioni sui nostri. Se c’è nel Pd chi ruba va a casa a calci nel sedere, esattamente come chi è negli altri partiti. Non c’è Pd e non Pd. Ci sono ladri e non ladri». Lo ha detto il premier Matteo Renzi intervenendo a Napoli a «La Repubblica delle idee». Davanti agli scandali e agli episodi di corruzione, ha aggiunto, «l’esercito delle persone perbene non può solo indignarsi, non basta più. L’esercito delle persone perbene cambierà questo Paese».

Il decreto anti-corruzione
Il premier ha poi commentato che «è fuori dalla storia negare la responsabilità della politica, anche per la mia parte politica» e ha annunciato un provvedimento ad hoc contro la corruzione che sarà portato venerdì in consiglio dei ministri. «Sono 20 anni che diamo i super poteri e sono 20 anni che la corruzione cresce - ha commentato -. Noi siamo abituati a intervenire con decreti di emergenza, più dettati da ansia che da altro. Poi scopriamo che abbiamo fatto un sacco di regole in più, ma il problema non sono regole ma chi le rispetta». Quindi la nuova road map: nei prossimi giorni il provvedimento con i poteri a Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale contro la corruzione; poi, «due settimane dopo», la riforma più complessiva della giustizia, con misure come quella per cui se un politico ha «violato la legge», ci deve essere «la certezza che in un ufficio pubblico non ci metti più piede se non per fare un certificato».

«Cambiare la governance della Rai»
Renzi tra i vari temi ha affrontato anche quello della Rai e della sua riorganizzazione. «Penso vadano cambiate la governance e la strategia della Rai» ha detto il leader del Pd. Che ha poi aggiunto: «Chiedere alla Rai di tornare a fare servizio pubblico, educando le nuove generazioni, aiutando in una dimensione da maestro Manzi nella dimensione di internet, siamo in grado di farlo oppure no?».

7 giugno 2014 | 13:12
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.corriere.it/politica/14_giugno_07/chi-ruba-va-casa-calci-sedere-9bfeb748-ee32-11e3-8977-68eaa9ab56ac.shtml
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!