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Autore Discussione: Venezia, arrestato sindaco Orsoni Tangenti per il Mose, 35 in manette  (Letto 2486 volte)
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« inserito:: Giugno 05, 2014, 09:22:07 am »

L’INCHIESTA

Venezia, arrestato sindaco Orsoni Tangenti per il Mose, 35 in manette
Giorgio Orsoni (Pd) in manette nell’ambito delle indagini sulla cosiddetta «Tangentopoli del Veneto».
Richiesta di custodia cautelare per l’ex ministro Galan

di Redazione Online

Corruzione, concussione, riciclaggio. Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (eletto nel 2010 nella coalizione di centro sinistra) è stato arrestato nell’inchiesta della Procura di Venezia nell’ambito delle indagini sull’ex ad della Mantovani Giorgio Baita e gli appalti per il Mose, il sistema di dighe mobili progettato per difendere Venezia dall’acqua alta.

Arrestati in 35
Secondo fonti della Procura veneziana, a vario titolo, sono finite in manette 35 persone ed un altro centinaio sarebbero gli indagati. Tra le persone arrestate anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso (Fi), il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo nonché il generale in pensione Emilio Spaziante. La Procura avrebbe chiesto l’arresto anche dell’ex governatore e ministro Giancarlo Galan, attualmente parlamentare, per il quale è necessario il via libera dell’apposita commissione.

La tangentopoli del Veneto
Gli arresti eccellenti in Veneto, partono da un‘inchiesta della Guardia di finanza di Venezia avviata circa tre anni fa. Il pool di pm Stefano Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonino (Dda) ha scoperto che l’ex manager della Mantovani Giorgio Baita, con il beneplacito del proprio braccio destro Nicolò Buson, aveva spostato dei fondi relativi al Mose in una serie di fondi neri all’estero. Il denaro, secondo l’accusa, veniva portato da Claudia Minutillo, imprenditrice ed ex segretaria personale di Galan, a San Marino dove i soldi venivano riciclati da William Colombelli grazie alla propria azienda finanziaria Bmc. Le Fiamme gialle avevano scoperto che almeno 20 milioni di euro, così occultati, erano finiti in conti esteri d’oltre confine e che, probabilmente, erano indirizzati alla politica, circostanza che ha fatto scattare l’operazione di mercoledì mattina all’alba. Dopo questa prima fase, lo stesso pool, coadiuvato sempre dalla Finanza, aveva portato in carcere Giovanni Mazzacurati ai vertici del Consorzio Venezia Nuova (Cvn). Mazzacurati, poi finito ai domiciliari, era stato definito «il grande burattinaio» di tutte le opere relative al Mose. Indagando su di lui erano spuntate fatture false e presunte bustarelle che hanno portato all’arresto di Pio Savioli e Federico Sutto, rispettivamente consigliere e dipendente di Cvn, e quattro imprenditori che si spartivano i lavori milionari

4 giugno 2014 | 08:04
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.corriere.it/cronache/14_giugno_04/appalti-mose-arrestato-sindaco-venezia-giorgio-orsoni-6350b3d4-ebac-11e3-85b9-deaea8396e18.shtml
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« Risposta #1 inserito:: Giugno 08, 2014, 06:43:46 am »

Politica
04/06/2014

Orsoni, il sindaco del «dopo-Cacciari»
Così l’avvocato conquistò la Laguna
Ha 67 anni, è sposato, ha tre figli. Appena eletto dovette gestire le difficili questioni del ponte di Calatrava e la vicenda - non conclusa - delle grandi navi
Mose, i pm: prove schiaccianti dei versamenti

Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, l’avvocato amministrativista prestato alla politica, aveva commentato con fastidio un anno fa i rumor su di lui dopo i primi arresti dell’inchiesta Mose. «Non sono io a dovermi preoccupare, ma altri: quelli che vogliono mantenere nascoste le cose. Perché in questa vicenda c’è qualcuno che vuole seminare del fumo».

Il riferimento era a quel passaggio della relazione di 740 pagine della Guardia di finanza in cui il nome del primo cittadino del Pd era l’unico tra i politici non coperto da omissis. Si parlava dell’ex presidente del Consorzio “Venezia Nuova”, Mazzacurati, come il promotore «dell’illecito finanziamento al politico Giorgio Orsoni, a lui legato da amicizia di vecchia data». Finanziamenti, sostiene oggi l’accusa, che sarebbero serviti per la campagna elettorale del 2010. Quella in cui Orsoni, 68 anni, aveva battuto al primo turno nella sfida a sindaco Renato Brunetta, mantenendo il centrosinistra alla guida di Venezia.

Orsoni, già assessore comunale al patrimonio nella giunta di Paolo Costa (2000-2005), prendeva così lo “scomodo” posto di Massimo Cacciari. Sedia difficile non solo perché il filosofo è stato il sindaco più amato dai veneziani, ma anche per la congiuntura sfavorevole in cui si insediava a Ca’ Farsetti. La crisi economica, i tagli ai fondi per la legge Speciale, il patto di stabilità, avevano lasciato il Comune con le casse vuote. Per di più in momento con tante partite scottanti da gestire: il ponte di Calatrava e i suoi costi ingigantiti, il nuovo palazzo del Cinema al Lido, la vicenda - ancora non conclusa - delle grandi navi davanti a San Marco. Una partita questa, che l’ha messo in contrasto anche con (l’ex) amico Paolo Costa, ora presidente del Porto, dato che i due hanno soluzioni opposte per risolvere il problema delle maxi crociere, che Orsoni vuole fuori dal bacino. Per non parlare della battaglia, anche a carte bollate, ingaggiata da Orsoni con il presidente della Save, Enrico Marchi, che ha portato il Comune ad uscire dall’azionariato dell’aeroporto Venezia e ad impugnare (perdendo in primo grado) il contratto di programma per lo sviluppo del “Marco Polo”.

Orsoni però può vantare anche diversi successi in questi 4 anni da sindaco. Come la “riconsegna” alla città della grande area dell’Arsenale, il recupero del progetto del tram, la riqualificazione di alcune aree di Mestre degradate, la chiusura dell’inceneritore di Fusina. Davanti a lui c’era la sfida forse più importante: quella città metropolitana fra Venezia, Padova e Treviso, che Orsoni, da sindaco del capoluogo, dovrebbe guidare. Invece oggi è arrivato il ko degli arresti domiciliari. Un colpo duro da assorbire per lui, professore di diritto amministrativo all’Università di Ca’ Foscari, erede del prestigioso studio legale di Feliciano Benvenuti, insignito della Legion d’onore francese per i titoli accademici, le pubblicazioni, la carriera professionale e istituzionale.

Da - http://lastampa.it/2014/06/04/italia/politica/orsoni-il-sindaco-del-dopocacciari-cos-lavvocato-conquist-la-laguna-vXyA1KJml7tsM8L6rOiHkM/pagina.html
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