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Autore Discussione: Un vaccino contro la pressione alta Già testato in Svizzera: funziona.  (Letto 3120 volte)
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« inserito:: Giugno 15, 2007, 11:12:05 am »

Presto in arrivo anche una nuova classe di medicinali

Un vaccino contro la pressione alta Già testato in Svizzera: funziona.

I risultati verranno presentati oggi a Milano 


MILANO - Chi ha la pressione alta non ha via di scampo: deve prendere pillole per tutta la vita. Così raccomandano i cardiologi, ma le cose potrebbero cambiare in un prossimo futuro grazie a un vaccino contro l'ipertensione. L'idea, senza dubbio originale, viene dalla Svizzera e i risultati delle prime prove sull'uomo verranno ufficialmente presentati al 17mo Meeting della Società europea dell'ipertensione che si apre oggi a Milano.

Il vaccino, chiamato con la sigla CYT006-AngQb e somministrato per iniezione a un centinaio di persone ipertese, ha dimostrato di ridurre i livelli della pressione senza particolari effetti collaterali. «È la prima prova concreta — ha commentato Martin Bachmann, dell'azienda svizzera che lo produce e che lo ha sperimentato in collaborazione con l'Ospedale universitario di Zurigo — che il principio funziona». Il principio è lo stesso di tutti gli altri vaccini, di quello contro l'influenza, per esempio, o di quello contro l'epatite: si stimola l'organismo a difendersi contro un «nemico» che, nel caso dell'ipertensione, non è un virus, ma una sostanza chiamata angiotensina II. L'angiotensina II è un potente vasocostrittore che provoca un restringimento delle arterie e aumenta la pressione del sangue: questa sostanza viene prodotta alla fine di un complesso meccanismo di regolazione della pressione, chiamato sistema renina angiotensina, che coinvolge ormoni diversi prodotti da organi diversi. Il vaccino non fa altro che neutralizzarla, riducendo così i livelli pressori: basterebbe un ciclo di vaccinazione, seguito poi da iniezioni di richiamo, per mantenere l'effetto nel tempo.

«Un vaccino di questo tipo — dice Enrico Agabiti Rosei dell'Università di Brescia, Presidente della Società italiana di ipertensione — avrebbe il vantaggio di aumentare l'aderenza alla cura. Molti pazienti, infatti, non prendono correttamente i farmaci o modificano la terapia e il risultato è una pressione fuori controllo. I tempi per un vaccino saranno però lunghi». Oggi gli ipertesi ben controllati sono soltanto il 20-25 per cento e, dal momento che l'ipertensione rappresenta un fattore di rischio per incidenti cardiovascolari come infarto o ictus, si capisce come sia importante seguire la terapia e mantenere i livelli di pressione nei limiti considerati normali. E a questo proposito, al meeting di Milano verranno presentate le nuove lineeguida per la cura dell'ipertensione. «I farmaci oggi disponibili — continua Agabiti Rosei — sono numerosi e, se somministrati in associazione, permetterebbero un buon controllo della pressione fino al 90 per cento dei casi. Rimangono alcuni casi refrattari, in cui la terapia funziona poco, che riguardano anziani o diabetici o persone che assumono droghe come anfetamine o cocaina ».

Ora è in arrivo una nuovissima classe di farmaci antipertensivi, chiamati inibitori della renina, che hanno come bersaglio sia la riduzione della pressione, anche nei casi «refrattari », sia la prevenzione del cosiddetto danno d'organo, cioè di quelle alterazioni di organi come rene, cuore o vasi sanguigni che sono l'anticamera di infarti e ictus.

Adriana Bazzi
15 giugno 2007
 
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