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Autore Discussione: Ferruccio SANSA - Liguria malata, le colpe sono anche dei pm  (Letto 3613 volte)
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« inserito:: Maggio 29, 2014, 11:07:18 pm »

Liguria malata, le colpe sono anche dei pm

Di Ferruccio Sansa | 28 maggio 2014

La magistratura è indispensabile. Si vede quando rimane l’ultimo – e spesso unico – argine contro il malaffare, come mostra ora Milano. Per questo pesa tanto, in negativo, quando non svolge appieno la sua funzione, come potrebbe essere successo in Liguria. Che la Regione fosse malata si sapeva. Lo sentono i cittadini pervasi da un senso di oppressione che va ben oltre il tradizionale “mugugno” ligure: lottizzazioni selvagge, una classe politica che occupa ogni spazio umiliando la società civile ed è difficilmente distinguibile dalla finanza, dagli affari. Ed ecco la prima ombra sulla magistratura ligure in questi anni: l’assenza. Dov’erano gli inquirenti mentre i furbetti delle banche facevano – stando alle recenti accuse – i loro affari con i soldi della Carige, mettendo a repentaglio un glorioso istituto di credito e centinaia di posti di lavoro? Dov’erano mentre c’era chi lucrava plusvalenze milionarie da alienazioni di beni pubblici? E al tempo dei clamorosi crac che vedevano protagonisti imprenditori amici della politica di destra come di sinistra? Dov’erano quando la centrale di Vado gettava indisturbata il suo fumo nel cielo di Savona? Dov’erano quando a Ponente la costa si riempiva di cemento e imprenditori in odor di ‘ndrangheta si riempivano le tasche?

Adesso lo scopriamo, grazie all’ordinanza che ha portato all’arresto del grande capo di Carige. Migliaia di pagine che scoperchiano il pentolone del potere a Genova. E impongono un esame di coscienza anche alla magistratura. Ci si ritrova con due procuratori, un vice-procuratore e un magistrato denunciati. Tre Procure su quattro toccate dalle indagini. Mai visto, anche se bisogna distinguere: Francantonio Granero, procuratore di Savona, ha dato il via a importanti inchieste sulla criminalità organizzata e, appunto, la centrale di Vado. Le affermazioni di Berneschi nei suoi confronti, a una prima verifica, sarebbero millanterie. Restano da chiarire gli asseriti rapporti di Berneschi e dei suoi amici, in particolare Ferdinando Menconi, con il vice-procuratore di Genova, Vincenzo Scolastico, e con Maurizio Caporuscio, fino a due mesi fa alla guida della Procura di La Spezia.

Non basta: l’inchiesta dà una luce diversa a polemiche del passato. Come quando i giornali – tra cui Il Fatto e Repubblica – svelarono le sponsorizzazioni di Carige alla squadra di pallavolo dell’allora capo dei gip, Roberto Fucigna. Sì, quella stessa squadra che era anche sponsorizzata da personaggi vicini al centrosinistra e soci di Carige sfiorati da inchieste dimenticate, o archiviate dallo stesso gip. Quegli stessi uomini di affari che vantavano amicizia con gli allora vertici della Procura e della Corte d’appello. Tutti gli uffici giudiziari, insomma. E il cronista ricorda quando gli stessi vertici si premuravano di rimproverarlo in occasione di inchieste giornalistiche su quegli ambienti. Nessun reato, fino a prova contraria. Ma almeno questioni di opportunità che la magistratura non ha affrontato, nemmeno a livello interno. Preferendo quel meccanismo di autodifesa corporativa, ahimè, tanto comune in Italia (anche tra i giornalisti).

La magistratura sembrava più attenta ai giochi delle correnti, che vedono sempre più potente il ligure-toscano Cosimo Ferri, menzionato – mai indagato – nelle intercettazioni di diverse inchieste, ma premiato con valanghe di voti alle elezioni per la segreteria di Magistratura Indipendente; infine approdato alla poltrona di sottosegretario alla Giustizia del governo Renzi. Difficile dire se la crisi morale e civile della Liguria sia stata causa o effetto di quella della magistratura. Forse il berlusconismo di destra e sinistra ha finito paradossalmente per contagiare la stessa magistratura cui si opponeva: quasi che la svalutazione sistematica nei loro confronti abbia finito per convincere gli stessi magistrati. Oggi il ricambio ai vertici degli uffici riporta una ventata d’aria: a Imperia un pm come Roberto Cavallone indaga sulla ‘ndrangheta. A Savona Granero affronta l’inquinamento. A Genova Nicola Piacente e Silvio Franz si occupano della Carige. E questo spiraglio ci fa capire quanto essenziale sia la magistratura. Quando finalmente indaga. O quando purtroppo tace.

Il Fatto Quotidiano, 28 maggio 2014

Da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/28/liguria-malata-le-colpe-sono-anche-dei-pm/1004305/
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« Risposta #1 inserito:: Ottobre 15, 2014, 05:11:22 pm »

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Ferruccio Sansa Giornalista

Alluvione a Genova: politici, state a casa
di Ferruccio Sansa | 11 ottobre 2014

Almeno questa volta i politici compiano un atto di rispetto nei confronti della Liguria: restino a Roma. Ma anche a Genova, nei loro palazzi. Non vengano ad aggiungere oltraggio a oltraggio. Si facciano vedere quando i lavori saranno ultimati. Quando tutti i fondi saranno stanziati. E non stringano con la destra le mani delle vittime, mentre con la sinistra firmano progetti che preparano la strada a nuove alluvioni. Perché la pioggia è l’ultima goccia. Le nuvole che hanno devastato ancora Genova sono state prima alimentate da decenni di cattiva politica, di incompetenza, se non di corruzione.

La tragedia di Genova ci insegna quanto sia fondamentale la politica, che decide della nostra vita. E, talvolta, della nostra morte. È un compito altissimo, che comporta responsabilità immense. Ma, se ne derivano onore e prestigio, non devono essere taciute le colpe che producono conseguenze drammatiche.

È responsabile dell’alluvione che ha devastato la Liguria chi per decenni ha ricoperto di cemento le alture liguri (perfino nelle zone a rischio). È responsabile chi ha approvato progetti di porticcioli che con i loro moli rischiano di imbrigliare le acque dei fiumi. È responsabile chi ha trascurato la pulizia dei rivi, preferendo opere che consentono inaugurazioni in pompa magna. È responsabile – ci pensi finché è in tempo, presidente Renzi – chi stanzia miliardi per grandi opere inutili, quando non si trova una manciata di milioni per salvare la vita dei cittadini.

Non esiste solo la responsabilità penale. C’è anche quella politica. E in fondo quella morale. Che non accetta prescrizioni né amnistie: te la porti dentro per tutta la vita.

Il Fatto Quotidiano, 11 ottobre 2014

Da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/11/alluvione-a-genova-politici-state-a-casa/1151888/
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« Risposta #2 inserito:: Ottobre 19, 2014, 05:05:17 pm »

Ferruccio Sansa
Giornalista
Burlando, così in trent’anni ha distrutto la Liguria

Di Ferruccio Sansa | 17 ottobre 2014

Questa volta parlerò di me. Un giornalista non dovrebbe mai farlo. Mi rincresce doppiamente perché Genova in questo momento ha bisogno di tutto fuorché di polemiche. Ma credo di doverlo a me stesso, al legame che ho con Genova e alla mia famiglia. E a voi lettori.

Nei giorni scorsi Claudio Burlando, Governatore della Liguria al potere da trent’anni, ha attribuito la responsabilità delle alluvioni e dei morti a mio padre, Adriano Sansa, sindaco di Genova dal 1993 al 1997. Una calunnia – il metodo Sansa invece del metodo Boffo – per salvare la poltrona: Burlando e la sua combriccola sono allarmati dalla voce di una mia candidatura alle elezioni regionali (ma di questo parlerò poi). Ma la politica, come diceva il socialista Rino Formica, “è sangue e merda”. Forse in quella ligure oggi c’è poco sangue. Perciò sono costretto a rispondere.

Mi limiterò ai fatti:
1. Burlando è stato vicesindaco e sindaco di Genova dal 1990 al 1993. In quei tre anni ci sono state due alluvioni (1992 e 1993). Come assessore all’Urbanistica, sarà un caso, Burlando scelse un architetto che negli anni successivi ha firmato operazioni immobiliari da centinaia di migliaia di metri cubi realizzate da costruttori oggi latitanti.

2. Mio padre è stato sindaco dal 1993 (due mesi dopo l’alluvione) al 1997. Quando arrivò in Comune la realizzazione dello scolmatore incriminato era resa impossibile dai processi pendenti. Non fu lui, come invece afferma Burlando, a voler bloccare i lavori. Non solo: mio padre fu il primo sindaco che scelse uno stimatissimo geologo – Sandro Nosengo – come assessore all’Urbanistica. La priorità era chiara: basta cemento (furono fermate le nuove edificazioni in collina), puntiamo sul risanamento del territorio e dei fiumi. Così si fece: i geologi consigliarono di investire in un piano complessivo che risanasse il bacino idrico di tutti i torrenti (non solo del Bisagno). Per i piani di bacino dei corsi d’acqua, per la loro risistemazione e per la pulizia (lavoro indispensabile che, ahimé non porta voti, né tagli di nastri) furono investiti molti miliardi di lire. Il risultato, come ricordano i genovesi, fu che non si verificarono più alluvioni per diciotto anni.

3. Burlando è il dominus della politica ligure da trent’anni (è in congedo per motivi politici dai primi anni 90) avendo ricoperto le seguenti cariche: assessore ai trasporti (1983-1985), vicesindaco (1992-3), sindaco (1993 fino all’arresto, fu poi assolto), quindi ministro (1996-1998 con un seguito di polemiche a causa dei ripetuti deragliamenti ferroviari), infine è Governatore dal 2005 (riconfermato senza le primarie). Insomma, avrebbe avuto il tempo per fare qualcosa per evitare le alluvioni.



4. Negli ultimi anni sono stati arrestati due vice-presidenti della Giunta Burlando. Quasi metà del consiglio regionale è indagato.

5. Dall’anno del suo insediamento a oggi si contano in Liguria 4 alluvioni: 2010, 2011 (Genova e Cinque Terre), 2014.

6. Nel frattempo Burlando ha varato un Piano Casa che il presidente dei Verdi italiani, Angelo Bonelli, ha definito “il più devastante d’Italia”. L’assessore all’Urbanistica che lo predispose è stato poi arrestato.

7. La Giunta Burlando ha sostenuto la costruzione di porticcioli turistici, in perfetto accordo con Claudio Scajola (memorabile la loro presenza, fianco a fianco, all’inaugurazione dei lavori del porto di Imperia, poi travolto da indagini e arresti)

8. Il centrosinistra di Burlando ha sostenuto la realizzazione di un porticciolo da mille posti barca alle foci del fiume Magra che ogni anno provoca disastri. La società realizzatrice era controllata da Mps, la banca rossa. Nel cda sedeva il tesoriere della campagna di Burlando.

9. Dopo l’alluvione del 2011, che nello spezzino causò 13 morti, la maggioranza di centrosinistra ha dato il via alla realizzazione di un centro commerciale da 5.000 persone in una zona che lo stesso assessore all’Ambiente della Regione di Burlando definì “zona a rischio di alluvioni”. È certo un caso che l’operazione sia stata realizzata in pochi mesi, senza timore di ricorsi al Tar (che invece bloccavano le opere anti-alluvione) e con maggiore solerzia dei lavori del Bisagno.

10. In Liguria mentre mancavano i soldi per lo scolmatore del Fereggiano (la Regione ha dato solo 5 milioni), la Giunta regionale di Burlando spendeva 1,6 milioni l’anno per pubblicità istituzionale distribuendo denaro a quasi tutti gli organi di informazione locale. Senza dire dei 2 milioni stanziati per il prossimo Giro d’Italia.

11. Il Tar ha respinto la sospensiva dei lavori del Bisagno nell’agosto 2012, ma dopo due anni i lavori non sono ancora ripresi. Da notare che gli stessi imprenditori mesi fa avevano inviato una lettera al presidente del Consiglio, a Burlando e a Doria per sollecitare l’apertura del cantiere.

12. Dopo anni di inerzia, mercoledì Burlando ha annunciato che i lavori riprenderanno nel 2015. Cinque giorni dopo l’alluvione. Perché non l’ha fatto prima?

13. L’assessore alla Protezione civile della Regione Liguria (che avrebbe dovuto fare prevenzione e diramare allarmi) è Raffaella Paita, delfina di Burlando che il Pd vorrebbe candidare alla guida della Regione nel 2015. Paita è letteralmente sparita dopo l’alluvione.

14. Ma soprattutto: dei 10 milioni stanziati per l’alluvione del 2010 a Sestri Ponente ben otto sono rimasti nelle casse della Regione invece di finire alla gente e ai commercianti.

Questi sono fatti.

Ps. Da mesi a Genova si parla di una mia possibile candidatura alla guida della Regione. Ma nessuno mi ha chiesto di candidarmi. Sono un giornalista del Fatto Quotidiano, che mi consente con assoluta libertà di esprimere le mie opinioni e di scrivere inchieste sul centrodestra di Scajola, l’Idv di Di Pietro, la Lega di Belsito. E, ovviamente, sul centrosinistra di Burlando. Credo che un giornalista possa svolgere un importante ruolo civile anche con la sua professione. Denunciando i mali della Liguria e indicando possibili nuove strade.

Da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/17/burlando-cosi-in-trentanni-ha-distrutto-la-liguria/1159063/
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