Patrizia Aldrovandi: "Solidarietà non basta, la polizia deve cambiare".
Colloquio con Pansa e Alfano
Continua la polemica dopo l'ovazione di ieri agli agenti condannati per la morte del 18enne ferrarese. Saviano chiede le dimissioni di Tonelli.
Ma il numero uno del sindacato non molla e chiede una "revisione processuale".
E il Consap contesta il capo della polizia
30 aprile 2014
ROMA - E' un grido di aiuto lanciato alla politica quello di Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi. In una conferenza stampa al Senato, dopo gli applausi tributati ieri dal congresso del Sap agli agenti condannati per la morte del figlio (FOTO), si fa portavoce delle famiglie che hanno vissuto tragedie simili alla sua: "La solidarietà non basta più, la politica deve entrare nella questione e deve far cambiare anche la polizia - dice Moretti - le famiglie non possono restare sole".
"Mi sottraggo al dialogo malato con gli assassini di mio figlio - continua la donna - con chi vuole fare prove di forza. Non voglio più parlare con loro. La parola ora deve passare alla politica e alle istituzioni". E conclude: "Queste persone hanno disonorato la divisa e andavano radiate e, come ripeto da tempo, va introdotto il reato di tortura (l'approvazione del disegno di legge contro il reato di tortura, già licenziato da palazzo Madama, ora è all'esame della Camera, ndr). Chi è diventato il presidente del Sap al congresso di ieri ha fatto della vicenda di mio figlio la propria campagna elettorale, portando i delegati ad applaudire" i responsabili. Ma la madre di Federico non ha perso la fiducia nelle istituzioni: "Quello che chiedo, anche per i poliziotti onesti, è che la loro voce si sollevi insieme alla mia, vorrei che questa diventasse voce pubblica".
Per il senatore del Pd Luigi Manconi, che ha organizzato l'incontro con i giornalisti invitando la Moretti, "le parole di solidarietà di Renzi, Alfano e Pansa indicano un mutamento nel segno della sensibilità e della consapevolezza che una parte delle nostre forze di polizia è malata, cioè interpreta in un senso autoritario e violento il proprio ruolo". E annuncia di aver depositato al Senato un disegno di legge per l'introduzione di un codice identificativo per i poliziotti, in modo da prevenire abusi specie durante le manifestazioni di piazza".
La telefonata del capo della polizia. "Le sono vicino, presto ci incontreremo". Questa mattina il capo della polizia, Alessandro Pansa in una telefonata ha espresso la sua solidarietà a Patrizia Moretti. Solidarietà già immediatamente espressa anche dal premier Matteo Renzi a nome suo e del governo. E' la stessa mamma di Federico a riferire della telefonata. "Quegli applausi mi fanno paura e ribrezzo, sono eversivi", la sua reazione.
Più tardi viene chiarito che l'incontro è fissato per il pomeriggio. Inizialmente previsto per le 16, è stato poi anticipato per favorire la presenza di Alfano, impegnato poi nel Consiglio dei ministri. Patrizia Moretti è salita dunque al Viminale insieme al presidente della commissione diritti umani, Luigi Manconi. Poi ha incontrato alla Camera la presidente Laura Boldrini, che le ha detto: "Siamo tutti scioccati per quanto accaduto, siamo costernati, e contenti per la tua battaglia di civiltà".
L'incontro con Grasso. Subito dopo la conferenza stampa a Palazzo Madama, la madre di Aldrovandi ha avuto un colloquio anche con il presidente del Senato Pietro Grasso. Che riferisce su Facebook e Twitter: "Quegli applausi provocano rabbia e sdegno - dice Grasso - Per me poi, che da 30 anni vivo circondato da agenti di polizia, di cui conosco impegno, fatica, rischi, sacrifici, la rabbia è maggiore, perché so che quell'applauso getta discredito anche su chi porta con onestà quella divisa".
Tonelli tira dritto. La bufera intanto non si placa. Anzi. L'indignazione per quella ovazione choc rimane altissima. Pansa aveva già condannato il gesto definendolo "irragionevole e irresponsabile". Ma il numero uno del Sap, appena rieletto al congresso, Gianni Tonelli, tira dritto: "E' un delitto solidarizzare con colleghi che consideriamo innocenti? Ero al congresso e ho applaudito convintamente i miei colleghi condannati ingiustamente". "Sono il cattivo del momento", spiega poi all'Ansa, "ma l'operazione che noi intendiamo promuovere, ed è a questo che sono andati gli applausi, è una operazione verità, ossia mettere in relazione le menzogne che sono veicolate, con gli atti processuali che le smentiscono. L'unica strada", ha concluso Tonelli "è la revisione processuale".
La condanna di Alfano. Durissima la reazione di Alfano che ha revocato l'appuntamento che aveva dato al Sap per martedì prossimo. Lo ha detto stamattina ai microfoni del Gr Radio1: "E' un gesto gravissimo e inaccettabile e ancor più grave e inaccettabile perchè compiuto da uomini che con la loro divisa rappresentano lo Stato. E non possono disconoscere il senso di una sentenza passata in giudicato". Poi il ministro ha aggiunto: "Lo Stato si deve inchinare di fronte al dolore di una mamma".
Saviano: "Tonelli si dimetta". Mentre su Facebook lo scrittore Roberto Saviano chiede ad Alfano e a Renzi di pretendere le dimissioni di Tonelli "che ha mostrato di essere incapace di avere rispetto delle istituzioni e della vita umana invitando i poliziotti condannati al congresso del Sap e celebrando la loro condanna". E conclude: "La polizia di stato non merita queste persone".
Su Twitter poi scrive:
Sap 'partitizzato'. "Gli applausi di ieri sono un oltraggio, prima ancora che a Federico Aldrovandi e alla sua famiglia, sono un oltraggio al sacrificio dei poliziotti e le forze di polizia non devono essere strumentalizzati come e' successo ieri". Così il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, ospite ad Agorà. "Ieri è successa una cosa molto grave - ha aggiunto - ma circoscriviamo la questione a una manifestazione elettorale: gli stessi poliziotti iscritti al sindacato Sap, sanno che è in atto il tentativo per partitizzare quel sindacato, per utilizzarlo in questa campagna elettorale e tutto ciò non giova ai poliziotti" ha concluso Bubbico.
Siulp e Silp-Cgil si dissociano. Il gesto clamoroso del sindacato autonomo di polizia non è condiviso all'interno delle forze di polizia. ''Il rispetto e la sacralità della vita umana sono irrinunciabili per chi vuole svolgere funzioni di polizia'', afferma Felice Romano, segretario del Siulp. E per Daniele Tissone, segretario generale del Silp-Cgil,"le sentenze, per di più se definitive, si rispettano. Ci dissociamo da un episodio che nulla ha a che vedere con la nostra cultura". Analoga condanna arriva anche da Siap e dell'Associazione funzionari di Polizia (Anfp): "Episodi simili - dichiarano- rischiano di fornire un'immagine distorta della Polizia".
Consap contro Pansa. Ma c'è anche chi contesta apertamente il capo della polizia. Come la Consap (Confederazione sindacale autonoma di polizia) secondo cui "Pansa non può essere il nostro capo, dopo il 'cretino', definisce vergognoso un semplice applauso. L'episodio di ieri a Rimini sancisce l'assoluta distanza fra il capo della polizia e gli operatori".
Solidarietà da Camusso. Anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, in un tweet sull'account della Cgil nazionale, ha manifestato la sua solidarietà alla mamma di Federico.
"Un copione che avevamo già visto poco più di un anno fa sotto il luogo di lavoro della mamma di Federico", aggiunge il leader Cgil.
Le reazioni dei partiti. Le reazioni politiche, dopo l'indignazione espressa da Pd e Sel, continuano. "Si applaude la vergogna", dichiarano i deputati della commissione Giustizia del M5S, esprimendo solidarietà alla madre di Federico. "I sindacati di polizia devono garantire i diritti dei poliziotti ma mai oltraggiare il senso d'umanità e di rispetto per la giustizia - scrivono in una nota - i cinque minuti di applausi sono pazzia e disumanità. Questi comportamenti sono inaccettabili come sono inaccettabili le scuse dei politici che tentano di giustificarli". Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri condanna l'applauso ma aggiunge: "Quello che è accaduto ieri è indice di un disagio e di un malessere da condannare ma bisogna comprenderne le radici".
Per Matteo Orfini (Pd), "l'ovazione per gli assassini di Aldrovandi fa davvero paura. Le forze dell'ordine devono arrestare i delinquenti, non osannarli". L'esponente dei Giovani Turchi si dice inoltre favorevole a una legge che introduca il reato di tortura, e all'introduzione di un codice identificativo sui caschi delle forze dell'ordine.
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