IN UNA LETTERA ALLA «STAMPA»
Sandro Bondi: «Forza Italia ha fallito, sosteniamo Renzi»
Schifani (Nuovo Centrodestra) lo elogia. E lui: «Non mi strumentalizzare»
di Redazione Online
«Il centrodestra non solo è diviso, com’è evidente, ma soprattutto è privo di una strategia per il futuro». Con queste parole Sandro Bondi, ex ministro della Cultura nel governo Berlusconi, in una lettera inviata al quotidiano La Stampa, parla del «fallimento» del centrodestra e il suo appoggio a Matteo Renzi. Per Bondi, in Forza Italia, «tutto in fondo è affidato più ancora che nel passato al carisma di Berlusconi, che suscita ancora un forte rapporto con l’elettorato moderato e il cui intuito politico è tuttora capace di produrre esiti inaspettati e sorprendenti». Ma anche in caso di vittoria, per l’ex ministro, «resta un gigantesco problema che riguarda l’identità del centrodestra in Italia, soprattutto dopo l’insediamento del governo Renzi e il cambiamento profondo di cui l’elezione al soglio pontificio di papa Francesco è solo una delle espressioni». Bondi cita anche il politologo Piero Ignazi che in un suo libro dal titolo «Vent’anni dopo. La parabola del berlusconismo» sostiene che il berlusconismo terminerebbe sotto il segno di tre fallimenti: la costituzione di un grande partito liberal-conservatore; la modernizzazione del Paese e la rivoluzione liberale.
Renzi: «Escludo che Bondi stia con noi»
Nella lettera inviata al quotidiano torinese, Bondi analizza anche l’ascesa politica di Matteo Renzi. «Renzi - scrive - rappresenta senza dubbio la prima vera cesura nella sinistra italiana rispetto alla sua tradizione comunista. Anzi, la sinistra di Renzi si colloca oltre la tradizionale socialdemocrazia europea, ed è più simile alla sinistra liberal americana di Obama e al nuovo labour party di Blair. Si potrebbe dire che Blair sta alla Thatcher così come Renzi sta a Berlusconi. Con la differenza però che Berlusconi non ha potuto portare a compimento una vera e propria rivoluzione liberale e una necessaria modernizzazione dell’Italia come ha fatto invece la Thatcher in Gran Bretagna, sia nella sfera economica che in quella dei diritti civili». E sul presunto «endorsement» di Bondi a Renzi interviene, con una battuta, lo stesso premier durante la diretta Twitter da Palazzo Chigi. «I fatti parlano per noi - dice Renzi - la nostra manovra è incentrata sulla giustizia sociale. Bondi? Sta dall’altra parte del campo, tranquillo, no problem».
I responsabili del «fallimento»
Certo è che le parole dell’ex ministro berlusconiano sono molto dure verso il centrodestra. Per Bondi una grande responsabilità nel fallimento della rivoluzione liberale che voleva fare Berlusconi ce l’hanno in particolare i suoi alleati: «Da Fini a Casini, da La Russa a Bossi erano tutto fuorché liberali», scrive sempre sul quotidiano di Torino. Quindi, per l’ex ministro, ecco che Renzi rappresenta una nuova forza politica da tenere presente: «La forza di Renzi - dice - nasce in fondo dal fatto di proporsi di realizzare quel cambiamento e quella modernizzazione che il centrodestra non può dichiarare di aver realizzato pienamente”. Bondi termina il suo intervento con un auspicio. «Mi piacerebbe - scrive - che Berlusconi dicesse chiaramente che se Renzi farà delle cose giuste lo sosterrà e che lo criticherà o lo avverserà con fermezza solo se non manterrà fede alle sue promesse di cambiamento e di modernizzazione dell’Italia».
Il Nuovo Centrodestra: sereno nella confusione
Al ragionamento di Bondi giunge l’approvazione del Nuovo Centrodestra. «Bondi conferma la profonda confusione politica che attraversa Forza Italia. Ma quello che è più stupefacente è la serenità con cui egli, involontariamente, dichiara l’implicito fallimento politico del suo partito». Lo afferma Renato Schifani, senatore del Nuovo Centrodestra, che prosegue: «Infatti, dopo aver diviso traumaticamente il PdL e abbandonata la linea stabilita di cooperare, responsabilmente, in una situazione di assoluta emergenza, in un governo di coalizione con il centrosinistra, introducendo nel programma i valori e le proposte che qualificano l’area moderata rappresentata dal centrodestra, Forza Italia oscilla ormai tra due posizioni. Da una parte l’estremismo più velleitario, dall’altra il sostegno al progetto di Matteo Renzi. Appoggio che, se certamente rappresenta una novità perché cerca di rompere con i residui del postcomunismo, permane, tuttavia, nell’ambito di uno schieramento alternativo a quello dei moderati che afferiscono al PPE». Quindi Schifani conclude: «La riflessione di Bondi conferma la correttezza della linea politica del Nuovo centrodestra, che oggi ha, con il suo leader Angelino Alfano, il compito di ricostruire l’area dei moderati».
«Non strumentalizzatemi»
Alle parole di Ncd arriva la replica dello stesso Bondi. «Mi spiace che alcuni commenti, soprattutto di esponenti del Nuovo Centrodestra, preferiscano strumentalizzare una riflessione che ho sviluppato con l’intenzione di essere il più possibile onesto e obiettivo, piuttosto che concorrere a una ricerca e a una auto analisi che dovrebbe riguardare tutti coloro che credono a una democrazia che contempli uno schieramento liberale alternativo ad una sinistra democratica». Così il senatore di Fi precisando la finalità del suo intervento.
23 aprile 2014 | 09:23
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