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Autore Discussione: La Bce all'Italia: "No progressi sul deficit".  (Letto 2219 volte)
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« inserito:: Marzo 13, 2014, 11:41:44 pm »

La Bce all'Italia: "No progressi sul deficit".
Ue cauta: "Bene, ma mantenga impegni"

Nel bollettino dell'Eurotower si sottolinea che dal Belpaese non è arrivato "nessun progresso tangibile verso i target di medio termine" sul deficit. L'inflazione della zona della moneta unica è vista in ribasso all'1% nel 2014: "Pronti ad agire". La Commissione Ue: "Bene il taglio del cuneo, ma rispettare impegni"

MILANO - Il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, hanno iscritto la possibilità di ampliare il deficit - pur restando entro il limite europeo del 3% del Pil - tra le coperture per finanziare le importanti misure a sostegno dell'economia italiana e dei lavoratori. Ma dalla Bce arriva un richiamo che lascia intendere quale sia il clima internazionale nei confronti della domanda di flessibilità dell'Italia: per l'Eurotower, che per pura casualità ha pubblicato oggi il suo bollettino, il Belpaese non ha compiuto "progressi tangibili" nell'attuazione di ulteriore misure di risanamento per ridurre ulteriormente il deficit, come raccomandato dalla Commissione Europea. Il riferimento va in realtà al risultato del 2013, che si è chiuso a un livello del 3% del Prodotto interno lordo contro una raccomandazione del 2,6%. Proprio quest'ultimo obiettivo, secondo le stime recenti di Bruxelles, dovrebbe essere raggiunto nel 2014; e su quei decimi di punto percentuale di spazio di manovra, quantificati in circa 6 miliardi di euro, si gioca parte della riserva finanziaria dalla quale il governo vuole attingere.

Anche la Commissione europea interviene sulle misure italiane, per bocca del portavoce del Commissario Olli Rehn, dicendo che "accoglie positivamente l'intenzione di ridurre il cuneo fiscale tramite risorse ottenute dalla spending review". Non manca però il richiamo: "Ricordiamo l'impegno dell'Italia a rispettare il Patto di stabilità e di crescita", che prevede di raggiungere un bilancio strutturale in pareggio nel medio termine, specialmente dato "l'elevato debito pubblico" della penisola. Quanto invece alle misure annunciate sul lavoro, sono "appropriate vista l'elevata disoccupazione dei giovani".

Non si è fatta aspettare la reazione dalla politica: "E' un modo per mettere avanti le mani sapendo che noi abbiamo deciso che quello che conta è far ripartire l'economia, all'interno delle regole", ha commentato il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. Dal Tesoro, invece, precisano che il Bollettino della Bce non è una risposta agli annunci di ieri, in quanto programmato, e che certamente "ci sarà modo di confrontarci e di spiegare le strategie".

Lo stralcio del bollettino Bce sul disavanzo italiano
Al di là dei rilievi sulla finanza pubblica tricolore, dal bollettino mensile della Bce, emerge una lettura sulla situazione economica dell'Europa, dove "in prospettiva la ripresa in atto dovrebbe proseguire, seppure a un ritmo contenuto". In particolare, si dovrebbe concretizzare un ulteriore miglioramento della domanda interna, sostenuto dall'orientamento accomodante della politica monetaria, e da condizioni di finanziamento più favorevoli e dai progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali. Secondo le nuove previsioni, il Pil della zona euro crescerà dell'1,2% nel 2014, dell'1,5% nel 2015 e dell'1,8% nel 2016, con un leggero miglioramento rispetto alle stime di dicembre. Inoltre, spiega ancora l'Eurotower, "i redditi reali beneficiano di prezzi dell'energia più contenuti. L'attività economica dovrebbe altresì trarre vantaggio da un graduale rafforzamento della domanda di esportazioni dell'area".

Uno dei temi cruciali per le mosse di Mario Draghi, il governatore della Bce, rimane l'andamento dei prezzi: una bassa inflazione, con il rischio che si trasformi in deflazione (cioè diminuzione dei prezzi) potrebbe innescare una spirale di ulteriore abbattimento dei consumi con effetti distruttivi per la fragile ripresa. I dati dell'Eurotower non sono incoraggianti, anche perché rivisti al ribasso: l'inflazione nell'Eurozona è destinata a scendere dall'1,4% del 2013 all'1% nel 2014 (dal +1,1% precedente), per poi riprendersi progressivamente nel 2015 (+1,3%) e nl 2016 (+1,5%). La Bce ha il mandato di tenere la dinamica dei prezzi poco sotto il +2% annuo e per questo "segue con attenzione gli andamenti nei mercati monetari ed è pronto a prendere in considerazione tutti gli strumenti disponibili".

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea "continua ad attendersi che i tassi di interesse di riferimento della Bce restino su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo"; attualmente il tasso di rifinanziamento principale è al minimo storico dello 0,25%. "Tale aspettativa si fonda - si legge ancora nel documento - su prospettive di inflazione complessivamente contenute anche nel medio termine, tenuto conto della debolezza generalizzata dell'economia, del grado elevato di capacità inutilizzata e della modesta creazione di moneta e credito".

(13 marzo 2014) © Riproduzione riservata

Da - http://www.repubblica.it/economia/2014/03/13/news/la_bce_bacchetta_l_italia_non_ha_fatto_progressi_sul_deficit-80890242/?ref=HREA-1
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