INVESTIMENTI
Padoan: il mercato ha fallito c’è bisogno di un’azione pubblica
Juncker: piano da 315 miliardi per gli investimenti. Le risorse fuori dal pattoDi Redazione online
Mobilitare le risorse pubbliche per rilanciare gli investimenti privati ripristinando la fiducia: è la ricetta per far tornare l’Europa alla crescita, come ha sintetizzato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al Parlamento europeo durante la presentazione del piano di investimenti del presidente Jean-Claude Juncker. «Di fronte al fallimento del mercato c’è bisogno di un’azione pubblica», ha detto Padoan. Il rilancio degli investimenti privati attraverso l’azione pubblica è urgente: «tutto ciò va fatto in fretta, le aspettative dei cittadini sono crescenti come il rischio di una delusione», ha aggiunto il ministro, per cui «è necessario e possibile» dare all’Europa «uno shock positivo “per evitare il rischio «molto serio» di una stagnazione economica e di un’inflazione «troppo bassa troppo a lungo».
L’Unione europea cerca di voltare pagina e lancia il piano per gli investimenti da 315 miliardi nel 2015-2017 che potrebbero aggiungere 330-410 miliardi al Pil creando, secondo le stime indicate a Bruxelles, 1,3 milioni di posti di lavoro. È il «piano Juncker» varato martedì sera dalla Commissione per stimolare gli investimenti che, in Europa sono «370 miliardi sotto il livello pre-crisi», come ha ricordato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, presentando il Piano nell’aula del Parlamento europeo mercoledì mattina e chiedendo «un avallo politico». Il Piano ha raccolto i consensi dei tre gruppi principali del Parlamento che hanno dato la «fiducia» alla nuova Commissione europea: Ppe, Pse e liberali.
Effetto leva
Il piano si fonda sostanzialmente sull’effetto leva di fondi europei per attrarre capitali privati. Il nuovo fondo (Efsi, Fondo europeo per gli investimenti strategici), sarà finanziato da 16 miliardi provenienti dal bilancio della Commissione e da altri 5 dai fondi della Banca europea degli investimenti. Bruxelles punta sull’effetto leva, per raccogliere almeno 315 miliardi nei prossimi tre anni: ogni euro del Fondo - sono i calcoli della Commissione - dovrebbe generare altri 15 euro di investimenti pubblici nazionali o privati. Scuola, trasporti, sanità e efficienza energetica alcuni dei campi su cui interverrà il Piano.
Programma ambizioso
Juncker, nella sessione plenaria del Parlamento, davanti ai deputati, ha parlato di «un programma ambizioso ma realistico per gli investimenti in Europa». Una manovra con la quale «l’Europa volta pagina, dopo anni di sforzi per promuovere la credibilità fiscale e le riforme». Il presidente della Commissione Ue ha sottolineato: «abbiamo bisogno di riforme strutturali per preservare il nostro stato sociale, di responsabilità fiscale per i bilanci nazionali e ora abbiamo bisogno di spingere gli investimenti. Cosa che facciamo con questo piano».
Che, ha detto, rappresenta il modo di «chiudere il cerchio» insieme a riforme e disciplina di bilancio. «Se il piano funzionerà, come io credo - ha poi aggiunto - lo prolungheremo al 2020». È di «importanza essenziale eliminare gli ostacoli burocratici» per «creare le condizioni per gli investimenti», ha poi detto il presidente, sottolineando che «in Europa c’è un paradosso enorme: nonostante la liquidità nelle banche, gli investimenti non rimbalzano».
«No a nuovo debito»
Per stimolare gli investimenti e far ripartire l’Europa «sento dire che abbiamo bisogno di nuove denaro, ma quello di cui abbiamo bisogno è un nuovo inizio», ha poi aggiunto Juncker, che si è detto contrario a nuovo debito. «Dobbiamo pensare ai nostri figli, e non dobbiamo tradire le regole del patto di stabilità che abbiamo pattuito, altrimenti non saremmo credibili». Se gli Stati membri iniettano liquidità non rispettiamo questi patti», per questo «dobbiamo fare leva per usare il denaro pubblico che già c’è». L’obiettivo, indicano fonti europee, è «fare un uso più intelligente delle risorse del bilancio Ue trasferendo dalla Bei l’eccesso di copertura del rischio». La novità è che gli Stati potranno finanziare direttamente il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici e tale spesa sarà considerata «in modo favorevole» quando si valutano i deficit di bilancio.
Basta austerità
Per il capogruppo dei Socialisti e Democratici Gianni Pittella viene gettato alle spalle «il mantra dell’austerità» a tutti i costi. Il capogruppo popolare tedesco Manfred Weber ha detto che il piano «è molto credibile» e in definitiva bisogna crederci perché «occorre si imponga la cultura dell’ottimismo» di fronte alle difficoltà a uscire definitivamente dalla fase recessiva. Inoltre non calcolare i contributi degli Stati al Fondo degli investimenti rappresenta «una rottura storica che spezza il tabù della rigidità del patto di stabilità». Per il ministro Pier Carlo Padoan a Strasburgo, il Piano è il primo passo verso una svolta a favore della crescita e del lavoro.
E a Berlino, nel corso del dibattito sul bilancio al Bundenstag, la cancelliera Angela Merkel ha detto che «l’affidabilità delle regole comuni del patto di crescita è di grande significato per la fiducia nell’eurozona». «Lo sviluppo dell’Europa - ha aggiunto - viene seguito con attenzione su scala mondiale, anche perché la strada per uscire dalla crisi è tutt’altro che facile».
26 novembre 2014 | 10:02
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