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Autore Discussione: PAUL KRUGMAN. - Quei petulanti economisti di sinistra  (Letto 1786 volte)
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« inserito:: Febbraio 24, 2014, 06:52:55 pm »

Quei petulanti economisti di sinistra

di Paul Krugman
21 febbraio 2014

Jonathan Gruber è infuriato e ha deciso che non intende più sopportare oltre. In un recente articolo sul The New Republic, l'eminente economista, esperto di sistemi sanitari e architetto della riforma di Obama, ha manifestato per iscritto la sua irritazione nei confronti di Casey Mulligan, che in un editoriale pubblicato questo mese sull'edizione online del New York Times ha rappresentato in modo distorto le opinioni di Gruber, e anche le mie.

Gruber ha ragione a essere furibondo: quell'articolo era ingannevole e vergognoso. Ma la mia opinione è che vada inserito in un contesto più generale, e cioè l'immarcescibile mito dello stupido economista di sinistra.

Ma partiamo dal signor Mulligan, economista dell'Università di Chicago. Come Gruber ha documentato, il nostro ha sparato falsità a raffica nel suo articolo, sostenendo cose che a suo dire erano le conclusioni di un recente rapporto dell'Ufficio bilancio del Congresso, quando erano semplicemente opinioni di Mulligan stesso, tirate fuori praticamente dal nulla e che attribuiva all'Ufficio bilancio per dar loro una patina di autorevolezza.

Come se non bastasse, Mulligan ha detto ai lettori che io e Gruber siamo troppo stupidi o codardi per ammettere che i disincentivi al lavoro creati da alcuni aspetti della riforma sanitaria negli Stati Uniti impongono costi economici.

Viene il sospetto che il signor Mulligan non abbia letto veramente un paio di quegli articoli che cita nel suo editoriale. Se li avesse letti, avrebbe scoperto quanto segue (da un editoriale di Gruber sul Los Angeles Times): «L'Ufficio bilancio del Congresso calcola anche una riduzione del lavoro da parte di quei singoli individui che lavorano meno ore o evitano di passare a un lavoro più retribuito perché non vogliono perdere il diritto al Medicaid [il programma di assistenza sanitaria pubblica per gli indigenti] o perché guadagnando di più perderebbero quei crediti di imposta che li aiutano a pagare i premi dell'assicurazione sanitaria. A differenza di quelli che lasciano volontariamente il lavoro, questo secondo tipo di riduzione del lavoro comporta distorsioni economiche reali e rappresenta un costo, non un beneficio».

E avrebbe trovato anche quanto segue (da un mio editoriale del 6 febbraio sul New York Times): «Tanto per essere chiari, il previsto calo delle ore lavorate nel lungo termine non è interamente positivo. I lavoratori che sceglieranno di trascorrere più tempo con la loro famiglia ci guadagneranno, ma imporranno anche un onere al resto della società, per esempio pagando meno tasse sul reddito e sul ruolo paga. Quindi l'Obamacare comporta dei costi, al di sopra e al di là dei sussidi per l'assicurazione».

Insomma, sia io che Gruber abbiamo riconosciuto che ci sono effetti sugli incentivi e che questi effetti hanno un costo: ma sia io che Gruber sosteniamo, sulla base di dati quantitativi, che il costo non è significativo. Mi sembra che tutto ciò non assomigli neanche lontanamente all'approccio dottrinario che Mulligan è convinto di aver visto. Allargando il discorso, in questo editoriale di Mulligan io vedo tutte le caratteristiche quel vecchio mito della destra sugli economisti di sinistra, un mito in cui mi imbatto continuamente e nei contesti più diversi.

Funziona così: la destra in generale, e gli economisti di destra in particolare, spesso hanno una visione molto ristretta degli elementi basilari dell'economia, e cioè l'offerta, la domanda e gli incentivi. Tutto quello che interferisce con il sacro funzionamento dei mercati o riduce gli incentivi alla produzione dev'essere per forza una brutta cosa; ogni volta che un economista di sinistra sostiene misure che si discostano da questa ortodossia, evidentemente lo fa perché non comprende le basi della scienza economica. E gli economisti di destra sono così sicuri di questo che non si prendono il disturbo di leggere veramente quello che scrivono gli economisti di sinistra: al primo accenno di deviazione dal laissez-faire, smettono di prestare attenzione e cominciano a discutere con gli stupidi economisti di sinistra che esistono nella loro mente, non con gli economisti in carne e ossa del mondo reale.

Il risultato è che a destra molti sembrano del tutto incapaci di concepire che persone come Gruber o il sottoscritto possano capirne qualcosa dei principi basilari dell'economia, ma al tempo stesso essere convinti, con buone ragioni, che sia necessario andare oltre.
Sulla questione della riforma sanitaria: sì, ci sono effetti sugli incentivi (come succede con qualsiasi assicurazione, peraltro). Ma ci sono anche buone ragioni per credere che vi sia una grossa imperfezione del mercato sotto forma di un job lock, cioè di persone che si sentono intrappolate nel loro lavoro perché hanno paura di non poter più avere un'assistenza sanitaria sovvenzionata se dovessero cambiarlo; e anche senza tener conto di questo, un allargamento della copertura sanitaria porta benefici importanti, che possono compensare i costi. Tutto questo è contenuto, in forma sintetica, nei due articoli contestati da Mulligan, e in forma molto più ampia in altre cose che abbiamo scritto. Ma come spessissimo accade, la capacità di comprensione del testo degli economisti di destra si ottunde ogni volta che escono fuori questioni del genere.

Mi sono trovato di fronte a reazioni analoghe in molti altri casi. Se sostieni che la spesa in disavanzo è utile in un'economia depressa, quelli ti dicono che in realtà stai sostenendo che i disavanzi e uno Stato invasivo sono sempre una cosa positiva, stupido che sei! Se sostieni che aumentare i sussidi di disoccupazione in un'economia penalizzata da una domanda debole può creare posti di lavoro, quelli ti dicono che una volta avevi detto anche che il sussidio di disoccupazione può incrementare il tasso naturale di occupazione, stupido che sei! Qualcuno di stupido effettivamente c'è: ma non siamo noi.
(Traduzione di Fabio Galimberti)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2014-02-21/quei-petulanti-economisti-sinistra-204116.shtml?uuid=ABfToHy&p=2
« Ultima modifica: Gennaio 09, 2017, 06:27:27 pm da Arlecchino » Registrato
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