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« inserito:: Ottobre 08, 2007, 10:29:25 pm » |
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2007-10-08 14:25
Chi e' Mario Capecchi
ROMA - E' nato a Verona nel 1937 Mario Renato Capecchi, uno dei vincitori del premio Nobel per la Medicina 2007. I primi anni della sua vita in Italia sono stati resi drammatici dalla guerra, e all'età di 9 anni Capecchi si è trasferito negli Stati Uniti dove ha studiato e ha sempre lavorato.
Il ricercatore rimase presto orfano di padre, morto in guerra come pilota d'aviazione. Sua madre, Lucy Ramberg, figlia di una nota pittrice americana e di un archeologo tedesco venne arrestata nel 1941 dalle SS mentre viveva in Alto Adige e venne deportata a Dachau come prigioniera politica. Prima della partenza la donna affidò il bambino, che aveva tre anni e mezzo ad una famiglia di contadini sudtirolesi. Ma un anno dopo il piccolo venne allontanato dalla casa e a cinque anni di età cominciò a vagabondare verso sud. Liberata dagli americani nel 1945, la madre lo ritrovò un anno dopo in un ospedale a Reggio Emilia, ammalato e completamente denutrito.
Madre e figlio si imbarcarono quindi nel 1946 a Napoli per gli Stati Uniti, dove vennero accolti in una comunità quacchera vicino a Filadelfia da un fratello della donna, Edward Ramberg, docente di fisica. All'università il giovane Capecchi seguì dapprima i corsi di scienze politiche, che abbandonò per dedicarsi alla biologia molecolare dapprima alla Mit di Boston e poi ad Harvard, con il prof. James Watson, il padre del Dna. Si trasferì poi all' università dello Utah dove lavora tutt'ora e ha compiuto le ultime scoperte. Oggi vive con la moglie Martine, con la quale condivide l' impegno di ricerca e di attività clinica, e la figlia Misha in uno sperduto cottage vicino a un canyon, dove si è fatto installare una stazione computerizzata per seguire costantemente il lavoro dei suoi collaboratori.
CREO' TOPI GENETICAMENTE MODIFICATI - Mario Capecchi si è guadagnato il Nobel per essere stato il primo a creare i topi geneticamente modificati, oggi utilizzati nei laboratori di tutto il mondo e cruciali per riprodurre malattie umane in modo da studiarle in dettaglio, o ancora per sperimentare l'efficacia di nuovi farmaci.
Grazie alle ricerche di Capecchi, oggi almeno 25 milioni di topi da laboratorio aiutano tutti i giorni i ricercatori a condurre i loro studi sulla cura di numerosissime malattie che minacciano l'uomo e che sono ai primi posti tra le cause di morte, come tumori, malattie cardiovascolari, Aids e malaria.Gli studi che hanno permesso a Capecchi di modificare il patrimonio genetico del topo, in modo da ottenere mutazioni in ogni gene desiderato. I primi studi di questo tipo hanno destato all'inizio grandi perplessità.
Quando li presentò per la prima volta, una ventina di anni fa, ricevette forti critiche perché sembrava che il suo progetto non avesse alcuna possibilità di andare in porto e che non avesse alcun futuro. Ma con il tempo si è visto che avere a disposizione topi geneticamente modificati era in realtà un acceleratore senza precedenti per la ricerca biomedica. La grande potenzialità della tecnologia messa a punto da Capecchi è nella possibilità, per il ricercatore, di scegliere liberamente, quale gene mutare. Questo permette di identificare esattamente la funzione svolta da un particolare gene, in ogni fase dello sviluppo.
da ansa.it
ROMA - E' nato a Verona nel 1937 Mario Renato Capecchi, uno dei vincitori del premio Nobel per la Medicina 2007. I primi anni della sua vita in Italia sono stati resi drammatici dalla guerra, e all'età di 9 anni Capecchi si è trasferito negli Stati Uniti dove ha studiato e ha sempre lavorato.
Il ricercatore rimase presto orfano di padre, morto in guerra come pilota d'aviazione. Sua madre, Lucy Ramberg, figlia di una nota pittrice americana e di un archeologo tedesco venne arrestata nel 1941 dalle SS mentre viveva in Alto Adige e venne deportata a Dachau come prigioniera politica. Prima della partenza la donna affidò il bambino, che aveva tre anni e mezzo ad una famiglia di contadini sudtirolesi. Ma un anno dopo il piccolo venne allontanato dalla casa e a cinque anni di età cominciò a vagabondare verso sud. Liberata dagli americani nel 1945, la madre lo ritrovò un anno dopo in un ospedale a Reggio Emilia, ammalato e completamente denutrito.
Madre e figlio si imbarcarono quindi nel 1946 a Napoli per gli Stati Uniti, dove vennero accolti in una comunità quacchera vicino a Filadelfia da un fratello della donna, Edward Ramberg, docente di fisica. All'università il giovane Capecchi seguì dapprima i corsi di scienze politiche, che abbandonò per dedicarsi alla biologia molecolare dapprima alla Mit di Boston e poi ad Harvard, con il prof. James Watson, il padre del Dna. Si trasferì poi all' università dello Utah dove lavora tutt'ora e ha compiuto le ultime scoperte. Oggi vive con la moglie Martine, con la quale condivide l' impegno di ricerca e di attività clinica, e la figlia Misha in uno sperduto cottage vicino a un canyon, dove si è fatto installare una stazione computerizzata per seguire costantemente il lavoro dei suoi collaboratori.
CREO' TOPI GENETICAMENTE MODIFICATI - Mario Capecchi si è guadagnato il Nobel per essere stato il primo a creare i topi geneticamente modificati, oggi utilizzati nei laboratori di tutto il mondo e cruciali per riprodurre malattie umane in modo da studiarle in dettaglio, o ancora per sperimentare l'efficacia di nuovi farmaci.
Grazie alle ricerche di Capecchi, oggi almeno 25 milioni di topi da laboratorio aiutano tutti i giorni i ricercatori a condurre i loro studi sulla cura di numerosissime malattie che minacciano l'uomo e che sono ai primi posti tra le cause di morte, come tumori, malattie cardiovascolari, Aids e malaria.Gli studi che hanno permesso a Capecchi di modificare il patrimonio genetico del topo, in modo da ottenere mutazioni in ogni gene desiderato. I primi studi di questo tipo hanno destato all'inizio grandi perplessità.
Quando li presentò per la prima volta, una ventina di anni fa, ricevette forti critiche perché sembrava che il suo progetto non avesse alcuna possibilità di andare in porto e che non avesse alcun futuro. Ma con il tempo si è visto che avere a disposizione topi geneticamente modificati era in realtà un acceleratore senza precedenti per la ricerca biomedica. La grande potenzialità della tecnologia messa a punto da Capecchi è nella possibilità, per il ricercatore, di scegliere liberamente, quale gene mutare. Questo permette di identificare esattamente la funzione svolta da un particolare gene, in ogni fase dello sviluppo.
da ansa.it
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