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Autore Discussione: Africa: eventi e sviluppi positivi del 2013 traduzioni di e. intra e s. gliedma  (Letto 2063 volte)
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« inserito:: Dicembre 29, 2013, 11:32:14 am »

27/12/2013

Africa: eventi e sviluppi positivi del 2013
traduzioni di e. intra e s. gliedman

L'Africa non è certo sinonimo di guerre civili, dittature o colpi di Stato.
E per dimostrarlo, la testata sud-africana Daily Maverick propone una serie di storie positive del 2013 che pongono il continente africano sotto una nuova luce. Eccone una sintesi.
 

La diga del millennio 

Nel maggio 2011 prendono il via i lavori per modificare il corso del Nilo Azzurro, in vista della realizzazione di quella che passerà alla storia come 'la diga del Grande Rinascimento etiopico'. L'ambizioso progetto è sicuramente il risultato degli enormi progressi economici del Paese, ma al tempo stesso costituisce un pericolo per le nazioni confinanti, come Egitto e Sudan, preoccupati dell'impatto che l'operazione avrà sul loro territorio.

Non a caso i due Paesi ne avevano richiesto l'accantonamento, minacciando ripercussioni militari in caso di rifiuto. Invece, l'Etiopia aveva deciso di approfittare della convulsa situazione politica in Egitto per portare avanti il progetto.

Quest'anno grazie agli sforzi della diplomazia etiopica, il Presidente sudanese Omar al-Bashir ha acconsentito al proseguimento dei lavori, scongiurando il pericolo di un inasprimento dei rapporti tra i due Paesi. Etiopia, Sudan ed Egitto hanno così avviato un comitato intergovenrativo in cui verranno discussi congiuntamente i passi futuri da intraprendere per il completamento dell'opera. 

Dove sono finiti i pirati? 

Da diversi mesi sono drasticamente diminuiti i problemi legati alla pirateria costiera, che finora avevano contribuito alla triste reputazione della Somalia assieme alle terribili carestie e alle milizie di Al Shabaab. Quest'anno ci sono stati solo sette attacchi attribuibili ai pirati somali (contro i 176 del 2011), nessuno dei quali ha avuto successo. 

I motivi di questa nuova situazione sono molteplici. Innanzi tutto le navi che transitano nelle zone a rischio ora sono meglio equipaggiate, e spesso hanno delle guardie armate a bordo. Non mancano poi le navi delle Nazioni Unite che pattugliano il Mar Rosso, il Golfo di Aden e lo stretto di Bab el Mandeb.
Infine, la pirateria non sembra essere più una pratica redditizia come una volta. Sfortunatamente il declino della pirateria somala è legato alla crescita di quella nell'Africa occidentale. Si spera che le strategie efficaci del primo caso vengano applicate anche dagli altri Paesi africani
Madagascar a lieto fine? 

Dopo il colpo di Stato con cui Andriy Rajoelina aveva conquistato il potere, il Paese non si è più ripreso. Le ripercussioni della crisi politica si sono fatte sentire in campo economico e sociale, dove povertà dilagante e un sistema sanitario allo sfascio hanno persino consentito il riaffiorare di malattie ormai scomparse in altre parti del mondo, come la peste nera. 

Nel frattempo, grazie all'impegno della Southern African Development Community, i due principali antagonisti della politica malgascia, hanno deciso di rinunciare alle proprie ambizioni di governo, lasciando via libera alle elezioni. Nonostante qualche piccolo inconveniente, le elezioni si sono finalmente tenute il 25 ottobre, in un clima abbastanza tranquillo. Anche se Jean-Louis Robinson, l'asso nella manica di Ravalomanana, ha ottenuto il maggior numero di voti, non è riuscito comunque a conquistare la maggioranza assoluta -- portando così il 20 dicembre scorso al secondo turno in ballottaggio con Hery Rajaonarimapianina, il cavallo da battaglia di Rajoelina.
E mentre si attendono a gennaio i risultati finali, il punto è che il Madagascar tornerà in gioco, verranno revocate le sanzioni economiche, e il nuovo governo potrà iniziare a governare davvero il Paese. A questo punto, non si può che risalire. 

La sconfitta del movimento M23 

Per mesi l'esercito congolese ha combattuto contro i ribelli del movimento M23 nella parte orientale del Paese, poi, nel giro di pochi giorni, tutto è finito: i ribelli sono stati sconfitti. La sorprendente vittoria militare è in parte dovuta all'aumento di professionalità nell'esercito congolese, ma gran parte del merito va alle Nazioni Unite e alla loro nuova Brigata d'Intervento militare (FIB). 

Formata da 3069 soldati provenienti da truppe del Malawi, Sud Africa e Tanzania, la Brigata è diversa da qualsiasi altra unità di peacekeeping delle Nazioni Unite in quanto ha un mandato offensivo, ossia le è permesso portare avanti un attacco, cosa che hanno fatto proprio contro gli M23.

Tuttavia, anche in questo caso occorre rimanere cauti. Il movimento dei ribelli si è ufficialmente arreso e sono in corso i negoziati, ma reintegrarne con successo i combattenti nella società è una sfida ancora più complessa. Va poi sottolineato che l'M23 non è l'unica fonte di problemi nella zona, l'ONU ha già fatto sapere che il prossimo obiettivo sono i FDLR (gruppi rimasti dai responsabili del genocidio ruandese), che rischiano di rappresentare una sfida ancora più grande. 

La raffineria di petrolio dell'uomo più ricco d'Africa 

 

La Nigeria è piena di paradossi e contraddizioni, ma il più eclatante è il fatto che oltre ad essere il maggior esportatore africano di greggio, è anche il secondo importatore nel continente di petrolio lavorato. In poche parole, il petrolio esce per poi rientrarvi accompagnato da un pesante rincaro.

Quadro in cui  Aliko Dangote ha trovato un'opportunità economica. All'inizio di quest'anno, l'uomo più ricco dell'Africa, con un patrimonio stimato attorno ai 22 miliardi di dollari, ha annunciato di voler costruire una nuova raffineria di petrolio in Nigeria che, in un sol colpo, raddoppierebbe la capacità di raffinazione del Paese, producendo 400.000 barili al giorno. Il piano creerebbe inoltre decine di migliaia di nuovi posti di lavoro. 

Un tale progetto però ha i suoi costi, stimati sui 9 milioni dollari, una cifra che lo rende uno degli investimenti più costosi in Africa. Dangote ha comunque già assicurato un prestito di 3,3 miliardi per avviare i lavori.

In definitiva, progetti di questo genere sono incoraggianti, il fatto che uomini d'affari africani siano in grado di concepire e realizzare iniziative su larga scala è un segnale chiaro del progresso che il continente ha fatto, e del futuro che si prospetta per l'Africa. Solo fino a pochi anni fa, un progetto simile sarebbe stato inconcepibile.

Da - http://lastampa.it/2013/12/27/blogs/voci-globali/africa-eventi-e-sviluppi-positivi-nel-hetHImANf5WVPbYrKYwQOI/pagina.html
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