Il figlio del ministro e i Ligresti La lite sull'aumento di capitale
"E' entrato da noi per distruggere, ma è protetto".
L'indagine dei Pm sul ruolo di Piergiorgio Peluso e lo scontro con la famiglia sicilianadi GIOVANNI PONS
02 novembre 2013
MILANO — Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri è nella bufera per essersi interessata alle condizioni di salute di Giulia Ligresti, in carcere per le vicende legate al falso in bilancio di Fonsai. Tuttavia i rapporti tra la Cancellieri e la famiglia siciliana si erano deteriorati da tempo a causa del ruolo ricoperto dal figlio del ministro, il manager Piergiorgio Peluso che nel maggio 2011 era entrato in Fonsai come direttore generale. Arriva da Unicredit, dove ha seguito il cliente Fonsai in qualità di creditore, ma ci resta solo un anno. Nel settembre 2012 è già diventato direttore finanziario di Telecom. Più ruoli giocati su più fronti che gli atti dell’inchiesta della procura di Torino sui bilanci di Fonsai permettono di inquadrare meglio, anche alla luce di interrogatori e intercettazioni. Il passaggio da Unicredit a Fonsai Peluso lo racconta così al sostituto procuratore Marco Gianoglio: «Raggiunsi un accordo con la famiglia Ligresti ... Per quanto mi riguarda si trattava di una possibilità di crescita professionale, anche perché vi erano alcune incertezze riguardo il mio futuro in Unicredit. Tengo a sottolineare che sul mio nome non vi fu una imposizione da parte di Unicredit ».
La figura di Peluso, in quel momento, sembra soddisfare tutti. Sia i Ligresti, che hanno da molti anni un buon rapporto con la madre Annamaria (a quell’epoca prefetto a Bologna, ndr.), amica della compagna di Salvatore, Gabriella Fragni, sia i vertici di Unicredit che conoscono bene le capacità del banchiere. La situazione della compagnia è critica, la banca guidata da Federico Ghizzoni si è da poco impegnata a sottoscrivere un aumento di capitale in Fonsai e Milano per raddrizzare la situazione patrimoniale in peggioramento. «Era opinione comune all’interno di Unicredit - racconta Peluso agli inquirenti - che Fondiaria fosse una buona compagnia dal punto di vista industriale, pur con la consapevolezza della sussistenza di problemi dal punto di vista patrimoniale, compagnia che necessitava, pertanto, per tornare a produrre utili, di un’attività di riorganizzazione».
Peluso entra dunque in Fonsai, a luglio si conclude l’aumento di capitale e contestualmente tra i soci compare anche il fondo Amber, che ha acquistato da Unicredit diritti di opzione rimasti inoptati. Una modalità che ha insospettito gli inquirenti. «Il sospetto pare sia legato al fatto che la partecipazione al capitale sociale del fondo Amber sia stato in qualche modo “agevolato” dall'ex direttore generale di Fonsai, Piergiorgio Peluso, attraverso uno sconto sui diritti», si legge nelle annotazioni a margine delle intercettazioni. Amber è il fondo che a ottobre 2011 denuncia al collegio sindacale di Fonsai le gravi irregolarità nelle operazioni che avevano come controparte la famiglia Ligresti. Fatti che poi hanno fatto scattare le indagini della magistratura, della Consob, dell’Isvap e accelerarono l’uscita di scena dei Ligresti.
A settembre 2011, però, Peluso si rende conto che la situazione dei conti della compagnia è peggiore del previsto e comincia a pensare che occorra un nuovo aumento di capitale. Il manager informa la famiglia Ligresti in una riunione del 27 settembre tenuta negli uffici di Fonsai. «L’analisi che viene rappresentata lasciò perplesso l’ingegnere e i suoi figli, che non erano convinti della necessità di procedere a nuovi aumenti di capitale», racconta Peluso. «Feci loro presente che tale aumento era soluzione da prendersi in considerazione, anche al fine di evitare che il processo di ripatrimonializzazione fosse governato da terzi e così nei fatti imposto».
Ma la famiglia non ne vuole sapere, da quel momenti i rapporti con Peluso si incrinano e le strade divergono. Il manager tira dritto sulla strada dell’aumento, forte del sostegno di Mediobanca e di una relazione dell’Isvap che indicava la necessità di rimpinguare le riserve della compagnia per 314 milioni. Il cda di Fonsai del 23 dicembre quantifica il nuovo intervento in 750 milioni con l’Isvap che a quel punto indica una mancanza di riserve per Fonsai e Milano di 660 milioni. Tra Natale e Capodanno c’è un primo accordo tra i Ligresti e Unipol, sollecitato da Mediobanca, per l’unione delle due compagnie e il cda di Fonsai del 29 gennaio porta l’aumento di capitale fino a 1,1 miliardi. Era in effetti così grave la situazione della Fondiaria o è stata amplificata per pilotarla nelle braccia di Unipol? È a questa domanda che le procure di Torino e Milano stanno cercando di rispondere.
Di certo i rapporti tra Peluso e la famiglia Ligresti non sono più quelli di una volta. «Sto Peluso è il figlio del ministro Cancellieri... Siccome lui è talmente protetto, figurati cosa gli daranno in Telecom», afferma Giulia Ligresti in una intercettazione. «É entrato da noi un anno fa ed è uscito ieri con una buona uscita di 5,5 milioni (in realtà 3,6 milioni più lo stipendio di un anno, ndr.). É entrato e ha distrutto tutto. Ha avuto il mandato. Come se tu entri in un’azienda e svalorizzi tutto, distruggi tutto, fai in modo che uno la può prendere a zero».http://www.repubblica.it/politica/2013/11/02/news/il_figlio_del_ministro_e_i_ligresti_la_lite_sull_aumento_di_capitale-70055209/?ref=HRER1-1