Sindaci, domenica Comuni al ballottaggio: ecco dove è mancato l'effetto Renzi
Elezioni amministrative, in 17 capoluoghi di provincia il Pd è costretto al secondo turno.
La prima volta di Modena e Livorno, dove la sfida è con il M5S che incassa il placet di Giovanardi. Spareggio anche a Bari
di MICHELA SCACCHIOLI
05 giugno 2014
ROMA - Una valanga. Alle europee del 25 maggio il Pd di Matteo Renzi ha trionfato. Con il 40,8% dei consensi ha stravinto nelle cinque circoscrizioni italiane e si è trasformato nel primo partito dell'area socialdemocratica europea. E' arrivato quasi a doppiare i grillini e a stringere all'angolo i berlusconiani. In percentuali, ha battuto il record di Walter Veltroni (era il 2008) e rievocato la Dc di De Gasperi e Fanfani.
Un plebiscito per quel che è stato un test sull'operato dell'esecutivo. Ma che, in qualche modo, ha finito quasi col far passare in secondo piano i risultati delle comunali. O meglio: quei risultati, pochi sul totale ma in taluni casi incisivi, su cui l'effetto Renzi non si è fatto sentire (a Fiesole il Pd è stato sconfitto). Numeri, e divisioni interne a sinistra, che ora trascineranno i democratici al ballottaggio, anche laddove sembrava impossibile. Una sorpresa su tutte: la prima volta di Livorno. Come pure Modena, territori 'rossi' per storia, sangue e tradizione. E poi un esempio: soltanto in Campania - dove al primo turno il Pd non conquista alcun municipio di rilievo - sono ben 14 i Comuni che viaggiano verso lo spareggio. Non a caso, all'indomani dello spoglio Renzi dirà: "Non bisogna soltanto andare avanti, ma raddoppiare".
Tra il primo e il secondo turno, però, è esploso lo scandalo del Mose a Venezia, con l'inchiesta sugli appalti e gli arresti eccellenti bipartisan: avvisi di garanzia e misure restrittive che si abbattono come una bufera sulle 'larghe intese' e che, a livello locale, rischiano ora di lasciare un segno. In tutta Italia sono 139 i Comuni che domenica prossima - si vota dalle 7 alle 23 - dovranno tornare alle urne per eleggere il proprio sindaco: 17 sono amministrazioni capoluogo di provincia. Tre, invece, sono anche capoluoghi di regione. Si tratta di Potenza, Bari e Perugia a cui si aggiungono Bergamo, Biella, Cremona, Foggia, Livorno, Modena, Padova, Pavia, Pescara, Teramo, Terni, Verbania, Vercelli e Caltanissetta. Al voto andrà anche Urbino, nelle Marche, uno dei centri principali della provincia di Pesaro-Urbino.
Livorno. C'è sempre una prima volta. La sinistra si divide e manda Livorno al ballottaggio: è l'unico capoluogo di provincia in Toscana che domenica dovrà tornare alle urne. La coalizione guidata dal candidato del Pd, Marco Ruggeri, paga le divisioni e lo sfarinamento della sinistra. Si giocherà la poltrona da sindaco con l'ingegner Filippo Nogarin, il candidato del M5S che - seppur in calo rispetto alle politiche 2013, dove avevano raggiunto il 27% - a Livorno riescono dove nessuna delle truppe grilline è riuscita in regione (nella foto in alto a destra, i due candidati).
Modena. L'effetto Renzi non è bastato a Gian Carlo Muzzarelli. Il candidato del Pd a Modena si è fermato al 49,7% dei consensi e, per una manciata di voti, non è riuscito a passare al primo turno, indebolito da primarie al veleno e da una forte concorrenza a sinistra. Ora Muzzarelli dovrà vedersela con Marco Bortolotti, candidato del Movimento 5 Stelle. Come per Livorno, anche per Modena si tratta del primo ballottaggio della storia. Ma al candidato della coalizione di centrodestra, Giuseppe Pellacani, non va giù che lo spareggio sia coi Cinque Stelle: "Potevamo esserci noi, di questo dobbiamo ringraziare solo il senatore Carlo Giovanardi", che con la sua lista Ncd ha portato a casa il 4 per cento. Soltanto pochi giorni fa, la mossa a sorpresa dell'ex ministro modenese che ha indicato i pentastellati come il "male minore". Nessun patto, ma un chiaro sostegno (video). Come lui, anche Lega Nord e Fratelli d'Italia.
Bari. Nessun accordo. A Bari il Movimento 5 Stelle ha già fatto sapere che non appoggerà nessuno dei due candidati in corsa. Si tratta di Domenico Di Paola, per il centrodestra, che ha ottenuto al primo turno il 35,7%, e di Antonio Decaro, per il centrosinistra, che ha portato a casa il 49,4 per cento. Un vantaggio notevole - 15 punti di differenza - ma è stato lo stesso sindaco uscente Michele Emiliano (Pd) a invitare a lottare "con il coltello tra i denti" fino all'ultimo minuto. Di sicuro c'è che al ballottaggio Decaro mira a confermare i consensi presi il 25 maggio, e quindi a spingere chi lo ha già votato a tornare alle urne l'8 giugno. Di Paola, invece, vuole convincere ad andare al voto soprattutto gli astenuti e sono stati tanti: si è recato ai seggi il 67% degli aventi diritto il 74% delle precedenti amministrative.
Perugia. Ballottaggio a Perugia, dove domenica prossima se la giocheranno Wladimiro Boccali (Pd) e Andrea Romizi (Forza Italia). Il primo ha ottenuto il 46,5% delle preferenze, mentre il secondo si è fermato al 26,3 per cento ma nelle ultime ore ha incassato l'appoggio di due liste civiche.
Terni. Niente apparentamenti e niente confronti pubblici a pochi giorni dal ballottaggio a Terni. Archiviato il primo turno (quando i candidati alla seggiola di primo cittadino erano addirittura dodici), domenica lo spareggio sarà tra il sindaco uscente di centrosinistra, Leopoldo Di Girolamo (che ha incassato il 48,47%) e Paolo Crescimbeni (centrodestra), staccato di 27 punti.
Potenza. Niente apparentamenti in vista di domenica, a Potenza - è stato scritto - vince la diffidenza. Per il turno di ballottaggio che deciderà domenica prossima il nuovo sindaco del capoluogo lucano non ci saranno nuova alleanze: la sfida è tra il candidato del centrosinistra Luigi Petrone (Pd) che ha ottenuto il 47,82% dei voti e Dario De Luca, candidato di Fratelli d'Italia che si è piazzato secondo col 16,79 per cento.
Bergamo. A Bergamo - quarta città della Lombardia, tradizione bianca - il Pd schiera l'ex spin doctor di Renzi, Giorgio Gori, che corre contro l'uscente Franco Tentorio (centrodestra). I bergamaschi hanno votato soprattutto per loro due, i principali contendenti: la coalizione di Gori arriva al 45,9%, l'alleanza a sostegno del secondo tocca il 42,18 per cento. Il grillino Marcello Zenoni si è fermato attorno all'8,24 per cento.
Cremona. A Cremona il Pd ha appoggiato una creatura del mondo civico: si tratta del 45enne ricercatore universitario Gianluca Galimberti, uscito vincente dalle primarie interne alla coalizione, un passato nell'Azione Cattolica. Galimberti è in vantaggio (45,81%) sull'uscente Oreste Perri (33,33%), ex medaglia d'oro ai Mondiali di canoa e dominus - in quota centrodestra - della politica locale. La Lega correva con un proprio candidato, Alessandro Zagni, che si è fermato all'8,4. Per il M5S, Maria Lucia Lanfredi non va oltre il 6 per cento.
Pavia. In Lombardia, tra le sfide più difficili per il centrosinistra c'era quella pavese: una sorta di mission impossible secondo gli stessi vertici regionali dem. Il sindaco uscente, infatti, è il giovane "formattatore" di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, ingegnere di 41 anni, sempre sul podio dei primi cittadini più amati d'Italia secondo le classifiche di gradimento stilate periodicamente dagli istituti di ricerca. Un volto noto anche a livello nazionale, e un ruolo di rilievo nell'Anci. Ma l'onda lunga dei democratici è arrivata anche qui, con lo sfidante Massimo Depaoli - professore di liceo che viene dal mondo ambientalista e che vinse senza problemi le primarie del Pd - che ora dovrà ripartire dal 36,43% contro il 46,68% dell'avversario.
Padova. Inedito il ballottaggio di domenica a Padova tra una Lega che ora punta a prendersi gli elettori di Forza Italia e un Pd che ha governato il capoluogo veneto per 10 anni con l'ex ministro Flavio Zanonato. A contendersi l'eredità ora saranno Ivo Rossi, Pd, e Massimo Bitonci, capogruppo del Carroccio al Senato.
Biella. Con il 36,17% dei voti guadagnati al primo turno, il sindaco uscente di Biella, Dino Gentile (Forza Italia), domenica dovrà vedersela con Marco Cavicchioli (Pd) che ha avuto il 36,62% dei consensi.
Verbania. Sfida al femminile a Verbania dove la democratica Silvia Marchionini supera il primo turno con il 46% contro la candidata di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia, Mirella Cristina, che si ferma al 17,53 per cento.
Vercelli. Domenica i vercellesi dovranno scegliere tra Maura Forte (Pd e liste civiche) che sfiora al primo turno il 36%, e il candidato di centrodestra Enrico Demaria (fermo sotto al 27).
Pescara. Il sindaco uscente in quota centrodestra, Luigi Albore Mascia, il 25 maggio ha cercato la rielezione ma la sua coalizione è spaccata e lui ne ha pagato le conseguenze (col 22,83 per cento). L'ex primo cittadino ora andrà al ballottaggio con Marco Alessandrini del Pd (più Sel e tre liste civiche) che ha ottenuto il 43% dei consensi.
Teramo. Fermento elettorale a Teramo per la scelta del sindaco nel ballottaggio di domenica. Apparentamenti conclusi per la candidata del Pd, Manola Di Pasquale, che godrà di molti appoggi ma non di quello del Movimento 5 Stelle. Il sindaco uscente, in quota centrodestra, è Maurizio Brucchi che correrà da solo, forte delle sei liste in appoggio e del suo quasi 50% di consensi, pari a circa ottomila voti in più rispetto all'avversaria. Al primo turno, l'annuncio del ballottaggio arrivò solo a 20 ore dall'inizio dello spoglio, perché nell'ultima delle 80 sezioni elettorali del Comune abruzzese fu necessario uno scrutinio-bis. La commissione elettorale centrale, infatti, aveva dovuto ripetere lo spoglio a causa della contestazione di una cinquantina di schede tracciate con una matita 'ufficiale', ma di colore diverso rispetto alle altre e non registrata nell'inventario del seggio.
Foggia. A contendersi la poltrona di primo cittadino a Foggia saranno Franco Landella che, in campo per il centrodestra e sostenuto da 7 liste, è risultato in leggero vantaggio rispetto al candidato del centrosinistra Augusto Marasco, anch'egli espressione di una coalizione di 7 liste. Dietro di loro, Leonardo Di Gioia, assessore regionale al Bilancio nella giunta di Nichi Vendola dopo il rimpasto del 2013, in lizza col sostegno di 5 liste. Decisivo, dunque, il suo ruolo per il ballottaggio di domenica: Di Gioia ha già fatto sapere che starà con Marasco.
Caltanissetta. In Sicilia, Caltanissetta è l'unico capoluogo chiamato, quest'anno, a rinnovare sindaco e assessori. Il 25 maggio il biologo Giovanni Ruvolo, sostenuto da Udc e Pd ma anche da una lista che ha messo insieme i Drs di Cardinale e il Megafono di Crocetta, sfiora la vittoria al primo turno. Domenica sfiderà Michele Giarratana sostenuto da due liste civiche.
Sui territori, la sfida politica è infuocata. Intanto, scatterà sabato 7 giugno il 'silenzio elettorale', vale a dire il divieto di effettuare, nel giorno precedente e in quelli stabiliti per la votazione, comizi, riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta in luoghi pubblici o aperti al pubblico, nuova affissione di stampati, giornali murali, manifesti e trasmissioni radiotelevisive di propaganda elettorale.
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