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Autore Discussione: ZITA DAZZI Don Mazzi: "Berlusconi venga da me a coltivare pomodori in silenzio"  (Letto 2130 volte)
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« inserito:: Ottobre 07, 2013, 05:11:08 pm »

Don Mazzi: "Berlusconi venga da me a coltivare pomodori in silenzio"

Il fondatore di Exodus: "Vorrei essere io a buttarlo giù dal letto la mattina. Lui tra le prostitute? Non so, diventerebbe il loro eroe"

di ZITA DAZZI

Don Mazzi: "Berlusconi venga da me  a coltivare pomodori in silenzio"
MILANO - Piovono da tutta Italia candidature di enti e associazioni di volontariato che accoglierebbero Silvio Berlusconi nel periodo di affidamento ai servizi sociali. Dopo Mario Capanna, che lo ha invitato a rendersi utile nella sua fondazione "Diritti genetici", si sono fatti vivi i radicali di "Non c'è pace senza giustizia", i milanesi City Angels, che assistono i senzatetto e i servizi sociali dei Comuni di Albenga e di San Giorgio in Bosco, in provincia di Padova. Ma chi lo reclama a gran voce, avendo anche in mente un "progetto personalizzato" per lui, è don Antonio Mazzi, 84 anni, storico fondatore della comunità di recupero per tossicodipendenti Exodus.

Don Mazzi, lei che si è occupato anche di Lele Mora durante l'affidamento ai servizi sociali, come pensa che l'ex premier potrebbe rendersi utile in questa nuova fase della sua vita?
"Io vorrei  tanto averlo fra i miei ragazzi, non come atto di cattiveria, ma per lavorare alla sua redenzione. Vorrei essere io a buttarlo giù dal letto la mattina e a invitarlo a rimettere a posto lenzuola. Vorrei che facesse silenziosi e umili lavori manuali, a partire dalla pulizia del bagno. Come faceva quando aveva 15 anni e non aveva tutto il potere a cui si è abituato ora".

Non pensa che dovrebbe aiutare gli altri, dedicarsi agli anziani, o magari anche alle prostitute, come da più parti si suggerisce?
"Quello magari in una seconda fase. Ma attenzione: Berlusconi è un idolo che attrae le folle e quindi, portandolo in mezzo alle prostitute, sarebbe capace di diventarne l'eroe. Quindi, prima di rimetterlo nella società ad aiutare il prossimo, bisognerebbe aiutarlo a riscoprire la sua anima. A togliersi la maschera".

E come?
"Deve stare da solo, riflettere, guardarsi dentro. Deve togliersi la crosta dietro la quale si nasconde e grazie alla quale incanta gli italiani, che ancora oggi lo voterebbero".

Come reagirebbe, il Cavaliere, a un trattamento simile?
"Lui oggi si sente l'idolo delle masse, però io credo che dentro abbia qualcosa di salvabile. Ma deve affondare le mani nella terra, piantare i pomodori in silenzio, lontano dagli agi e dagli adulatori che lo hanno compiaciuto fino a farlo sentire come un dio".

Funzionerà?
"Scommetto di sì. Giù la maschera e un bel bagno di umiltà".
 (06 ottobre 2013) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Da – repubblica.it
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