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Autore Discussione: Bush: il peggiore e squallido antiamericano  (Letto 4030 volte)
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« inserito:: Giugno 15, 2007, 12:14:00 am »

Base Usa, Spogli: «C'è il sì del governo»


«Gli Stati Uniti hanno ricevuto da parte dell'attuale Governo italiano l'avallo scritto che autorizza il progetto per la base Usa Dal Molin: ora inizia la parte attuativa del progetto». Ad ammetterlo è lo stesso ambasciatore americano in Italia, Ronald Spogli. E lo scive in una nota distribuita ai giornalisti a Vicenza poco prima dell'inizio di una conferenza stampa prevista all'interno della caserma Ederle. L´occasione è l´inizio della fase attuativa della costruzione della base. «L'approvazione dell'Italia al progetto sul Dal Molin, già espressa dal precedente governo italiano, è stata ribadita dal presidente del Consiglio Prodi a gennaio e a maggio di quest'anno. Il presidente del Consiglio ne ha poi dato ulteriore conferma durante il suo incontro con il presidente Bush il 9 giugno a Roma», si legge ancora nella nota.

Ma se l´ambasciatore si dice convinto che la base si farà, c´è anche chi non lo è per niente. È il Presidio permanente contro la base Usa di Vicenza "No Dal Molin", che si stava preparando anche alla visita di Prodi a Padova, prevista per venerdì, ma poi annullata. «Dopo poche ore dall'annuncio della nostra presenza, il Presidente del Consiglio ha declinato l'invito padovano», dicono. «Una coincidenza sospetta, che l'ha salvato dal baccano delle nostre pentole. A quanto pare il presidente del Consiglio ha pensato bene di evitare di avvicinarsi a Vicenza», prosegue il Presidio. «È evidente che Prodi non ha alcuna risposta da dare ai vicentini; del resto, cosa potrebbe rispondere a chi gli chiede conto dell'aver autorizzato la costruzione di 21 depositi per materiali nucleari, biologici e chimici a 1.500 metri dal centro della città berica? Ma Prodi non s'illuda - conclude il Presidio No Dal Molin - lui può anche restare alla larga dal Veneto, noi continueremo comunque la nostra lotta. E, prima o poi, gliele suoneremo di nuovo (le pentole)».

Proprio in relazione alla visita a Vicenza, mercoledì è stata presentata un´interpellanza urgente al ministro della Difesa Parisi dalla senatrice del Prc-Se Lidia Menapace, presidente della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito. «Da un dossier, redatto dal Presidio permanente contro la base all'aeroporto Dal Molin e presentato a Vicenza il 7 giugno scorso, - scrive la senatrice - risulta che il progetto della base prevede 21 depositi per armi nucleari, chimiche e batteriologiche, docce anticontaminazione e stanze per interrogatori, mentre soltanto il 16% degli edifici verrebbe utilizzato per i dormitori. L'ingegnere chimico Guglielmo Verneau, esperto in armi chimiche e batteriologiche, ha riferito che, nel documento della riunione del comitato misto paritetico la sigla "nbc" è stata tradotta con "biochimico" mentre in realtà quella sigla dovrebbe essere tradotta con "nucleare, biologico e chimico"». «L'esperto - osserva ancora Menapace - ha sottolineato che secondo una legge del 1963 "con una base militare situata a 135 metri dalla pista, non è consentito l`utilizzo della struttura per scopi civilì e ha inoltre dichiarato che "leggendo le diciture delle destinazioni d`uso degli edifici, risulta che al Dal Molin ci sarà il Comando della Combat Team. Dunque la Ederle sarà sottomessa al Dal Molin". Se l'interpretazione della sigla "nbc" fosse confermata, la popolazione vicentina sarebbe esposta al pericolo non solo delle cosiddette "bombe sporche" che rilasciano nell´aria sostanze radioattive, ma anche di armi batteriologiche o chimiche come i gas nervini. Secondo la legge citata dall'ingegner Verneau, inoltre, la struttura del Dal Molin non potrebbe essere usata per scopi civili, come era stato invece assicurato ai cittadini».

In base a queste considerazioni la senatrice Menapace chiede al ministro se la notizia relativa alla possibile presenza di armi »nucleari, biologiche e chimiche«, o di loro parti, all'interno della futura base corrisponde a verità; per quale motivo sia stato assicurato ai vicentini l'utilizzo civile dell'aeroporto se questo è espressamente vietato da una legge dello Stato; se è vero che solo il 16% della struttura sarà adibita a dormitori.

Pubblicato il: 14.06.07
Modificato il: 14.06.07 alle ore 15.17   
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« Risposta #1 inserito:: Giugno 29, 2007, 12:23:48 pm »

2007-06-28 21:44

BUSH: "UN GIORNO IL SIGNORE SI PORTERA' VIA CASTRO"

  WASHINGTON - "Un giorno il buon Signore si porterà via Fidel Castro".

Il presidente George W. Bush, rispondendo alle domande del pubblico dopo un discorso al Naval War College a Newport (Rhode Island), non ha fatto mistero dei suoi sentimenti nei confronti del leader cubano.

Successivamente, alla richiesta di precisare se Bush intendeva augurare la morte di Castro, un portavoce della Casa Bianca si è limitato ad affermare: "Il presidente Bush ha solo commentato un evento inevitabile".

Nei giorni scorsi la pubblicazione di documenti finora segreti della CIA ha rivelato una lunga serie di tentativi da parte dell'intelligence Usa di far morire Castro negli anni '60 con una serie di sicari.   

(Ansa)
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« Risposta #2 inserito:: Luglio 10, 2007, 05:20:43 pm »

10/7/2007

Sondaggio Usa: "Bush e la guerra in Iraq sono sempre più impopolari"
 
Un' indagine segna il nuovo minimo nel gradimento fra la popolazione

NEY YORK
George W. Bush e la guerra in Iraq sono sempre più impopolari tra gli americani. L’ultimo sondaggio della Gallup per Usatoday - una rilevazione con cadenza mensile - segna un nuovo minimo nell’approvazione dell’operato del Presidente, anche tra i Repubblicani, e porta al 62% la percentuale della popolazione che considera un errore l’aver inviato truppe in Iraq.

Il consenso personale di Bush è ora al 29%. Solo Harry Truman, nel 1952 e con il conflitto in Corea aperto, era sceso più in basso nella storia della Casa Bianca, toccando il 22%. A chiedere al Congresso di procedere con la richiesta di impeachment è il 36% della popolazione americana.

Tra i Repubblicani, o che tali si dichiarano, l’operato del Presidente è apprezzato oggi dal 68%. A far scendere ancora il gradimento hanno contribuito il giudizio sulla gestione di due questioni come la Riforma dell’immigrazione e l’aver evitato la prigione a Scooter Libby, l’ex braccio destro del vicepresidente Cheney: il 39% degli elettori conservatori o indipendenti risponde di aver perso fiducia nel Presidente per il primo motivo, il 16% per l’intervento a favore di Libby (a fronte di un 10 e di un 9% che, rispettivamente, plaudono).

Lo scontento per la guerra in Iraq sembra invece crescere più per il passare del tempo che per motivi contingenti. In un mese, gli americani che considerano sbagliato l’intervento militare sono cresciuti dal 56 al 62%. La situazione è rimasta immutata dopo l’invio dei rinforzi per il 51% del campione, è migliorata per il 22 e peggiorata per il 25%.

da lastampa.it
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