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Autore Discussione: Marco Bardazzi. La dottrina Bezos e i media: il lettore al primo posto  (Letto 2422 volte)
Admin
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« inserito:: Settembre 08, 2013, 07:17:36 am »

Editoriali
04/09/2013

La dottrina Bezos e i media: il lettore al primo posto

Marco Bardazzi
[marco bardazzi su g+]


È rassicurante scoprire che anche chi viene considerato un mago non possiede la bacchetta magica. Prendete Jeff Bezos, l’uomo che con la sua Amazon ha reinventato un mondo antico come quello dei libri, creando sul web un gigante da 61 miliardi di dollari che ora vende di tutto a tutti. Un mese fa Bezos ha stupito annunciando l’acquisto a titolo personale del «Washington Post», storica testata americana. 

 

Come accade a gran parte dei giornali del mondo, anche il «Post» in questo periodo vive una crisi complessa, legata alle sfide del digitale e al calo della raccolta pubblicitaria, delle inserzioni e delle copie cartacee vendute. Mr.Amazon lo ha comprato per «soli» 250 milioni di dollari ed è partita la corsa a immaginare quale modello di business o innovazione avesse in mente per riportare in auge il giornale del caso Watergate. 

 

Ieri Bezos ha visitato la redazione del «Washington Post» per la prima volta da proprietario e ha concesso (sempre al «Post») la prima intervista nei panni di editore . Si è così scoperto che non ha in mente scorciatoie o magie, ma solo una ricetta fatta di buonsenso, metodo ed esperienza digitale da trasferire in un mondo ancora in buona parte cartaceo. «Ad Amazon abbiamo avuto tre grandi idee alle quali siamo rimasti fedeli per 18 anni - ha spiegato - e sono la ragione del nostro successo. Mettere i clienti al primo posto. Inventare. E avere pazienza. Se si sostituisce “cliente” con “lettore”, questo approccio può avere successo anche al “Post”». Bezos ha aggiunto che il giornale può tornare ai suoi «tempi d’oro», ma ci vorrà tempo, forse anni e sarà necessario avere come punto di riferimento la necessità di dare un valore aggiunto ai lettori.

 

Compito difficile, nel nuovo ecosistema dell’informazione. Anche il grande giornalismo investigativo per cui è celebre il quotidiano di Washington, che richiede investimenti e mesi di lavoro, rischia di perdere valore cinque minuti dopo la pubblicazione di un’inchiesta. Basta una sintesi diffusa su web e social media a far evaporare il legame tra quei contenuti e la testata che li ha pubblicati. 

 

Come costruire il futuro in uno scenario così? Bezos ritiene sia possibile, è ottimista ma evita di proporre ricette magiche e promesse di svolte imminenti. Offre invece un sano realismo e la marcia in più della contaminazione tra la propria esperienza digitale e la tradizione del giornale dove è approdato. La cura che ha avuto fin dal 1995 nel costruire, senza fretta, un luogo per acquisti personalizzati, lo rende tra i più attrezzati a immaginare il nuovo rapporto che i lettori avranno con l’informazione. 

 

«Precedenza ai lettori, innovazione e pazienza» sarà noto d’ora in poi come la dottrina Bezos per i media. L’anno scorso, in un’intervista al «Corriere della Sera», Mr Amazon aveva detto una cosa simile usando un’altra immagine interessante: «I missionari costruiscono prodotti migliori dei mercenari: se metti nel tuo lavoro la pazienza dei missionari, farai grandi cose». Una regola che non vale solo per chi vende libri e giornali.

da - http://www.lastampa.it/2013/09/04/cultura/opinioni/editoriali/la-dottrina-bezos-e-i-media-il-lettoreal-primo-posto-tZNP0WSt4kx0r1g4un1NVM/pagina.html
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