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Autore Discussione: Marco Nese. Dalla Prima Repubblica all'olio: la seconda vita di Giampaolo Sodano  (Letto 2853 volte)
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« inserito:: Settembre 07, 2013, 07:34:07 pm »

IN PROVINCIA DI VITERBO

Dalla Prima Repubblica all'olio: la seconda vita di Giampaolo Sodano

Ex manager tv e deputato Psi Sodano produce olio: «Oggi servirebbe un leader di prestigio, un De Gasperi».


La seconda vita di Giampaolo Sodano ha il colore argenteo degli ulivi. Settemila piante dalle quali egli ricava olio extravergine di grande pregio. Nella prima vita, Sodano era un manager, ha diretto Raidue e Canale 5, ha commercializzato prodotti Rai come presidente della Sacis, ed è stato deputato del Psi. «Ero con Craxi – ricorda - la sera prima della sua partenza per Hammamet. L’ho visto molto depresso». Lui invece non si avvilì per la caduta della Prima Repubblica. Pensò che fosse una buona occasione per voltare pagina e ricominciare. In cuor suo coltivava da tempo una vecchia passione: l’olio «caro agli dei». Comprò 20 ettari di terra sulle colline della Tuscia, dove passava l’antica via Francigena, fra Nepi e Sutri, in provincia di Viterbo, e lo divise in campi regolari con l’aiuto della moglie Fabrizia Cusani, architetto, sorella del consulente finanziario Sergio Cusani. Sodano si mise a piantare ulivi. Su ogni appezzamento una specie diversa, leccino, frantoio, maurino, bolzone che hanno differenti tempi di maturazione e permettono di organizzare una raccolta scaglionata in varie settimane. Piantine all’inizio alte 50 centimetri e che ora svettano come giganti allineati lungo filari così dritti che sembrano tirati con la riga. All’inizio di ogni filare, cespugli di rose inglesi profumate. Produrre olio a Sodano non bastava. Voleva l’eccellenza, il top. Perciò studia, consulta specialisti, interroga agronomi. S’impadronisce dei segreti per ottenere il meglio dall’Olivaia, come ha denominato la sua azienda agricola. Si rende conto che se aspira a un prodotto di grande qualità, se lo deve fare da solo. Così nel 1999 compra un vecchio frantoio a Vetralla (Viterbo) e lo trasforma in un oleificio supertecnologico con l’aiuto dell’ingegner Pieralisi, fratello di Virna Lisi, leader mondiale nella produzione di macchine per la lavorazione delle olive.

VECCHIO FRANTOIO -
Una parte dei settemila olivi che Sodano possiede in provincia di ViterboUna parte dei settemila olivi che Sodano possiede in provincia di Viterbo
I frantoi non sono più quelli di una volta con le grandi mole che ruotano. Oggi sono congegni con dischi e griglie forate, non si parla più di presse e spremitura, ma di frangitura: da come viene effettuata dipende poi il profumo e il rapporto amaro-piccante dell’olio. I moderni macchinari consentono di tenere sotto controllo tutte le fasi, l’apporto giusto di acqua, la velocità di estrazione, la temperatura. «L’ideale - spiega Sodano - è mantenere la temperatura sui 25-27 gradi. C’è sempre qualche contadino che mi porta le sue olive e pretende di mandarla su, almeno a 30 gradi». È un errore. La temperatura troppo alta permette di ottenere un prodotto più abbondante, ma rovina l’olio. «Lo cuoce. Distrugge tutti gli enzimi e ne riduce le qualità nutritive». Altro nemico dell’olio è l’aria, l’ossigeno lo danneggia, anche la luce ha effetti deleteri, perciò va conservato in bottiglie di vetro opaco, e consumato in un arco di tempo più possibile limitato.

OLIO D'ECCELLENZA - Dopo alcuni mesi l’olio già comincia a cambiare aspetto e sapore. «Un buon olio si presenta con un colore verde smeraldo. Più la colorazione tende verso il giallo e più l’olio è scialbo, privo dei principi salutari. L’eccellente olio extravergine si riconosce dal sapore piccante. Se lo metti sulla bruschetta si deve sentire il piccante in gola, se non si sente nulla il prodotto è scadente». La buona qualità comincia dalla raccolta. È sbagliato far maturare le olive e aspettare che cadano prima di raccoglierle. Vanno colte sull’albero quando sono ancora verdi o «invaiate», cominciano cioè a colorarsi di viola. Sodano produce vari oli, tutti extravergine, denominati Tuscus, Olivello, Olio Felice, Fior d’Oliva, che hanno già meritato alcuni premi. L’Italia è il Paese dove si consuma la maggior quantità di olio al mondo. Ne utilizziamo circa un milione di tonnellate all’anno. Ma siccome ne produciamo più o meno la metà, le industrie olearie importano olive dal Marocco, dalla Tunisia e dalla Spagna.

POLITICA E DINTORNI - L’amore di Sodano per l’olio viene celebrato in un film da lui prodotto che si intitola, appunto, «Pane e olio» con Bud Spencer, il quale spiega a una bambina che le donne usavano l’olio per farsi belle e gli uomini per essere più forti in combattimento. L’olio significa per Sodano non solo il piacere di ottenere il meglio, ma è anche un ritorno alla natura, alla tradizione. E ora, mentre a ottobre compirà 71 anni, racconta questa sua scelta di vita in un libro scritto con la moglie intitolato «Fuga dalla città» (edizioni LT multimedia), che uscirà il 19 settembre. Via dalla città e dagli uffici. È lontana l’epoca, il 1997, della sua controversa direzione di Canale 5. Una breve parentesi segnata dai dissapori con Maurizio Costanzo. «Fu Berlusconi a dire: teniamo Costanzo». La passione per la politica non è svanita, ma Sodano vede in giro solo persone mediocri. «Per ripartire ci vorrebbe un leader di grande prestigio, un De Gasperi, come dopo la guerra. Ma dove lo trovi oggi?».

7 settembre 2013 | 15:05
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Marco Nese

da - http://www.corriere.it/cronache/13_settembre_07/sodano-olio-tv-prima-repubblica_08e96f7c-17b7-11e3-8a00-11cf802b0067.shtml
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