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Autore Discussione: Il miglior libro della mia vita» l’ho scoperto la scorsa estate  (Letto 2223 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Agosto 31, 2013, 05:21:39 pm »

Lettere al direttore
31/08/2013

L’anno scorso l’ho scoperto e questa estate l’ho già riletto


Il «miglior libro della mia vita» l’ho scoperto la scorsa estate… In un momento frenetico di trasloco da una casa ad un’altra mi sono immersa in questo «mattoncino» di 800 pagine consigliatomi da una collega che di libri riesce a leggerne almeno una trentina all’anno (io con bimbo piccolo al seguito mi fermo a circa 15), e ho benedetto il destino che per giri tortuosi (o per citare il libro stesso «per vie ascose») mi ha permesso di arrivare a lui: Il regalo del mandrogno.

E’ una storia tutta piemontese, ambientata nell’alessandrino, a cavallo tra il 1800 e la prima guerra mondiale, la storia «indiscreta» di una famiglia attraverso quattro generazioni, ironica, drammatica, speciale scritta in maniera eccelsa da due fratelli (Erizzo) costretti a causa della guerra a una sosta forzata dal lavoro. Ritiratisi in una casa di campagna per sfuggire ai bombardamenti, impiegarono il loro tempo a creare questa meraviglia a quattro mani.

L’edizione è di Araba Fenice, con una bella copertina rigida. Pare che abbia avuto vita editoriale travagliata, ma ora grazie allo sforzo di un editore che l’ha riesumato (benedetto!!!) è tornato alla luce. Lo consiglio perché mi ha fatto davvero sorridere e sognare... anche altri libri lo hanno fatto prima di lui, ma con Il regalo del mandrogno sognavo davvero, la notte, rivivevo le storie dei protagonisti, ridevo per come le raccontano i due scrittori, mi confermavano le cose sentite raccontare da mia mamma a proposito della vita di campagna, le convinzioni strambe e la superstizione, i piccoli riti quotidiani, la vita dal tramonto in poi al lume di candela, perfino i pregiudizi sulla nascita delle prime automobili. Nella mia mente tutto veniva visualizzato fin nei più piccoli particolari, a volte mi è sembrato perfino di sentire il profumo dell’erba della casa del Cucco, o della pioggia che bagnava i campi intorno, o l’abbaiare del cane che come i protagonisti invecchia e lascia il posto a quello più giovane, tutti legati tra di loro dal nome affibbiatogli: una carta sempre diversa dei Tarocchi.

Quest’anno non ho resistito... l’ho riletto. Lo faccio spesso con i libri che ho amato di più, ed ogni volta scopro nuovi risvolti, leggo un pezzetto e mi si aprono altri orizzonti, ne comprendo un passo in più e vedo le cose da un’altra angolatura.

Anche se so che probabilmente perderebbe il suo fascino, mi piacerebbe tantissimo vederlo trasformare in un film a due-tre puntate per la tv. Sono sicura che avrebbe un successo incredibile, se la trama venisse fedelmente rispettata. Ma questo è un altro discorso e con la mia personale recensione non c’entra nulla.

Vorrei svelarvi qualcosa in più sulla trama.. ma davvero non posso! Il bello di questo libro sta anche nel fatto che fino alle ultime pagine un «quadro» che sembra impossibile a poco a poco prende una forma perfetta, giocando e rivelandosi nella sua interezza passando attraverso la comprensibile fragilità della natura umana.

M.A. Giuli

da - http://lastampa.it/2013/08/31/cultura/opinioni/lettere-al-direttore/lanno-scorso-lho-scoperto-e-questa-estate-lho-gi-riletto-PbLY7EeKTng8w8X4pXrPiI/pagina.html
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