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Autore Discussione: Aviaria: virus è mutato, pandemia più vicina  (Letto 9591 volte)
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« inserito:: Ottobre 05, 2007, 12:24:47 pm »

Mutazione negli animali presenti in Europa e in Africa

Aviaria: virus è mutato, pandemia più vicina

Ricerca Usa: «Abbiamo identificato un cambiamento che potrebbe consentire all'H5N1 di svilupparsi nell'uomo»


NEW YORK - Sale l'allarme. Il ceppo H5N1 dell'influenza aviaria, il più letale, è mutato in una forma in grado di contagiare più facilmente gli essere umani anche se non si è ancora trasformato in una imminente causa di pandemia. La nuova forma di H5N1 si sta adattando a vivere a temperature più bassa nel corpo degli «ospiti» vettori del contagio rispetto ai 41 gradi dei volatili, più vicine ai 37 abituali nell'uomo. A lanciare l'allarme è il dottore Yoshihiro Kawaoka dell'università Wisconsin-Madison. «Abbiamo identificato uno specifico cambiamento che potrebbe consentire all'aviaria di svilupparsi nel tratto superiore del sistema respiratorio umano», ha spiegato Kawaoka, aggiungendo che «i ceppi che stanno circolando in Africa e Europa sono i più vicini a trasformarsi in virus umani». Alcuni campioni prelevato da uccelli nei due continenti presentano queste mutazioni, ha sostenuto il team su un articolo pubblicato sulla rivista «Public Library of Science journal PLoS Pathogens».

PANDEMIA PIU' VICINA - «Non intendo spaventare il pubblico, perche non possono fare molto. Ma allo stesso tempo è importante che la comunità scientifica comprenda quanto sta avvenendo», ha aggiunto Kawaoka L'H5N1 dal 2003 ha contagiato 329 persone, che vivevano a stretto contatto con uccelli, in 12 Paesi uccidendone 201. Raramente si è trasmesso da uomo a uomo ma se acquisisse la capacità di farlo più facilmente probabilità potrebbe causare una pandemia. Per contagiare l'uomo il virus, in particolare, dovrebbe adattarsi alla temperatura basale dell'uomo più bassa di quella dei volatili. Al momento l'H5N1 si trasmette negli uccelli che hanno una temperatura corporea di 41 gradi Celsius mentre la nostra è stabile a 37 gradi. Per questo il naso e la gola degli uomini, da dove i virus aerei abitualmente penetrano, sono una barriera naturale perchè si trovano a circa 33 gradi. Ma la mutazione riscontrata nei ceppi africani e europei, tutti provenienti con gli uccelli migratori dall'Asia, sembra consentire all'H5N1 di attecchire anche a temperature più basse: queste forme «sono quelle più vicine alle influenze umane», ha avvertito Kawaoka, anche se ha sottolineato che questo fattore da solo non basta a farlo diventare un pericolo imminente e concreto.


05 ottobre 2007

da corriere.it
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« Risposta #1 inserito:: Maggio 03, 2009, 11:43:45 am »

3/5/2009 (7:9) - FEBBRE MESSICANA - LE PREVISIONI BRITANNICHE

"Il disastro sarà in autunno"
 
The Indipendent lancia l'allarme: "Il virus si evolve e colpirà metà della popolazione"


MATTIA B. BAGNOLI
LONDRA


Il rischio c’è e non va preso tanto alla leggera. L’influenza suina ha tutte le carte in regola per diventare un virus aggressivo e molto contagioso, che potrebbe bussare alle nostre porte già il prossimo autunno. Meglio prepararsi, dunque. Non far nulla e sperare che la buriana passi da sé è il modo migliore per veder realizzati gli incubi peggiori. In una parola: pandemia. È l’opinione di Jeremy Laurance, capo della sezione «salute» del quotidiano britannico The Independent. Il giornale ieri ha dedicato un ampio speciale all’epidemia d’influenza suina. I casi accertati in Gran Bretagna sono saliti a 15, due dei quali frutto di contagio da «uomo a uomo». E, anche se le prime analisi, effettuate a Londra presso il National Institute for Medical Research, dicono che il virus A/H1N1 sembra essere molto simile a quello dell’influenza comune, è meglio non farsi cogliere impreparati. «Nel 1957 – scrive Laurance – la pandemia ebbe un tasso di mortalità di solo 0,1% ma poiché colpiva tra il 30 e il 70% della popolazione alla fine uccise due milioni di persone in tutto il mondo».

Ecco perché, a costo di passare per il «ragazzo che grida al lupo al lupo», secondo Laurance è meglio dare l’allarme. «Il rischio di pandemia posto dall’A/H1N1 – spiega – è reale per una ragione fondamentale che alcuni scettici hanno ignorato: questo è un virus influenzale di nuovo tipo, e non se ne vedeva uno così da una generazione. È il risultato di un mix di virus suini, aviari e umani. Ora quest’ibrido ha saltato le barriere tra le specie e ha iniziato a trasmettersi da uomo a uomo. I livelli di immunità probabilmente sono bassi o inesistenti». Michael Ryan, direttore della sezione «Global Alert and Response» presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha intanto calmato gli animi. «Suggerire, in questa fase, l’idea che questi eventi siano fuori controllo - ha dichiarato – non è saggio. Non abbiamo prove di una sistematica fuoriuscita del virus oltre i confini del Nord America». Detto questo, Ryan ha ribadito che il rischio di pandemia – il livello di rischio dell’Oms è ancora fissato al livello 5 – «è ancora imminente poiché il virus si sta espandendo». Uno degli scenari ipotizzabili con i dati ora disponibili è quello di un’epidemia «leggera» simile alla tradizionale influenza, che, in media, colpisce circa il 6% della popolazione. Per Robert Booy, capo del dipartimento di ricerca al National Centre for Immunisation dell’Università di Sydney, la «suina» non avrebbe un tasso di mortalità molto alto.

«L’influenza – dice – tende ad infettare due persone per ogni caso. Il raddoppio avviene ogni tre giorni. Questo significa che in 30 giorni si hanno 1000 casi. Nel mese che segue si va a un milione. Se in Messico, a fronte di centinaia di migliaia di casi, si hanno avuto solo 100 morti, abbiamo a che fare con un tasso di mortalità dello 0,1%». «Le esperienze passate – precisa però Laurance – dimostrano che le pandemie possono presentarsi a ondate, ognuna più virulenta di quella precedente. Un’influenza leggera può evolvere nel tempo in un’influenza più grave. Le culture più forti e violente tendono a prevalere grazie a un processo di selezione di tipo darwiniano». La conclusione? «Il lupo è reale, e ringhia davanti al cancello. Non sappiamo ancora quanti danni potrà fare ma ignorarlo è da pazzi criminali».

da lastampa.it
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« Risposta #2 inserito:: Giugno 09, 2009, 06:18:17 pm »

Influenza A, Fazio con il vaccino limitare contagio a 2 milioni di persone
 
   
 LUSSEMBURGO (9 giugno) - Nuova influenza, l'Italia punta a limitare il contagio con un vaccino specifico nella speranza che il contagio colpisca solo 1-2 milioni di persone. «Questo è il nostro obiettivo», ha detto il viceministro alla salute, Ferruccio Fazio, ricordando come il virus colpisce non tanto la popolazione anziana quanto la fascia di età tra i 20 e i 40 anni.

Allerta per il secondo picco.
A Lussemburgo per partecipare al consiglio Ue dei ministri della salute, Fazio ha comunque sottolineato l'importanza di non abbassare la guardia sul fronte della nuova influenza: «La preoccupazione - ha spiegato - non è tanto per il presente, quanto per le potenzialità del virus, la cui evoluzione è difficilmente prevedibile. Si tratta di un virus altamente trasmissibile che può diventare ancora più aggressivo», ha detto il viceministro, ricordando come «a volte in passato il secondo picco di un'influenza è stato più importante del primo».

Il rischio pandemia è dunque sempre presente.

Rischio riassortimento.
I pericoli principali - ha spiegato Fazio - sono quelli legati alle ipotesi di «riassortimento», con il virus dei suini che può mischiarsi con quello dell'influenza stagionale o, negli allevamenti, col virus dei volatili, generando così nuove forme imprevedibili.

Vaccino anche per i giovani-adulti.
Dalla riunione dei massimi esperti internazionali in pandemie influenzali che si è svolta l'altro giorno all'Istituto superiore di Sanità è arrivata l'indicazione a vaccinare contro il virus A/h1n1 oltre alle categorie a rischio, anche le fasce dei giovani-adulti tra i 20 e 40 anni.

 
da ilmessaggero.it
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« Risposta #3 inserito:: Luglio 14, 2009, 11:39:07 pm »

Influenza A, Oms: pandemia inarrestabile tutti i Paesi hanno bisogno del vaccino

I vaccini forse tra settembre e ottobre.

Nel mondo oltre 400 vittime. In Italia 38 nuovi casi.

A Teramo guariti 36 atleti ciprioti

 
 
ROMA (13 luglio) – La pandemia di nuova influenza A/H1N1 non si arresterà per cui tutti i paesi dovranno fornirsi del vaccino. Lo ha riferito l'Organizzazione Mondiale della Sanità nell'odierna conferenza stampa telefonica da Ginevra. Nel mondo le vittime sono oltre 400, centomila i casi. «La commissione dell'OMS per i vaccini ha fissato come priorità la vaccinazione di coloro che lavorano nel settore sanitario - ha dichiarato la dottoressa Marie-Paule Kieny, direttore del programma di ricerca sui vaccini - Gli Stati poi dovranno adottare le raccomandazioni dell'Organizzazione per la vaccinazione a seconda della situazione epidemiologica, che varia da paese o a Paese».

Vaccini disponibili tra settembre e ottobre. Continua nei laboratori di tutto il mondo la corsa al vaccino contro la nuova influenza A/H1N1. «Tutti i produttori stanno lavorando per garantire la disponibilità del vaccino» anti-pandemia, «che sarà disponibile tra settembre e ottobre», in vista della nuova stagione influenzale, ha precisato Marie-Paule Kieny. L'approccio, inoltre, dovrebbe essere in tre "colpi": tre somministrazioni per garantire un effetto scudo contro l'influenza stagionale e il virus H1N1.

Nessun timore sui tempi. «Non sarà tardi per vaccinarsi», dice la Kieny, rassicurando i giornalisti. Anzi, nel frattempo gli scienziati stanno esaminando i possibili scenari e, dunque, le diverse strategie vaccinali da adottare per contrastare la prevista seconda ondata di "febbre suina". «Abbiamo diverse strategie e stiamo discutendo con Governi e produttori, anche per cercare di assicurare un'equità nella disponibilità del vaccino pandemico». E se fra i gruppi di popolazione da immunizzare la priorità al momento va agli operatori sanitari, sembra comunque dall'osservazione epidemiologica «che le persone obese rischino di più, anche se non si sa - precisa l'esperta - se questa apparente vulnerabilità sia dovuta all'eccesso di peso o ad altre condizioni collegate» all'obesità stessa. «Questo comunque è uno dei gruppi per cui si sta pensando all'immunizzazione» con il vaccino pandemico. Un altro gruppo "nel mirino" degli specialisti è quello dei bambini piccoli, anche se «non c'è un vaccino specifico per proteggere questa fascia di popolazione» dalla nuova influenza.

Si aggrava intanto la situazione in Inghilterra dove il bilancio delle vittime sale a 17. Un medico di base morto sabato nel Bedfordshire, nell'est dell'Inghilterra, aveva contratto il virus della nuova influenza. Lo confermano le autorità sanitarie locali. Michael Day è deceduto al Luton and Dunstable Hospital, ma le cause della morte non sono ancora note. Le autorità hanno tuttavia comunicato che l'uomo era risultato positivo al virus H1N1 della nuova influenza. Salgono così a 17 le vittime legate alla nuova influenza registrate in Gran Bretagna. Venerdì è stata registrata la prima vittima sana nel Paese, ovvero che non presentava preesistenti patologie. Oggi in mattinata la conferma di un'altra vittima a Londra, una bambina di sei anni.

Virus a Downing Street. La nuova influenza sbarca anche a Downing Street, dove è stato colpito un consigliere del primo ministro Gordon Brown, che è stato bandito dalla partecipazione al vertice del G8 all'Aquila, per evitare una crisi diplomatica avendo l'uomo contratto la nuova influenza. Lo rivela oggi il Guardian. Michael Jacobs, consigliere di Brown sui cambiamenti climatici, era rimasto contagiato durante un viaggio di lavoro in Messico. Successivamente era stato a Roma per incontri preparatori del G8, in quell'occasione il suo medico gli assicurò che era del tutto guarito. Ma al momento di trasferirsi all'Aquila per il vertice, Brown è intervenuto impedendo a Jacobs di unirsi alla delegazione britannica, valutando che sarebbe stato un disastro diplomatico se la Gran Bretagna fosse risultata responsabile per il contagio dei leader presenti, Obama incluso.

Serbia, contagi tra atleti universiadi. In Serbia sono in totale 49 i casi di contagio da virus H1N1, tra questi figurano anche sei atleti che hanno preso parte alle Universiadi conclusesi ieri sera a Belgrado, e otto partecipanti al festival internazionale di musica Exit, conclusosi anch'esso nel fine settimana a Novi Sad, nel nord della Serbia. Gli atleti delle Universiadi colpiti dal virus provenivano da Argentina, Australia, Zambia e Uganda, mentre i partecipanti al festival musicale erano originari sette dalla Gran Bretagna e uno dalla Macedonia. I 49 casi di nuova influenza in Serbia si sono registrati, oltre che a Belgrado e Novi Sad, nelle città di Nis, Sombor, Nova Pazova, Sabac, Subotica, Kucevo e Kragujevac.

Contagi in un collegio internazionale in Svizzera. Quattordici casi di influenza A/H1N1 sono stati diagnosticati in un istituto scolastico internazionale della località svizzera di Verbier, in Vallese. L'istituto, che accoglie 120 studenti dagli 8 ai 18 anni di diversi Paesi, è stato posto sotto isolamento, afferma un comunicato delle autorità locali. In tutto «oltre una ventina di residenti» dell'istituto hanno presentato sintomi influenzali negli ultimi giorni, precisa il comunicato del cantone del Vallese. Le analisi hanno confermato il contagio da influenza A (H1N1) per quattordici di loro. I malati ricevono un trattamento adeguato. Misure di profilassi sono state inoltre proposte agli altri residenti dell'istituto e al personale. La Svizzera ha segnalato un totale di 133 casi di influenza A (H1N1).

A Teramo dimessi atleti ciprioti. Tutti i pazienti affetti da influenza A H1N1, ricoverati all'Ospedale di Teramo in un'ala appositamente riservata a loro, sono stati dimessi perchè considerati completamente guariti. Lo riferisce in una nota la Direzione generale della Asl di Teramo spiegando che erano stati colpiti dall'influenza 36 pazienti, «atleti della delegazione cipriota intervenuta alla competizione internazionale della Coppa Interamnia». «Il virus della nuova influenza che ha colpito i giovani pazienti si è dimostrato a bassa patogenicità, tanto che la sintomatologia febbrile è scomparsa nel giro di 24/48 ore», fa sapere la nota, sottolineando che «il ricovero è stato comunque una misura precauzionale» per evitare ulteriori occasioni di contagio per la squadra. «Presso il laboratorio analisi dell'Ospedale di Teramo, che già più di due mesi fa era stato individuato dalla Regione Abruzzo come laboratorio di riferimento regionale, sono stati eseguiti 36 test rapidi atti a individuare se l'influenza fosse di tipo A o di tipo B - prosegue la Asl di Teramo - Di questi 36, sette sono immediatamente risultati negativi, mentre altri 7 sono risultati dubbi. Complessivamente sono stati inviati all'Istituto Superiore di Sanità 29 campioni biologici da analizzare per la conferma, di cui sette sono risultati positivi, mentre si attende il risultato degli esami rimanenti. Nella mattinata di domani, con ogni probabilità, sarà possibile conoscere l'esito degli esami eseguiti a Roma».

In Italia finora 224 casi. Il ministero del Welfare ha annunciato che dal 9 luglio scorso ad oggi sono stati confermati altri 38 casi di influenza A/H1N1. IN particolare dal 24 aprile «si sono complessivamente verificati 224 casi». 
 
da ilmessaggero.it
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« Risposta #4 inserito:: Luglio 15, 2009, 10:25:50 am »

15/7/2009
 
Influenza ammaliamoci per batterla
 
 
EUGENIA TOGNOTTI
 
Non manca di suggestione - e, in verità, neppure di qualche fondamento scientifico - l’idea di «andare incontro» all’Influenza A, invece di tenerla lontana con le classiche misure di «social distancing»: dopotutto - visto che è in arrivo l’ondata autunnale - non è meglio contrarre il virus H1N1 prima che diventi più aggressivo, sviluppando così i preziosi anticorpi? Peraltro, non è nuovissima la strategia dell’immunizzazione naturale per contatto con il portatore di un virus: negli Anni Novanta del secolo scorso è stata ampiamente sperimentata per la varicella nei Paesi di lingua inglese. In assenza di vaccini, funzionavano a meraviglia le merende che radunavano frotte di bambini intorno ad un piccolo cosparso di vescicole.

Di recente - con la pandemia d’Influenza all’orizzonte - l’idea ha circolato su Internet tra gruppi di irriducibili contrari ai vaccini o convinti che l’immunità naturale sia più efficace di quella derivante da un prodotto realizzato in laboratorio. Le loro convinzioni sono rafforzate dal fatto che - stando alle ricostruzioni storiche sulla Spagnola del 1918 - coloro che si ammalarono nell’ondata primaverile, più mite, furono risparmiati dalla seconda, quella autunnale, responsabile dell’ecatombe dovuta alle complicazioni infettive dell’influenza (pneumoniti, bronchiti).

Ripresa da Le Monde, questa modalità di lotta all’influenza, avrebbe il vantaggio di assicurare l’immunizzazione di un certo numero di persone prima della seconda, più impetuosa ondata: di fatto è come se una parte di popolazione fosse già vaccinata. Non solo. Se si dovessero presentare delle complicazioni gli ospedali e le strutture sanitarie non sarebbero intasati come accadrà, presumibilmente, in presenza di un’epidemia più diffusa.

Prima, però, di pensare a «Influenza party» - alla ricerca del contagio deliberato del virus allo scopo di munirsi di anticorpi - occorre considerare «i contro»: un virus vivo non è come un vaccino. L’Influenza A è una malattia nuova ed è ancora, sotto certi aspetti, una sconosciuta, di cui i ricercatori stanno scoprendo, ogni giorno, qualche segreto. L’ultimo, uno studio giapponese in corso di pubblicazione su Nature - condotto su animali - dimostrerebbe che il virus è più «cattivo» di quanto si sospettasse. Comunque sia, al momento, pur essendo la mortalità molto bassa, non appare prudente correre deliberatamente il rischio di contrarre il virus. Oltretutto, si pone qualche problema sul piano etico: è giusto che per ottenere un beneficio personale, per il proprio «particulare», una persona si metta nelle condizioni di trasmettere una malattia potenzialmente grave al proprio prossimo, magari vulnerabile per età e condizioni di salute? La cosa migliore da fare, forse, è quella di vivere normalmente. Niente «feste dell’influenza», ma anche niente misure di «social distancing», già studiate negli Stati Uniti in funzione antipandemica, riedizione moderna dell’antica quarantena.

Nell’incertezza circa la disponibilità di Tamiflu e in attesa del vaccino, la strategia della «presa di distanza» comprendeva la precauzione di non addensarsi su ascensori e altri luoghi che comportano distanze ravvicinate e possibili contatti con uno starnuto, ovvero una cannonata di particelle infettanti che passano ad altri alimentando una catena di Sant’Antonio virale.

Niente baci, abbracci, strette di mano, al posto delle quali è stato messo a punto «el-bump», cioè l’urto di gomiti, meno affettuoso, ma più sicuro.
 
da lastampa.it


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Influenza A, Fazio: possibili 4 milioni di casi entro marzo, 8,6 i vaccinati

Colpiti per il 90% giovani e under 40.

Oms: pandemia inarrestabile. Oltre 100mila le persone positive, 580 i morti

 
ROMA (14 luglio) - Il viceministro della Salute, Ferruccio Fazio fa sapere che entro il mese di marzo, secondo le proiezioni del ministero del Welfare, si potrebbero verificare in Italia 3-4 milioni di casi da contagio di influenza A. Nel mondo i casi sono 116.943 (14.041 in Europa), 580 le persone morte, di cui 18 in Europa (dati Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Ecdc)

Saranno inoltre 8,6 milioni gli italiani che verranno vaccinati contro il virus della nuova influenza entro la fine dell'anno. Si tratta di lavoratori dei servizi essenziali (sanità, polizia, vigili del fuoco) e di soggetti sotto i 65 anni con malattie croniche ed a rischio. Da febbraio si dovrebbe procedere a una seconda fase di vaccinazioni che riguarderà i giovani dai 2 ai 20 anni e presumibilmente anche le donne incinte.

La categoria di popolazione maggiormente a rischio, spiega Fazio, è rappresentata dai più giovani e da chi ha meno di 40 anni, che verranno colpiti per l'80-90%. «La pandemia - ha detto - si sta estendendo in modo veloce, molto più velocemente di pandemie precedenti e questo anche in relazione alle maggiori facilità offerte oggi dai trasporti e soprattutto da quello aereo».

Il tasso di mortalità. «Anche se il tasso di mortalità per la nuova influenza si attesta sullo 0,5 per mille contro l'1-2 per mille della normale influenza stagionale, registrando dunque una scarsa aggressività del virus - conclude Fazio - tale tasso previsto di mortalità preoccupa comunque anche se si prevede relativamente basso proprio perché riguarderà la popolazione più giovane».

Sacconi: c'è copertura per l'emergenza. «Il Governo è attrezzato ad affrontare l'emergenza della nuova influenza anche dal punto di vista economico» ha precisato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. «Ovviamente - ha detto Sacconi - siamo attrezzati anche dal punto di vista delle risorse finanziarie per fare fronte a questa e alle altre emergenze». Riferendosi quindi ai costi complessivi legati anche alle strategie di vaccinazione per la popolazione, Fazio, ha sottolineato come il costo complessivo raggiunga qualche centinaia di milioni di euro: «Ma si tratta di una cifra - ha detto - che non crea problemi; anche in tempi magri come questi - ha concluso - non si tratta di una cifra che possa creare problemi».

Fazio ha rassicurato chi deve partire per il college di York, riferendosi ai trenta liceali italiani in viaggio studio nel Kent che avevano riscontrato i sintomi della nuova influenza. «La nuova influenza arriverà in Italia ma non dobbiamo preoccuparci troppo». Per quel che riguarda i vaccini il viceministro ha raccomandato di non comprarli in Internet: «I vaccini che utilizzeremo dovranno essere approvati e registrati dall'Emea».

L'Organizzazione mondiale della sanità dichiara che l'influenza A è ormai inarrestabile e raccomanda tutti i Paesi di fornirsi dei vaccini. Il numero delle vittime nel mondo supera quota 400, mentre le contaminazioni sono più di 100.000.

In Europa il Paese più colpito è il Regno Unito con 9.718, seguito dalla Spagna con 1.034. Nel continente l'Italia, secondo i dati degli Ecdc, è al settimo posto con 180 infettati. Negli Stati Uniti sono 37246 le persone infettate e 211 morti. Il numero dei casi americani, però, secondo quanto riportato sul sito della Ecdc, comprenderebbe sia il numero di casi confermati da analisi di laboratorio che quelli sospetti.

Quindici casi a Teramo. Sono stati in totale 15 gli atleti ciprioti riconosciuti come positivi al virus durante la trasferta a Teramo e potrebbero diventare al massimo 19, qualora l'Istituto Superiore di sanità sciogliesse su altri 4 la riserva adottata al momento delle ulteriori analisi sui campioni inviati dall'ospedale Mazzini. Per altri 10 campioni (dei quali anche quelli dei due pazienti teramani che erano stati visitati e rispediti a casa, dopo il test rapido) il responso è stato negativo. Erano in totale 29 i campioni biologici inviati all'Istituto Superiore di sanità. Alla fine, il «Cluster Cipro», come è stata denominata scientificamente l'emergenza teramana, ha riguardato soltanto atleti della delegazione cipriota che si trovava a Teramo per partecipare alla Coppa Interamnia e il virus sembra essere stato circoscritto a questa area ben definita. La Asl di Teramo ritiene «conclusa l'emergenza sanitaria causata dal virus della nuova influenza».

La Germania vaccinerà un terzo della popolazione secondo quanto annunciato oggi dal ministero della Sanità, in risposta all'allarme lanciato ieri dall'Oms. Berlino sta valutando l'eventualità di ordinare 25 milioni di dosi di vaccino che sarà somministrato prima a personale ospedaliero, polizia, vigili del fuoco e tecnici responsabili dei servizi essenziali. Priorità anche alle donne incinta e ai pazienti a rischio. Il governo potrebbe ordinare i vaccini questa settimana, ma probabilmente non arriveranno prima di settembre o ottobre prossimi, secondo i funzionari del ministero della Sanità.

Australia: 21 milioni di vaccini. Le autorità sanitarie australiane hanno ordinato 21 milioni di dosi di vaccino contro la nuova influenza, che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità dovrebbe essere disponibile già in settembre, in modo da attuare un programma di immunizzazione di massa in ottobre. In Australia, che ora è in pieno inverno, i casi confermati di contagio del virus H1N1 sono oltre 9000 e i decessi 20. «Le 21 milioni di dosi ci consentiranno di coprire metà della popolazione se sarà necessaria una dose di richiamo, oppure l'intera popolazione», ha detto il direttore medico federale Jim Bishop. Il governo cercherà di rendere disponibile il vaccino più ampiamente possibile, ma prima dovranno essere completate le sperimentazioni cliniche, ha aggiunto.

Ministro sanità Gb: non cedere al panico. Il ministro della sanità britannico, Andy Burnham, è intervenuto oggi per rassicurare i genitori nel Paese sconvolti dopo la morte di una bambina di sei anni in seguito all'influenza A, e ha invitato tutti a non cedere al panico. La morte di Chloe Buckley, di Londra, è una «tragedia», ha detto, ma ha anche sottolineato che «molti bambini hanno contratto la nuova influenza e sono completamente guariti». «Bisogna tenere le cose in prospettiva» ha aggiunto Burnham, ricordando che «la Gran Bretagna è in cima alla lista» per ricevere vaccini, che saranno disponibili a cominciare dal mese prossimo. «Il Paese ha ben pianificato come affrontare la situazione».

Bangkok: 500 scuole chiuse. Quasi 500 scuole saranno chiuse a Bangkok per cinque giorni per prevenire la diffusione della nuova influenza in Thailandia. Lo ha annunciato oggi il comune della capitale thailandese. In Thailandia dalla metà di maggio sono morte per il virus 24 persone: 10 tra gli abitanti di Bangkok dove ore saranno chiuse 435 scuole per essere disinfettate.

Nuovo caso in Algeria. Sale a otto il numero delle persone contagiate nel paese del Maghreb. Secondo il ministero della sanità, una donna di 32 anni residente a Constantine, a 450 chilometri a est di Algeri, è stata trovata positiva nei test cui è stata sottoposta. 
 
da ilmessaggero.it
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« Risposta #5 inserito:: Agosto 29, 2009, 11:23:50 am »

2009-07-27 19:46

Quello che sappiamo sul virus e i punti interrogativi


ROMA - In quattro mesi il virus dell'influenza A H1N1 ha fatto il giro del mondo, dimostrando una capacità di diffusione molto rapida. Microbiologi, infettivologi e immunologi di tutto il mondo non lo perdono d'occhio perché le probabilità che possa improvvisamente trasformarsi, diventando più aggressivo, non vanno sottovalutate. Sorvegliare il responsabile della nuova pandemia é necessario, inoltre, perché molte domande sul comportamento di questo virus sono ancora senza risposta.

COME E' FATTO - Il virus A H1N1 è un collage di otto geni che provengono da tre specie diverse (suina, aviaria e umana). Combinandosi, hanno dato vita al quarto virus pandemico finora osservato, dopo quello della Spagnola del 1918, quello dell'Asiatica del 1957 e quello della Hong Kong del 1968.

COME SI TRASMETTE - Come i virus dell'influenza stagionale, anche quello dell'influenza A si trasmette attraverso le goccioline di saliva disperse nell'ambiente con colpi di tosse e starnuti. L'influenza che trasmette è stata chiamata anche "suina" sia perché il virus contiene geni dell'influenza suina, sia perché il maiale è probabilmente stato il laboratorio naturale in cui il virus si è formato, assemblando i diversi frammenti di geni. Tuttavia gli esperti hanno assicurato fin dall'inizio che non si corre alcun rischio di trasmissione consumando carne di maiale.

QUANTO SI TRASMETTE - In quattro mesi il virus ha attraversato cinque continenti, a dimostrare la sua grande capacità di trasmettersi. Le sue armi molecolari, ossia le proteine che si trovano sulla sua superficie (chiamate emoagglutinina e neuroaminidasi) si sono trasformate in modo che il virus ora riesca ad agganciarsi molto facilmente a più tipi di cellule umane. Poiché è un virus pandemico, è presente in tutto il mondo contemporaneamente e indipendentemente dalle stagioni.

SINTOMI - Sono simili a quelli dell'influenza stagionale, con febbre, tosse, mal di gola, naso chiuso, dolori muscolari, mal di testa, debolezza. Come nell'influenza stagionale, il contagio può avvenire da un giorno prima fino a una settimana dopo la comparsa dei sintomi.

QUANTO E' AGGRESSIVO - I casi avvenuti finora appaiono lievi e si guarisce in una settimana. In genere le morti sono avvenute in persone già indebolite da altre malattie e con problemi respiratori. Ci sono stati, però, casi in cui sono morti bambini e giovani così come donne in gravidanze. Gli esperti cercano di capire perché. Sembra comunque, ha osservato oggi l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che a mano a mano che i casi aumentano i casi di ricovero e complicanze riguardano persone più anziane. Il quadro complessivo non è comunque ancora chiaro, ha detto ancora l'Oms, e richiede una costante sorveglianza.

COME DIFENDERSI - Gli esperti raccomandano di lavare spesso le mani con acqua e sapone e di non frequentare luoghi affollati. Le persone con l'influenza non dovrebbero uscire di casa quando hanno la febbre o durante il periodo in cui è più probabile che possano trasmettere il virus ad altri.

VACCINO - Secondo quanto ha detto l'Oms, dovrebbe essere disponibile intorno a settembre. La produzione è cominciata e sono attesi a breve i test clinici per verificarne sicurezza ed efficacia. 

da ansa.it
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« Risposta #6 inserito:: Agosto 31, 2009, 11:18:16 am »

31/8/2009

L'emergenza ha bisogno di un capo
   
EUGENIA TOGNOTTI


Con l’avvicinarsi dell’apertura dell’anno scolastico - e mentre si profila all’orizzonte la «seconda ondata» dell’Influenza A nel nostro emisfero - era scontato.

Si torna a parlare, anche in Italia, della strategia di controllo più discussa e studiata tra quelle non-farmacologiche: la chiusura delle scuole. A dare il via alla discussione - nella quale si registrano già vari distinguo e posizioni di dissenso - il presidente della Federazione italiana pediatri che - come ha annunciato - chiederà che quell’ipotesi sia presa, anzi ripresa, in seria considerazione al tavolo tecnico che si riunirà il 2 settembre al ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali per discutere, appunto, delle strategie contro la nuova influenza.

Niente da dire - beninteso - sul fatto che un’Associazione professionale che rappresenta migliaia di pediatri di famiglia dica la sua, in presenza di un nuovo allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sarebbe, tuttavia, auspicabile che provvedimenti che comportano costi sociali ed economici così elevati, a fronte dell’insufficienza di prove sugli effetti positivi sulla prevenzione e la diffusione della malattia, fossero il frutto di una valutazione a tutto campo assunta da un qualche organismo creato ad hoc e dotato di ampi poteri, assimilabili a quelli - per dire - del responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso.

In un passato dominato dal terrore di mortali contagi, creare un’autorità centrale per il «governo» delle epidemie era la prima preoccupazione delle autorità politiche, attente ai «rumori» di peste o di colera: non per niente l’esempio delle Magistrature di sanità, rafforzate nelle città italiane in tempo d’emergenza, servì da modello ad altri Paesi occidentali. Siamo ben lontani, fortunatamente, da quelle mortali minacce. Abbiamo dalla nostra i progressi della scienza e della ricerca. Tuttavia dobbiamo tener presente che, come tutti i virus influenzali, l’H1N1 è imprevedibile: prepararsi con politiche e strategie mirate all’emergenza è, del resto, la pressante raccomandazione che il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Chan, rivolge da qualche giorno ai governi, in vista di un aumento dei casi di malattia.

In attesa di conoscere quali decisioni saranno prese mercoledì a quello che viene genericamente indicato come «tavolo tecnico», si può solo sperare che le eventuali decisioni riguardanti la chiusura delle scuole vengano assunte tenendo presenti vari fattori e il fatto che quel provvedimento ha un impatto considerevole su altre strutture sociali fondamentali: complicazioni per i genitori che lavorano, aumento dell’assenteismo in settori chiave (presidi sanitari, trasporti, forniture eccetera). Uno studio pubblicato di recente su Nature ha messo in evidenza gli aspetti controversi di quella misura, la cui efficacia, naturalmente, dipende da altri provvedimenti, come la vaccinazione o i farmaci antivirali.

È vero che la chiusura della scuola per lunghi periodi potrebbe prevenire fino a uno su sette casi della malattia, rallentando la sua diffusione e alleggerendo di molto la pressione sugli operatori sanitari durante il picco pandemico. Tuttavia, mentre è difficile valutare quanto questa misura potrebbe davvero bloccare la trasmissione della malattia, sono invece prevedibili gli effetti sociali ed economici. Del resto non occorrono studi sofisticati per comprendere che, anche se i bambini non andassero a scuola, verrebbero comunque a contatto con altri bambini o adulti della popolazione, e il virus verrebbe diffuso attraverso questo contatto.

Inoltre i genitori sarebbero costretti a trovare nuove sistemazioni per accudire e sorvegliare i figli, in modo da poter continuare a recarsi al lavoro. È facile prevedere che, in particolare nelle città, si verrebbero a creare delle piccole scuole alternative: accadde anche durante la «Spagnola». Chiuse le scuole, denunciarono vari quotidiani italiani, alla fine del nero ottobre 1918, restarono aperte le «scolette private» e gli oratori delle parrocchie.

da lastampa.it
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« Risposta #7 inserito:: Ottobre 17, 2020, 02:51:01 pm »


Era il 2007, allora ci si preoccupava di questo ...

Ma senza nevrosi!

ciaooo

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« Risposta #8 inserito:: Ottobre 17, 2020, 02:53:21 pm »

Nelle pagine antiche di questo MIO sito ... potete trovare quanto si postava nel 2007 e anni successivi nella LAU.

Su questo argomento, da pagina 8 in qua.

ciaooo
« Ultima modifica: Ottobre 17, 2020, 02:57:31 pm da Admin » Registrato

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