L’OCCHIO PER I PRODOTTI MIGLIORI
Certe volte quando devo comporre un numero di telefono mi capita di essere piuttosto distratto. Sbaglio numero e devo rifarlo, ma quando chiamo lei compongo il numero con molta attenzione, come se lavorassi in una vetreria.
Ho appena composto il suo numero e aspetto e sento squillare e... squillare ancora.
Un terzo squillo.
Un quarto.
Ascolto il segnale del telefono con la massima concentrazione come se si trattasse di un pezzo molto difficile di musica classica o una conversazione tra due persone interessanti a proposito di una questione tecnica. Ascolto così attentamente che riesco a vedere il suo telefono sul tavolino di legno nell'ingresso. Accanto al telefono c'è un libro. Un romanzo.
...squilla per la settima volta e poi arriva l'ottava... Ascolto con tale attenzione che ora mi trovo dentro il suo appartamento, accanto al telefono nella stanza buia, e lo ascolto squillare.
Lei non è in casa. È uscita. È da qualche altra parte.
Mi stanco del trillo del telefono e inizio a vagare per l'appartamento. Accendo le luci e mi guardo intorno. Mi metto a osservare un quadro che mi piace molto, il letto è rifatto perfettamente. Riesco quasi a vederci la mia immagine riflessa, ma questo accadeva l'anno scorso.
C'è della posta ancora chiusa sul tavolo di cucina: bollette da pagare. È una sua vecchia abitudine. Non ama aprire le bollette. Apre il resto della posta ma lascia le bollette sul tavolo di cucina. Le bollette si accumulano. Certe volte capita che abbia qualcuno a cena e le bollette sono ancora lì sul tavolo.
Apro il frigorifero e guardo dentro. C'è mezzo sformato di tonno, mezza bottiglia di vino e un pomodoro. Il pomodoro sembra buono. Sa sempre scegliere i prodotti migliori.
Il gatto entra in cucina e mi guarda. Mi ha visto tante di quelle volte che ormai lo annoio. Se ne va.
E adesso?
Il telefono deve aver squillato venti volte... almeno.
Lei non è in casa.
Riattacco.
Da 102 racconti zen, Einaudi, Torino 1999.