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Autore Discussione: Sara Bianchi. Renzi torna a parlare e annuncia le cinque «E» del suo programma  (Letto 2171 volte)
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« inserito:: Agosto 08, 2013, 09:11:12 am »

Renzi torna a parlare e annuncia le cinque «E» del suo programma

di Sara Bianchi

7 agosto 2013

Mancano poche ore alla direzione del Partito democratico e Matteo Renzi parla dalla festa del Pd di Bosco Albergati a Castelfranco Emilia. Cita Luciano Ligabue e Jeff Bezos. Del primo, usa le parole di una canzone, per dire: «Vorrei che provassimo a domandarci se davvero non è tempo per noi, se è tempo di metter da parte il pessimismo e di rimetterci a lavorare». Come il secondo, fondatore di Amazon che ha appena acquistato il Washington Post, incita a non avere paura del futuro e dell'innovazione.

Il Pd, per il rottamatore, deve riuscire a tracciare un sentiero da percorrere per il futuro, anche se non sarà facile. «Vorrei - dice Renzi - che il Pd trovasse il gusto di sperimentare e non si limitasse a prendere esempio dal passato, che ritrovasse l'orgoglio, l'entusiamo, la dignità per un Italia più bella». La vecchia tessera, ribadisce il sindaco di Firenze, non basta più, «abbiamo bisogno di inventarci un partito diverso». E tornare alla politica «vuol dire prendere atto che non possiamo andare avanti con questi politici», quegli stessi parlamentari che «se ne dicono di tutti i colori e poi votano gli stessi provvedimenti».

Al presidente del Consiglio, Enrico Letta ricorda: «L'amico vero è quello che ti dice in faccia le cose». E poi: «Il governo realizzi gli impegni che ha preso con gli italiani, a partire dalla legge elettorale, come quella dei sindaci, dove alla sera sai chi ha vinto e chi ha perso». Ribadisce: «Noi siamo con il Governo». E esorta il premier: «Vai avanti e fai quello per cui sei stato eletto, se non sei in grado, non cercare alibi fuori dal Parlamento». Quanto alla sua decisione di non parlare di questioni nazionali nelle utlime settimane e alle accuse che gli sono state rivolte di voler logorare l'Esecutivo, chiarisce: «Sono un italiano e spero che il mio governo faccia per bene le cose per l'Italia. Perché questo accada, il governo non deve usare la voce del verbo 'durare', ma deve fare».

Al segretario Pd, Gugliemo Epifani, Renzi dice invece di occuparsi più dei problemi del Paese piuttosto che delle regole per le primarie. «Fissiamo la data del congresso, io non mi accapiglierò sulle regole».

Quanto a Silvio Berlusconi: «Ho sempre detto che avrei preferito sconfiggerlo in un confronto elettorale, confronto che abbiamo perso lo scorso febbraio, perché dal giorno dopo delle primarie siamo tornati a parlare di lui e il nostro motto è diventato: lo smacchiamo». Invece «l'Italia aspettava una speranza e non un nemico». «Le sentenze si rispettano e la legge è uguale per tutti», sottolinea il sindaco, secondo il quale ora più che mai «vanno presi i voti dei delusi del Pdl», ma anche «dei delusi del Pd e del Movimento 5 Stelle». Beppe Grillo, per il rottamatore «è il principale sponsor del governo delle larghe intese».

Il sindaco indica i suoi cinque punti programmatici: educazione, energia, equità , Europa e entusiasmo.
La più importante scommessa per Matteo Renzi è quella sulla scuola, ma serve anche una riforma la giustizia «perché l'Italia altrimenti non funziona». E poi: «Basta dire rischiamo la fine della Grecia. Siamo italiani, dovremmo dire che nei prossimi dieci anni vogliamo superare la Germania».

Poi la sfida ai big del partito. Renzi svela, «mi é stato fatto questo ragionamento: tu ti metti un angolino, facciamo noi e poi candidiamo te così prendi i voti. No, perché io così i voti non li prendo. Se c'è un motivo perché io prenda i voti é perché non ci siano loro. Io non posso fare e non farò la foglia di fico di questo meccanismo».


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