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Autore Discussione: Beatrice DONDI. - La telecafona fa la first lady  (Letto 2472 volte)
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« inserito:: Agosto 06, 2013, 12:03:10 pm »

Emergenti

La telecafona fa la first lady

di Beatrice Dondi

Era una delle tante 'papi girls', chiamata alla corte del Drago da una tivù locale dove si esibiva in balletti trash.
Adesso Francesca Pascale è fissa accanto all'ex premier, veste Hermès e saluta dal balcone tipo Evita Perón

(05 agosto 2013)

Via Montenapoleone, Hermes, la scorta, un salto da Dolce e Gabbana e poi via a scuola di dizione. Ma anche: un ritocco qua e là, un salto in palestra, un'intervista, un gridolino di sostegno, qualche bacio finto-rubato e una passeggiatina con l'amato Dudù in borsetta. Fino al saluto dalla finestra di palazzo Grazioli in attesa della sentenza; e alle braccia tese verso il suo amato al termine dell'ultimo comizio romano.

Bisogna ammetterlo: Francesca Pascale sta studiando da first lady con assoluta dedizione. Il tempo del Calippo sembra preistoria, appartiene a quei tempi bui in cui per sbarcare il lunario le toccava agitarsi in costume da bagno per Telecafone, sgambettando in bikini sottocosto al grido di «Se mostri un po' di coscia, si alza l'Auditèl - se muovi il mandolino, si alza l'Auditèl», ma anche esibendosi nell'ancora più esplicito «Levate la mutanda».

Una vita fa, appunto, anche se sono trascorsi solo cinque anni. Nel frattempo Francesca è passata dalla tinta fai-da-te ai colpi di luce firmati; ha imparato a ritoccare le sopracciglia come quelle di Veronica; e ha gonfiato leggermente le labbra ma non troppo, giusto il necessario per far risaltare quel tocco di rossetto opaco.

Ha dovuto 'togliere', esattamente come Eliza Doolittle nelle grinfie di un professor Higgins made in Arcore. Togliere quella matita grossolana dagli occhi, togliere quelle scollature, togliere quelle vocali troppo simili alla povera fioraia dipinta da George Cukor per trasformare il «commendato', compre du' fiore a 'na povera raghezz» in un eloquio fatto di gesti misurati, ciglia sbattute e parole poche: tanto basta un saluto con la manina ben curata.

I colori sono diventati pastello, lavanda, giallo, lilla, blu tiffany; le camicie abbottonate, le giacche ben tagliate, i capelli raccolti, sempre, che fa molto più fine del ciuffo ribelle.

Il modello a cui si ispira sembra Evita Peron. Anzi meglio: Madonna che studia per interpretare Evita Peron. O forse Paola Barale quando cercava di assomigliare a Madonna che cercava di assomigliare a Evita.

Un'Evita quasi silente però, ma capace di usare il suo corpo nel modo più efficace, di affacciarlo al balcone il giorno della sentenza Mediaset facendosi immortalare dietro la finestra, con una blusa pied de poule, lo guardo triste, innamorato, per salutare il suo pubblico, non troppo, appena appena.

Un po' Veermer (si perdoni l'azzardo) con l'orecchino di perla e un po' Paris Hilton ereditiera di professione, con il barboncino Dudù esibito come un trofeo, sbaciucchiato e spazzolato, coccolato e sbandierato, come esempio perfetto di uno status di agiatezza ormai raggiunto.

Perché Francesca viene da lontano. Lei è la Pretty Woman di Fuorigrotta, carina, ventenne, una carriera (si fa per dire) nel mondo della tv, una passione caldissima per il Napoli. Quando vede Silvio per la prima volta, nel 2006, rimane folgorata: «Presidente, come è bello lei...». E Berlusconi risponde: «Beh, ci difendiamo. Ma, signorina, è sicura di vederci bene?», battuteggia.

Ma a lei piace davvero: mica come quella ingrata della Minetti, che non si è fatta scrupolo di sottolineare le mollezze fisiche del Presidente svestito, proprio lei che si piazzò in consiglio Regionale e appena le fu possibile si strappò di dosso quegli insopportabili tailleur accollati per ricoprirsi di bianche piume in passerella.

Francesca Pascale no: lei da grande vuole fare la first lady e dopo una breve ma intensa carriera politica (consiglio comunale a Fuorigrotta Bagnoli, poi consiglio provinciale nel collegio di Posillipo) ora si dedica a Berlusconi anima e corpo.

E' nel dicembre del 2012 che il Cavaliere "si confessa" a Barbara D'Urso: «Finalmente ora mi sento meno solo», dice. E poi: «Ci sono 49 anni di divario d'età tra me e lei, ha 28 anni. E' una ragazza bella di fuori e ancora più bella dentro, di principi morali solidissimi, mi sta molto vicino, mi vuole molto bene e io la ricambio».

Francesca al tempo non ha ancora deciso cosa deve fare della sua faccetta: si è già un po' ripulita, certo, ma dimostra ancora meno dei suoi 28 anni. Ma ormai l'annuncio è stato fatto e bisogna accelerare i tempi. Interviene subito Marina, che posta su Facebook una foto con lei, sgombrando il campo da qualunque cattivo pensiero. La relazione c'è, è forse la cosa di cui il Cavaliere in questo momento ha maggior bisogno. Un curriculum sentimentale pulito, immacolato, che faccia dimenticare i tesori delle Olgettine, le farfalline, le 'cene eleganti' e il divorzio miliardario da Veronica.

Segue quindi anello di fidanzamento, lussuoso ma non eccessivo, e shopping con un tutor che sia degno del miglior 'Ma come ti vesti'.

Il risultato è oggettivamente impeccabile. Le scollature quadrate, le sciarpe di tulle, quelle spruzzatine di botox qua e là, i diamanti con le montature inesistenti sono il tocco finale di un duro lavoro che ha fatto centro.

Tanto che oggi Berlusconi può piangere dal suo palco romano, tra un esercito e una maglietta della Mussolini, facendosi sostenere dalla sua giovane lady, mettendola in mostra, donandola ai fotografi con malcelato orgoglio, facendola riprendere con gli occhi chiusi dal dolore e la sciarpa stretta al petto.

Un'operazione di pulizia portata a termine con successo e forse non fine solo a se stessa: se si cancella l'immagine di un Calippo, figuriamoci quella di una condanna.

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da http://espresso.repubblica.it/dettaglio/la-telecafona-fa-la-first-lady/2212593//1
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