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Il piano B di Berlusconi? Se condannato esilio in Nicaragua (come Snowden)
Nonostante le rassicurazioni dei suoi legali, il Cavaliere teme la vendetta dei giudici e ha chiesto al suo staff di individuare una rosa di Paesi in grado di garantirgli 'ospitalità dorata' ed estradizione.
In tal senso, lo Stato più adatto è quello dell’ex guerrigliero sandinista Daniel Ortega
di Sara Nicoli | 9 luglio 2013
Certo, le notizie delle ultime ore lo hanno tirato un po’ su di morale, anche se i suoi avvocati, a cominciare dall’ultimo arrivo nella squadra, Franco Coppi, lo avevano abbastanza rassicurato già da qualche giorno: l’interdizione dai pubblici uffici, anche in caso di sentenza sfavorevole da parte della Cassazione sul processo Mediaset, può non diventare così incombente come si credeva. Però, Silvio Berlusconi non è di quella razza che si fa blandire dalle promesse, specie quando ci stanno di mezzo i giudici. E vuol toccare con mano, se mai sarà, la salvaguardia a cui da tempo aspira, sia essa dettata da una sentenza oppure da una serie di concause leguleie su cui capisce poco, quindi tende a non fidarsi. Pare che da giorni il Cavaliere stia dando il tormento ai suoi più vicini collaboratori. E non perché c’è di mezzo la rifondazione di Forza Italia (fatto comunque rinviato a settembre, nonostante l’arrabbiatura feroce di Daniela Santanchè) o perché – come dirà oggi durante la riunione con i suoi deputati a Montecitorio – bisogna lasciarlo lavorare questo governo e non spararne una al giorno come fanno Brunetta e Gasparri, tanto per avere un po’ di riflettori su di sé. L’ossessione estiva di Silvio si chiama sicurezza personale. I sondaggi, è vero, lo danno nuovamente in ascesa con il Pdl ormai in disarmo, ma lui si è convinto che, in caso di condanna sul processo Mediaset, per quanto mondata dall’interdizione dai pubblici uffici, su di lui potrebbe scatenarsi una forte onda di dissenso popolare, “non dico proprio una folla che mi vuole linciare – avrebbe confidato al suo fido Valentino Valentini – ma comunque un astio popolare di chi mi vuole comunque fuori dai giochi e monta il dissenso; pensa se non riusciamo a togliere l’Imu che guaio…”.
Ecco, dunque, l’ossessione per la sicurezza personale che si fa di nuovo largo tra i suoi incubi. Al punto, stavolta, da pensare all’espatrio. Non proprio una fuga, quella non “è nelle sue corde”, ragiona chi gli è accanto, ma comunque un luogo dove poter stare in pace, accanto alla compagna, Francesca Pascale, e sapendo che in Italia i suoi affari sarebbero sotto la stretta osservazione della figlia Marina. Di qui, la richiesta, considerata”inconsueta” dal suo stesso entourage, di commissionare ad uno studio legale internazionale, con sede a Ginevra, la verifica dell’elenco dei Paesi esteri nei quali avrebbe una garanzia di asilo dorato nel caso in cui l’aria, in Italia, diventasse improvvisamente irrespirabile. Nell’elenco è stato chiesto esplicitamente anche di valutare la questione dell’estradizione, sempre nel caso in cui dovesse scattare la condanna definitiva al carcere per una serie di reati che vanno dall’evasione fiscale fino alla corruzione, insomma quelli che – a vario titolo – gli pendono sulla testa.
L’ennesima paturnia di Berlusconi è stata presa un po’ sul ridere, sulle prime, dai suoi collaboratori, specie proprio quel Valentini – suo storico compagno di viaggio nella Russia di Putin e nei Paesi dell’Est – che sa bene con quale gioia alcuni governanti aprirebbero le porte all’amico Silvio, a partire proprio da Putin e dal kazako Nazarbayev, sulla cui trascorsa collaborazione ora si addensano nubi burrascose per via di una ‘scivolata’ di Alfano. Ma il Cavaliere ha fatto capire di non voler diventare in questo modo “ostaggio di nessuno”, soprattutto perché con alcuni di quei governanti ancora intercorrono alleanze economiche di primo livello con l’Italia e, dunque, la questione è considerata da scartare. E allora? Buttati alle ortiche alcuni paradisi fiscali, sembra che uno dei luoghi che potrebbe fare il caso suo sia il Nicaragua. D’altra parte il suo amico Dell’Utri nel Paese di Daniel Ortega non è proprio di casa ma quasi e, com’è noto, di estradizione verso l’Italia (ma anche verso altri Paesi) l’ex guerrigliero sandinista non vuol sentir parlare. Anzi, il nuovo business internazionale di quella terra oppressa dall’embargo Usa sembra proprio quello di farla diventare la patria della dissidenza, visto che nei giorni scorsi Ortega ha offerto asilo alla ‘talpa’ Edward Snowden. E lì è di casa, ormai da trent’anni, Alessio Casimirri, un ex Br con tante cose ancora da raccontare. Insomma, potrebbe non servire, ma intanto – è il pensiero del Cavaliere – meglio avere nel cassetto un piano B pronto a scattare in caso in cui le cose dovessero andare per il peggio.
Perché tutto si aspetta Berlusconi dai giudici, anche che alla sua veneranda età gli facciano scattare le manette ai polsi. Così, per far capire “che hanno vinto loro”. Un’umiliazione a cui non si abbasserebbe mai, “dopo tutto quello che ho fatto per questo Paese…”.
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/09/piano-b-di-berlusconi-in-caso-di-condanna-fara-come-snowden-estradizione-in-nicaragua/650765/