Georgofili, Pietro Grasso: "Troppi profili ancora oscuri"
Il presidente del Senato ed ex magistrato è a Firenze per il ventesimo anniversario della strage.
"Spesso verità storica e giudiziaria non si sovrappongono"
"Troppi profili di quel tragico disegno rimangono ancora oscuri. Spesso verita' storica e giudiziaria non si sovrappongono". Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, durante una cerimonia a Firenze in occasione del ventesimo anniversario della strage di via dei Georgofili. "Le sentenze - ha detto Grasso - hanno accertato le responsabilità di esecutori e parte dei mandanti, quelli mafiosi naturalmente".
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"La magistratura ha confermato che erano parte di un programma per scuotere dalle fondamenta l'ordine pubblico - ha continuato Grasso - per cercare di influenzare una situazione politica ed economica incerta". Grasso ha ricordato che sono stati i giudici fiorentini ad usare per la prima volta "il termine terrorismo mafioso". Dopo aver ricordato i magistrati fiorentini Gabriele Chelazzi e Piero Luigi Vigna e gli attuali titolari delle indagini, il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi e sostituti Alessandro Crini e Giuseppe Nicolosi, Grasso ha aggiunto: "bisogna insistere perchè gli eventi vengono ricostruiti in tutte le loro implicazioni e sfaccettature, senza aver paura, senza omissioni, perchè solo la verità può dare onore ai morti e ai sopravvissuti".
Il presidente del Senato ha aggiunto che "c'era certamente un obiettivo nel ricatto di 'cosa nostra' allo Stato, più in generale c'era un tentativo di migliorare le condizioni in cui versavano i mafiosi, ma c'era anche dell'altro che continuiamo a cercare. In un'Italia scossa sul piano politico istituzionale dalle indagini di Tangentopoli quel tentativo di destabilizzare la struttura democratica era estremamente pericoloso. Con i Georgofili l'intimidazione mafiosa nei confronti delle istituzioni aggredì il patrimonio artistico ma diventava, così la definirono le sentenze, terrorismo mafioso".
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha toccato il tasto della memoria. "Sette studenti su dieci non conoscono la strage dei Georgofili - ha detto - Bisogna partire dai giovani".
"Bisogna far capire ai giovani che il sacrificio di Firenze, scritto con il sangue, ci ha poi consegnato una città che reagisce e che è in prima fila nella lotta alla mafia". Insieme a Grasso, al presidente della Regione Enrico Rossi e alle altre autorità Renzi si è poi spostato in via dei Georgofili, dove il 27 maggio del '93, all'1:04, esplose la bomba mafiosa. Al terzo piano di un palazzo che si affaccia in quella strada è stata scoperta una statua in ricordo della tragedia: l'opera 'I passi d'oro' è dello scultore Roberto Barni.
(26 maggio 2013) © Riproduzione riservata
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