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Autore Discussione: Il leader degli industriali Squinzi:«Mancanza di lavoro madre di tutti i mali».  (Letto 2194 volte)
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« inserito:: Maggio 23, 2013, 05:14:48 pm »

All'assemblea annuale di Confindustria

L’allarme di Confindustria: « Nord sull’orlo del baratro trascina l’Italia indietro di 50 anni»

Il leader degli industriali Squinzi:«Mancanza di lavoro madre di tutti i mali».

Letta: «Siamo dalla stessa parte»


«Il nord è sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta». Così il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, all’assemblea annuale degli industriali. A causa delle sue «debolezza strutturali», il Mezzogiorno resta «una parte del Paese in cui lo sforzo per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione assume le caratteristiche di una vera e propria sfida per la sopravvivenza».

LAVORO - «La mancanza del lavoro è la madre di ogni male sociale», ha detto ancora Squinzi «va affrontata in maniera strutturale e con equilibrio, intervenendo sul costo, produttività e regole». Le imprese «sono pronte a supportare l'azione del governo con investimenti e occupazione», aggiunge.

GOVERNO - «L'azione di governo, che confidiamo abbia davanti a se il tempo di attuare le politiche necessarie», dice Squinzi rivolgendosi a premier e ministri presenti, «deve avere come pilastro portante delle proprie scelte la politica industriale». Servono riforme, a partire da una legge elettorale «che assicuri legislature piene e stabilità governativa», chiede il leader degli industriali al governo. «Abbiamo apprezzato l'impegno che il Governo ha assunto con il decreto Imu» e «chiediamo un fisco a supporto di chi crea ricchezza e la distribuisce, trasparente e rispettoso dei diritti dei cittadini e delle imprese. Questo ce lo aspettiamo e il paese lo merita». Il premier Enrico Letta, più tardi, rivolto alla platea di Confindustria risponde: «Siamo dalla stessa parte: la politica forse troppo tardi ha capito la lezione, ma ora deve applicare quello che ha capito».

EDILIZIA - Poi Squinzi sottolinea che il settore dell'edilizia è uno «specchio del dramma che sta attraversando la società italiana». E rivolto direttamente al premier Enrico Letta: l'edilizia vive «una crisi tanto profonda da sottoporre al governo, ed a lei signor presidente, la richiesta di un intervento speciale di filiera per salvare un volano fondamentale nell'economia del Paese».

WELFARE MODERNO - Squinzi lancia un «invito alle forze sindacali per un percorso comune» e chiede un impegno per una riforma del welfare. Sottolinea «la necessità di ripensare il nostro sistema delle tutele», di cambiare un modello «messo in discussione dalle ristrettezze di bilancio pubblico, dall'evoluzione demografica e dal mutamento della domanda dei cittadini». È, dice Squinzi, «il terreno sfidante su cui forze sociali moderne, non conservative. devono confrontarsi e offrire soluzioni innovative alle istituzioni, ai cittadini, ai lavoratori».

FISCO - Poi l'amara considerazione sulla pressione fiscale. Oltre ad essere «punitivo», il fisco italiano è «opaco, complicato, e incerto nella norma». Un fisco che è «quanto di peggio si possa immaginare» e che «scoraggia gli investimenti e la crescita». Infine le banche. Negli ultimi 18 mesi lo stock di prestiti erogati alle imprese «è calato di 50 miliardi: un taglio senza precedenti nel dopoguerra. Quasi un terzo delle imprese ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative. Dobbiamo contrastare la terza ondata di credit crunch».

Redazione Online

23 maggio 2013 | 11:50© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/economia/13_maggio_23/squinzi-confindustria_5fc7ff5e-c387-11e2-8072-09f5b2e9767e.shtml
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