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Autore Discussione: La sofferenza di Chiamparino in panchina  (Letto 2650 volte)
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« inserito:: Maggio 21, 2013, 07:09:37 pm »

Italia
17/05/2013

La sofferenza di Chiamparino in panchina

Giallo sulla telefonata di Matteo, l’ex sindaco scherza

Resta aperta la possibilità di una candidatura

Beppe Minello
TORINO


Lui, per la verità, appare «vivace come un leprotto» come dicono i piemontesi. E così appare a chi lo conosce bene e l’ha frequentato in questo anno che ha trascorso seduto sulla cloroformizzante poltrona di presidente della Compagnia di San Paolo. In realtà, Sergio Chiamparino sta friggendo.
Forse soffre. Dopo la performance all’elezione del presidente della Repubblica durante le quali s’è visto piovere sulla testa fino a 90 prestigiosi voti raccolti dal suo amico ed estimatore Matteo Renzi, e poi la sconfitta nella partita per la formazione del governo Letta, il «Chiampa» ha volontariamente aperto una falla nel muro di silenzio che aveva alzato da quando era arrivato al vertice della fondazione ex-bancaria. E quindi, ha prima, diciamo, ceduto di fronte all’abile insistenza di un cronista de La Stampa incontrato sul Frecciarossa. E in quei 40 minuti che dividono Milano da Torino, non ha negato, sia pur anonimamente, che l’ipotesi di una sua discesa in campo nell’imminente competizione per la segreteria Pd era la verità. Da lì è stata una valanga. 

 

«Cosa vuoi? Inutile star lì a tirarla per le lunghe, meglio fare chiarezza subito» diceva l’ex-sindaco, seduto ieri mattina nella Sala Rossa del Lingotto dove il ministro Bray inaugurava il Salone del Libro, al «collega» Antonio Maria Marocco, presidente della Fondazione Crt, il quale,
ve l’assicuriamo, deve aver assentito per la grande cortesia che lo contraddistingue, ma non capendo, lui che i giornalisti li evita come il diavolo
l’acqua santa. Una «chiarezza» arrivata l’altra sera davanti ai microfoni di «Otto e mezzo» dove Chiamparino ha dichiarato di volersi mettere a disposizione del «centrosinistra» anzi, «della sinistra» s’è corretto, già guatando quell’area del Pd che l’ama di meno e che sui social network manda avanti i suoi pasdaran con tweet ironici come quello che dice: «Ancora un mese e i renziani lo candidano alla bocciofila Cit Turin».

 

Ha fatto bene Chiamparino a rompere gli indugi? Lui è convinto di sì. Il fatto è che ora si trova in una imbarazzante e scomoda terra di mezzo.
Ha voglia a dire che si dimetterà dalla presidenza della Compagnia di San Paolo «un minuto prima di candidarsi». Già da destra - e non solo - lo bombardano: «Vattene subito». E poi, l’imbarazzante silenzio che è sembrato accogliere la sua discesa in campo nonostante l’esplicita richiesta del nostro davanti alla Gruber: «Vediamo che reazioni ci saranno... se saranno positive...». E così ieri, la rassegna stampa di casa Chiamparino sottolineava gli articoli per i quali «sì, Renzi ha telefonato complimentandosi» e quelli, al contrario, che denunciavano il silenzio di Firenze o comunque «le tiepide dichiarazioni dei renziani».

 

Una divaricazione a dimostrazione della grande confusione che regna in casa democrat e che si riflette nei media. La confusione, il declino dei leader storici le cui parole contano ormai meno del due di picche e la consapevolezza, frustrante, che lo scontro congressuale potrebbe anche degenerare in una battaglia fra 5 o 6 candidati, ognuno a rappresentare una fetta più o meno piccola del Pd, sono le cose che preoccupano Chiamparino il cui obiettivo è quello di coagulare su di sé il fronte riformista da contrapporre a quello, diciamo, conservatore. Altrimenti, amici , si fa per dire, come prima.
Già, ma Renzi gli ha poi telefonato oppure no? Chiamparino ai cronisti ha risposto: «Come no? mi ha detto “Ah che bella notizia, ci risentiamo”».

 

Ma era solo una battuta come quella fatta poco dopo a un vecchio amico: «Sì, voglio diventare l’allenatore del Toro». Qualcuno parlerà di bugia, ma tutto quello che avevano da dirsi, Chiamparino e Renzi se l’erano già detto durante l’elezione del presidente della Repubblica. Battuta obbligata, dunque, ché oggi i giornali avrebbero titolato un’altra bufala: «Renzi scarica Chiamparino». 

da - http://lastampa.it/2013/05/17/italia/politica/la-sofferenza-del-chiampa-in-panchina-uUUxTUnC1A4aNxQJbdTgKI/pagina.html
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