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Autore Discussione: ILARIA VENTURI. Scuola, Merola: "Vendola vergognoso".  (Letto 2179 volte)
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« inserito:: Maggio 18, 2013, 04:44:53 pm »

Scuola, Merola: "Vendola vergognoso". La replica: "Mi aspetto le sue scuse"

Il leader di Sel contro l'attuale sistema integrato pubblico-privato delle scuole materne.

Il sindaco: "Sia coerente, lo faccia nella sua Puglia". E al suo partito dice: "Bologna non è laboratorio per sperimentazioni inutili".

La replica del governatore: "Che tristezza, ora un gesto di garbo istituzionale". Ma il sindaco insiste: "Niente scuse"

di ILARIA VENTURI


Il referendum sui fondi comunali alle scuole dell’infanzia paritarie infiamma lo scontro politico a Bologna. Il sindaco Virginio Merola attacca Nichi Vendola dai microfoni di Radio Tau: "Una strumentalizzazione vergognosa da uno che si ritiene leader nazionale". L’intervento contro i finanziamenti del presidente della Puglia, leader della seconda forza della sua maggioranza, non va giù a Merola, che reagisce sferrando un duro colpo: "Vendola sia coerente e faccia in casa sua quello che chiede di fare a Bologna, visto che la regione Puglia prevede i finanziamenti alle scuole paritarie private". Il sindaco bacchetta il cantiere di una nuova sinistra in piena crisi Pd, con il caso Romano Prodi e del mancato rinnovo della sua tessera appena scoppiato.

E’ un fiume in piena. Merola aveva già fatto sapere che in caso di scissione del partito democratico sarebbe stato un sindaco indipendente, senza tessera di partito. E ora avverte: se il congresso va male lascio come Prodi. "Usiamo bene questo congresso come ultima occasione per rilanciare davvero e in modo autentico il Pd - dichiara - Se questo sarà possibile bene, se no saranno tanti, a cominciare dal sottoscritto, non solo Prodi, che ne trarranno le conseguenze".

Merola ne ha anche per la sinistra, Sel in testa che da tempo sta mettendo in crisi la sua maggioranza. E lo dice così: "Se qualcuno vuol fare una nuova sinistra, se la faccia. Ma non prenda come laboratorio Bologna per le proprie sperimentazioni inutili. Non permetto che questa città faccia da cavia agli esperimenti di persone che molto spesso non sono riusciti ad entrare in parlamento con le proprie proposte politiche". Invece il referendum consultivo, per il quale i cittadini bolognesi saranno chiamati il 26 maggio, a dire se vogliono oppure no che il Comune dia un milione di euro alle materne private paritarie, ormai è un caso nazionale.

Merola difende il sistema integrato sulle scuole dell’infanzia, che a Bologna sono in maggioranza comunali, poi statali e private paritarie. "Servizio pubblico in tutta Europa non è statalismo - avverte il sindaco - ma che idea di sinistra è quella che in nome di un principio astratto divide la gente, introduce rancore e un'idea di servizio pubblico che non c'è neanche più a Cuba?". E ancora: "Una comunità è fatta di idee diverse, e una sinistra che pensa che le idee diverse non vanno bene mi preoccupa, non è la mia sinistra".

Il sindaco ribadisce anche di non volere al suo fianco leader nazionali del Pd come il collega di Firenze Matteo Renzi, atteso a Bologna proprio alla vigilia del voto. "Penso che la cosa riguardi soprattutto i bolognesi e che sia già stata troppo strumentalizzata a fini politici". Sulla consultazione i fronti opposti si stanno dando battaglia. I referendari hanno dalla loro Stefano Rodotà, presidente onorario del Comitato che ha promosso il voto, e con loro si sono schierati intellettuali, attori e scrittori tra cui Michele Serra, Margherita Hack, Corrado Augias, Riccardo Scamarcio, Philippe Daverio, Isabella Ferrari, Valeria Golino. Per i cattolici, a favore delle scuole paritarie sostenute dal Comune, è sceso in campo il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei.

L’attacco al referendum arriva anche da Avvenire che oggi titola un editoriale: "Parlano di soldi, uccidono la libertà". "Può sembrare un fuocherello modesto, localizzato, tanto innocuo nei suoi possibili effetti quanto velleitario nei suoi propositi; ma è un tizzone gettato ad arte accanto a un barile di polvere", attacca il giornale della Cei. Avvenire taccia di "dotta ignoranza" e di "sussiego" i promotori del referendum. "Andrebbero rimbeccati subito, grezzo per grezzo perchè a Bologna lo Stato non c'entra col sussidio agli asili paritari, anzi riceve anch'esso qualcosa dal Comune per i suoi asili".

Vendola: "Che tristezza. Mi aspetto delle scuse". ''Provo solo tristezza per le parole scomposte del sindaco di Bologna contro di me'', risponde Vendola a Merola. ''Una polemica fatta a freddo, a otto giorni di distanza dalla puntata tv di 'Servizio Pubblico' in cui ho commentato il vivace e interessante confronto che anima il dibattito sul finanziamento pubblico delle scuole materne private'', sottolinea Vendola, ricordando che quella ''e' stata l'unica occasione in cui ho preso parola sull'argomento: non per attaccare la giunta bolognese, ma per sottolineare due aspetti per me cruciali''. Il primo aspetto, spiega Vendola ''è la necessità di far crescere il rapporto tra elettori ed eletti, tra cittadini ed istituzioni, tra democrazia delegata e democrazia diretta''. Il secondo, ''è relativo all'uso delle risorse pubbliche, in un momento così pesante di scarsità delle medesime''. "Merola cerca in me un nemico contro cui scagliarsi? Sta chiedendo alla destra bolognese di dargli una mano a vincere questo referendum?''. Se così non fosse, conclude Vendola, ''allora mi aspetterei un gesto di garbo politico e istituzionale: le sue scuse''.

Merola: "Nessuna scusa". Il sindaco di Bologna però non molla. "Non ho niente di cui chiedere scusa", taglia corto: "Il garbo istituzionale non c'entra nulla con la verità dei fatti".
Ma soprattutto, ribatte, "Nichi Vendola continua a non entrare nel merito e continua a non rispondere: perché fa in Puglia quello che Sel qui a Bologna contrasta?".
 
Donini: "I toni non li ha esasperati Merola". Il segretario pd di Bologna Raffaele Donini prova a usare l'estintore. Va anzitutto in soccorso del sindaco: "I toni non li ha esasperati il sindaco, ma casomai - afferma Donini - coloro che da tempo lo stanno e ci stanno accusando di svendere la scuola pubblica a Bologna dove c'è la scuola più pubblica d'Italia".
Certamente, sottolinea il numero uno Pd, "fa specie che Vendola e il Movimento 5 Stelle vogliano vietare a Bologna quello che consentono dove amministrano loro e questo è un dato di fatto".
Donini rivendica l'operato dell'amministrazione Merola "che nonostante 150 milioni di euro di tagli in due anni ha comunque continuato ad aumentare l'offerta di scuola dell'infanzia comunale". Ora il "mio auspicio - conclude - è che vengano usati questi giorni per affrontare la discussione di merito, che certamente può interessare i cittadini".
 

(17 maggio 2013) © Riproduzione riservatA

DA - http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/05/17/news/referendum_vendola_merola-58993145/?ref=HREC1-2
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