Processo Bnl-Unipol, le reazioni del Pdl.
Il Cavaliere: "Persecuzione intollerabile"
Angelino Alfano: "Reagiremo con tutta la forza di cui disponiamo per la difesa della democrazia".
I fedelissimi e i big delle varie anime del partito condannano senza mezzi termini la sentenza dei giudici milanesi
ROMA - Non è piaciuta al Pdl la condanna a un anno di reclusione di Silvio Berlusconi con l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio, in concorso con il fratello Paolo, in relazione all'ormai nota telefonata tra Fassino e Consorte ("Abbiamo una banca?") avvenuta nel 2005, in piena scalata a Bnl da parte della compagnia assicurativa Unipol. Angelino Alfano tuona: "E' sempre più chiaro che vi è un tentativo di eliminazione di Silvio Berlusconi per via giudiziaria, essendo fallito quello per via elettorale e democratica. Il Pdl reagirà con tutta la forza di cui dispone per difendere la democrazia italiana da questo tentativo di eliminare, per via giudiziaria, il leader politico più votato negli ultimi venti anni. Abbiamo denunciato da anni che nessuno è stato mai perseguito e punito per avere divulgato notizie riservate".
La replica di Berlusconi. Ma è lo stesso Cavaliere, che domani non andrà all'incontro previsto con Mario Monti per un problema all'occhio (il medico gli ha prescritto 7 giorni di riposo al buio), a giudicare la sentenza come il frutto di "una persecuzione intollerabile che dura da 20 anni". Berlusconi ha ggiunto in una nota: "Soltanto una vera e completa riforma della giustizia potrà consentire che ai cittadini italiani non accada ciò che continuamente accade a me da 20 anni e che continuerà ad accadere, poiché sono ben conscio che anche nei prossimi appuntamenti giudiziari non vi sarà spazio per le doverose assoluzioni che dovrebbero essere pronunciate nei miei confronti e che solo in Corte di Cassazione sarà possibile, come accaduto puntualmente ieri, ottenere giustizia".
Big e fedelissimi. Tutto il Pdl fa quadrato attorno al capo e critica la decisione dei giudici di Milano, parlando di "sentenza indecente e di condanna surreale". Per Sandro Bondi, uno degli uomini più vicini a Berlusconi, "in un Paese come l'Italia in cui il segreto istruttorio è una barzelletta, la sentenza di oggi suona come un ridicolo insulto all'intelligenza e alla giustizia". Alessandra Mussolini invita alla rivolta: "Gli italiani devono prendere atto che in Italia non esiste più la certezza del diritto" ed è arrivato il momento di mettere in atto "iniziative clamorose contro il vulnus alla democrazia che è in atto". Maria Stella Gelmini rinnova la proposta lanciata da Berlusconi durante i giorni del silenzio elettorale a scendere in piazza il 23 marzo contro "parte della magistratura militante di sinistra ormai diventata incontrollabile". Dura la reazione anche di Maurizio Sacconi: "È la più palese dimostrazione dell'anomalia giudiziaria italiana". Di rincalzo Michaela Biancofiore, commissario straordinario del Pdl in Trentino Alto Adige: "La sentenza di condanna è un vero assalto alla democrazia e un caso di ingiustizia ad personam". Mentre Gianfranco Rotondi prevede: "Come sempre nei successivi gradi di giudizio Berlusconi sarà assolto. La giustizia in Italia funziona a dispetto di poche unità politicizzate". Infine Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, scrive su Twitter: "Comunque, Berlusconi è l'unico in Italia ad essere condannato per la pubblicazione di un'intercettazione telefonica. Clap clap giustizia...".
(07 marzo 2013) © Riproduzione riservata
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