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Autore Discussione: Grandi rischi, all'estero sentenza fa discutere "Assurda". "No, processo non è..  (Letto 2166 volte)
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« inserito:: Ottobre 23, 2012, 05:53:24 pm »

L'AQUILA


Grandi rischi, all'estero sentenza fa discutere "Assurda". "No, processo non è a scienza"

Per alcuni esperti americani e giapponesi si tratta di una decisione "pericolosa. Il presidente Napolitano dovrebbe intervenire".

Ma per Scientific american "il giudizio non è sugli studi o sulla previsione, ma sulla comunicazione"


ROMA - La condanna degli scienziati italiani della Commissione Grandi Rischi 1, colpevoli per il tribunale dell'Aquila di aver sottovalutato il pericolo e fornito informazioni "imprecise e incomplete" sul sisma che sconvolse il capoluogo abruzzese ad aprile del 2009, ha aperto all'estero il dibattito tra gli scienziati.

I membri della Union of Concerned Scientists, una influente Ong statunitense, si schierano contro la sentenza, definendola una decisione "assurda e pericolosa" e dicono:"Il presidente Napolitano dovrebbe intervenire". "Dopo che l'Aquila è stata investita da terremoti di piccola intensità, gli scienziati hanno affermato che un sisma di grande potenza era improbabile ma possibile, sottolineando l'incertezza in questo campo", si legge in un comunicato sul sito della Ong. "Quando il forte sisma ha colpito, causando vittime, gli scienziati sono stati messi sotto processo. In quell'occasione l'American Geophysical Union ha messo in guardia sul fatto che le accuse potevano mettere in crisi gli sforzi internazionali per capire i disastri naturali, perché il rischio di un contenzioso scoraggia gli scienziati e i funzionari dall'avvisare il proprio governo o anche lavorare nel campo della previsioni rischi in sismologia".

"Immaginate se il governo accusasse di reati criminali il metereologo che non è stato in grado di prevedere l'esatta rotta di un tornado. O un epidemiologo per non aver previsto gli effetti pericolosi di un virus. O mettere in carcere un biologo perché non è stato in grado di prevedere l'attacco di un orso. Gli scienziati devono avere il diritto di condividere ciò che sanno e ciò che non sanno senza la paura di essere giudicati criminalmente responsabili se le proprie previsioni non si avverano", continua il testo. "Ciò arriva dalla terra natale di Galileo. Crediamo che alcune cose non cambieranno mai", è la polemica conclusione.

"Se fossi stato io lì avrei detto le stesse cose perché non è possibile stabilire quando può verificarsi una forte scossa sismica", è la posizione di Shinichi Sakai, professore associato dell'Earthquake Research Institute di Tokyo, che non nasconde i dubbi per la sentenza.

Completamente diversa è l'analisi della sentenza fatta da Scientific american: "Il processo non era alla scienza, né alla sismologia né alla capacità o incapacità degli scienziati di prevedere i terremoti. Gli imputati sono stati accusati di aver dato informazioni 'inesatte, incomplete e contraddittorie' sul fatto che le piccole scosse prima del terremoto del 6 aprile potessero rappresentare un avvertimento". Non è stato mai messo in discussione, si legge nel blog, se gli scienziati potessero prevedere o meno i terremoti.
 

(23 ottobre 2012) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/cronaca/2012/10/23/news/l_aquila_scienziati_usa_contro_condanna-45125743/?ref=HRER2-1
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