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Autore Discussione: ALBERTO FLORES D'ARCAIS. Obama alla Convention democratica "Ci vogliono anni ...  (Letto 2130 volte)
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« inserito:: Settembre 15, 2012, 11:01:09 am »

IL DISCORSO

Obama alla Convention democratica "Ci vogliono anni per risolvere i problemi"

Secondo le anticipazioni della Casa Bianca il presidente dice di "essere stato eletto per dire la verità" e sostiene che gli elettori sono davanti ad "una scelta epocale". Poi promette un taglio del deficit di 4mila miliardi di dollari e un programma ambizioso per combattere la disoccupazione. "Taglieremo del 50% il costo del college"

di ALBERTO FLORES D'ARCAIS


CHARLOTTE - L'America si trova di fronte alla scelta tra "due visioni del futuro" totalmente differenti. Barack Hussein Obama chiude tra l'entusiasmo dei delegati la Convention democratica di Charlotte. A sorpresa sul palco lo presenta la First Lady Michelle. Un abbraccio, un bacio, poi la frase di rito: "Accetto la nomination presidenziale". Sono passati quattro anni dall'Obama del "change" e "hope", "i tempi sono cambiati e anch'io sono cambiato. Non sono più solo un candidato, sono il presidente". Non indulge in troppo facili promesse. "Non faccio finta che la strada che vi indico sia veloce o facile", scandisce dal palco tutto azzurro della Time Warner Cable Arena, ma su una cosa non ha dubbi: "I nostri problemi possono essere risolti, le nostre sfide vinte". Risolti e vinti se gli americani lo confermeranno presidente. Perché "nei prossimi anni a Washington saranno prese grandi decisioni, sul lavoro e sull'economia, sulle tasse e sul deficit, sull'energia e sull'istruzione, sulla guerra e la pace". Decisioni che avranno un impatto enorme sulla "nostra vita e su quella  dei nostri figli per i prossimi decenni". 

"Four more years, four more years", ritmano i ventimila dell'Arena, ancora quattro anni alla Casa Bianca. Dai tempi di Roosevelt solo un presidente democratico è riuscito a farsi rieleggere (Bill Clinton) e Obama non intende essere da meno. Non sarà facile. Lo dicono i sondaggi, lo confermano gli uomini del suo staff, mancano due mesi alla fatidica data del 6 novembre e sarà un testa a testa fino in fondo. "Non sarà solo una scelta "tra due candidati o due partiti", ricorda Obama perché di fronte ci sono due visioni e l'America dovrà scegliere tra due strade che sono "nettamente diverse". Lui non indica quella facile. "Non l'ho mai fatto. Non mi avete eletto per dirvi quello che volete sentirvi dire, mi avete eletto per dirvi la verità. E la verità è che ci occorre più di qualche anno per risolvere sfide che si sono accumulate per decenni".

Due visioni diverse e una scelta che sarà la "più chiara di sempre" per le generazioni che vivono la crisi di questi anni. Per questo "quando tutto sarà detto e fatto", nel momento in cui "prendete la scheda e votate", ricordatevi che dalla vostra scelta dipende il futuro vostro e dei vostri figli. Con la disoccupazione all'8,3 per cento, per risollevarsi dal disastro ereditato nel 2008 il presidente si rifà al suo più grande predecessore democratico: "Sarà necessario uno sforzo comune, una responsabilità condivisa,  esperimenti coraggiosi e insistenti" come quelli che Franklin Delano Roosevelt ha compiuto durante la sola crisi "peggiore" di questa. Tocca le corde del patriottismo, parla con orgoglio della ripresa dell'auto 'made in Usa', ripete più volte la parola cittadinanza.

Parole che hanno come destinatari soprattutto quegli elettori indipendenti tentati dal voto a Romney. "Chi tra noi ha raccolto la sua eredità" deve ricordare che non tutti i problemi possono essere risolti con "un altro programma di governo" o con le decisioni prese a Washington. "La strada che vi indichiamo può essere dura, ma conduce in un posto migliore. Io vi chiedo di scegliere questo futuro". I repubblicani chiedono il vostro voto, ma "non hanno un piano, hanno le stesse ricette di trenta anni fa".

Gli obiettivi che pone per superare la crisi "del nostro paese" riguardano ogni campo: industria manufatturiera, energia, istruzione, sicurezza nazionale, deficit. Su questi punti le promesse non mancano. Entro il 2016 verranno creati "un milione di nuovi posti di lavoro" nell'industria manufatturiera, le esportazioni saranno raddoppiate nei prossimi due anni, entro il 2020 le importazioni di petrolio saranno "tagliate della metà" e ci saranno 600mila nuovi lavori nell'estrazione di gas naturale. Un programma ambizioso (e difficile) in campo scolastico. "Le rette dei college saranno tagliate della metà nei prossimi dieci anni", assicura il presidente, e per quella data promette anche che verranno assunti 100mila insegnanti di scienze e matematica. Sul deficit la missione quasi impossibile: "Lo ridurremo di 4mila miliardi nel prossimo decennio".

Il 'Commander in Chief" che ha fatto tornare i soldati dall'Iraq e ha eliminato Bin Laden ("noi saremo sempre in debito con una generazione che ha reso l'America più sicura") promette che i miliardi risparmiati sulle guerre verranno investiti nell'economia ("dove tutti devono giocare con le stesse regole, dalla gente comune a Wall Street"). E ripete che il suo programma è "reale e realizzabile", che porterà nuovi posti di lavoro e "più opportunità", che ricostruirà l'economia "su fondamenta più solide". Sono queste le cose che il primo presidente afro-americano assicura che farà nei prossimi quattro anni: "Ed è per questo che sono in lizza per un secondo mandato come presidente degli Stati Uniti".

(07 settembre 2012) © Riproduzione riservatA

DA - http://www.repubblica.it/esteri/elezioni-usa/2012/09/07/news/obama_convention-42082723/?ref=HREC1-2
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