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Autore Discussione: Franca D'Agostini. Gli analitici lo fanno meglio  (Letto 2230 volte)
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« inserito:: Settembre 12, 2012, 04:04:20 pm »

Cultura

12/09/2012 - filosofia dall'Emilia alla Sardegna

Gli analitici lo fanno meglio

Una riserva: l'eccesso di specialismo lascia a volte a disagio, come in sospeso, il lettore che cerca risposte

Le ragioni di un successo crescente anche tra i filosofi europei e italiani cresciuti nella tradizione continentale

Franca D'Agostini

Il Convegno della Sifa, la Società Italiana di Filosofia Analitica, giunta al suo ventesimo anno, può essere una buona occasione per riflettere sul significato in largo senso «storico» della fortuna della filosofia analitica in Europa, e in particolare in Italia. Perché la filosofia analitica? Perché molti europei, formatisi alla filosofia «continentale» (in particolare francese, tedesca) hanno scelto di fare riferimento alla tradizione filosofica sorta ufficialmente con Bertrand Russell e George E. Moore nei primi anni del Novecento, e che verso la metà del secolo era diffusa quasi esclusivamente nei paesi di lingua inglese e in Scandinavia?

Alcuni tra i padri della filosofia analitica italiana come Andrea Bonomi, Diego Marconi, Carlo Penco e altri iniziavano il loro percorso filosofico su Hegel, o Merleau-Ponty, ma lasciavano presto la filosofia europea per abbracciare una tecnica filosofica che certo allora (negli anni Settanta-Ottanta) non era di gran moda in Italia. Ma soprattutto negli ultimi vent’anni l’esodo dalla filosofia continentale verso la filosofia analitica è diventato se non una prassi consolidata, certo una tendenza chiaramente avvertibile.

Sulla natura e le ragioni di questo shift le congetture sono molte. Imperialismo angloamericano? Kripke e Quine (filosofi analitici) come i McDonald’s? In realtà c’è almeno una questione da considerare, ed è che la filosofia analitica in linea di massima è «più seria». Sosteneva Michael Dummett (in Pensieri, De Ferrari, 2004) che un filosofo analitico si riconosce per due requisiti: l’uso, in modo più o meno ortodosso, dell’apparato basilare della logica moderna, fissato da Frege, e l’idea che la filosofia sia una seria impresa di soluzione di problemi. Se il primo requisito è la differenza specifica, il secondo è il genere prossimo, la condizione necessaria: non è filosofia analitica quel tipo di lavoro vago, leggero e autoironico, che era di gran voga negli anni Ottanta europei, al seguito di Derrida.

Non è neppure filosofia analitica, avvertiva Dummett, quella sorta di antifilosofia minimalista, praticata a volte da Wittgenstein, o da certi filosofi del linguaggio ordinario. Si può forse discutere questa definizione. Hans Glock, in What Is Analytical Philosophy? (Cambridge University Press, 2008), offre un’ampia gamma di definizioni alternative. Certo è che quel modo «poco serio» di lavorare in filosofia, producendo slogan, o presentando tesi suggestive mal argomentate, che ha fatto la fortuna dei maîtres-à-penser francesi, sembra piuttosto lontano dallo spirito della filosofia analitica più certamente tale. D’altra parte il serissimo lavoro degli eredi di Kant e dell’idealismo tedesco, quando lascia da parte gli scopi puramente storiografici e ha ambizioni di innovazione teorica, spesso manca la presa con il presente proprio per la tradizionale estraneità della filosofia classica tedesca alla logica moderna.

Dunque: meglio la filosofia analitica. È più seria, e - per il suo legame storico e naturale con la logica - più efficace e precisa. Ma bastano questi requisiti, per giustificare e anzi decidere la scelta a favore della filosofia analitica? Forse no, non bastano realmente. Il dibattito su «la filosofia analitica è davvero meglio?» percorre, serpeggiante, i social media. Come scrive sulla sua pagina di Facebook Francesco Berto, giovane e brillante filosofo analitico italiano (che ovviamente non lavora in Italia, bensì in Scozia), la filosofia analitica lascia a volte una vaga insoddisfazione, perché «manca la Weltanschauung, la visione d’insieme». Qualcuno potrebbe obiettare che, in un certo senso dell’espressione «visione d’insieme», forse non è del tutto vero. David Chalmers, per esempio, uno dei filosofi analitici che oggi vanno per la maggiore, sta per pubblicare Constructing the World, testo delle sue discusse e provocatorie lezioni tenute a Oxford nel 2010, in cui effettivamente «ricostruisce» il mondo intero.

Ma direi che Berto non ha torto. L’eccesso di specialismo e il rigore «tagliuzzante» dell’argomentazione analitica (il famoso hairsplitting: tagliare il capello in quattro) lasciano a volte il lettore che cerca risposte a disagio, e come in sospeso. E non basta la scusante: «questa non è filosofia popolare, bensì professionismo», perché il sospetto che un simile giocare con i dettagli a volte non sia neppure professionismo (e meno che mai filosofia) resta in azione.

Naturalmente, non tutta la filosofia «non analitica» non è seria, o non è argomentativamente rigorosa, e forse solo un po’ di impegno antisofistico e di competenza logica potrebbero bastare. Perché probabilmente ciò che Michael Dummett descriveva nella sua ricostruzione è solo la buona filosofia: quella che cerca di dire qualcosa di nuovo, e di utile, sulle questioni di fondo che riguardano la vita individuale e collettiva.

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È la settimana della filosofia. Dopo il successo degli anni passati, da venerdì a domenica, tra Modena, Carpi e Sassuolo, torna l’appuntamento con il Festival Filosofia, che prevede quasi 200 appuntamenti tra lezioni magistrali, mostre, concerti, spettacoli e cene filosofiche: tema di questa edizione, le «cose». Intanto da oggi a sabato, ad Alghero, la Società Italiana di Filosofia Analitica (Sifa) festeggia il suo ventennale con un grande convegno dal titolo «Le risposte della filosofia». Aperto da una lectio di Diego Marconi, il simposio vedrà avvicendarsi 220 relatori tra i maggiori filosofi analitici italiani e stranieri, da Roberto Casati a Claudine Tiercelin, da Pascal Engel a Marco Panza, Maurizio Ferraris, Achille Varzi e Franca D’Agostini.

da - http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/468255/
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