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Autore Discussione: Marco Alfieri. Illy, il ritorno in scena  (Letto 2332 volte)
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« inserito:: Ottobre 02, 2012, 11:27:50 am »

Intervista

02/10/2012

Illy, il ritorno in scena

“Di nuovo candidato? Se me lo chiedono potrei”

Riccardo Illy, sconfitto alle Regionali 2008 dopo un mandato da presidente del Friuli, in precedenza è stato sindaco di Trieste e parlamentare dell’Ulivo

“Renzi? E’ l’unico che ci può dare un governo politico”

Marco Alfieri
Milano

Riccardo Illy potrebbe tornare in politica. L’imprenditore del caffè, dopo 4 anni di stop - fu sconfitto alle Regionali 2008 dopo un mandato da presidente del Friuli Venezia Giulia (in precedenza è stato sindaco di Trieste e parlamentare indipendente dell’Ulivo) - si dice «disponibile a valutare una eventuale richiesta di impegno, nella consapevolezza della gravità della situazione». Proprio in Fvg si voterà in primavera mentre all’orizzonte si agita Renzi. Per Illy è «l’unico politico innovatore, l’unica speranza per uscire dall’impasse con un governo politico serio». Lo scenario ‘macro’ resta infatti difficile. «Facendo l’imprenditore sono ottimista per natura. Mi sembra però che il quadro internazionale si stia deteriorando. Da un lato la frenata dei paesi Brics rallenterà l’export delle nostre medie imprese che ha tenuto a galla il paese; dall’altro non si capisce quale direzione stiano prendendo gli Usa». 

 
Sono in campagna elettorale…
«E’ vero ma continuano a macinare deficit mostruosi. Il debito federale corre verso il 100% del Pil a cui vanno aggiunti quelli degli stati, California in primis, delle imprese e delle famiglie. E’ impensabile curare una crisi nata da eccesso di liquidità con ulteriore pompaggio di denaro».
Più che ottimista sembra pessimista?
«In realtà potremmo essere alla vigilia di una grande rivoluzione energetica che cambierebbe tutto».
Che tipo di rivoluzione?
«Potrebbe essere una nuova generazione di pannelli fotovoltaici o di batterie. Il costo per la produzione di un kilowatt da energie rinnovabili si sta avvicinando a quello tradizionale da fonti fossili. Questo nuovo driver produrrebbe economie di scala facendo crollare il costo delle rinnovabili. La bolletta energetica di imprese e cittadini ne beneficerebbe».
Nel frattempo bisogna tamponare. A proposito: che ne pensa di un governo Monti bis?
«Il merito di Monti è stato quello di salvare l’Italia dall’insolvenza, riacciuffando il paese dal baratro. Lo ha fatto però commettendo qualche imperfezione».
Quale?
«Una tassazione eccessiva nell’edilizia, la nautica e sulle auto. Un giro di vite che ha prodotto più costi che entrate all’erario. La stessa Imu per le imprese è un massacro. I capannoni servono per produrre, piuttosto fai pagare sul reddito di impresa che viene portato a dividendo. Perché vessare chi lascia i soldi in azienda per gli investimenti? Inoltre…».
Inoltre?
«Lasciare per troppo tempo cittadini e imprese nel limbo sul saldo Imu produce incertezza. Nel dubbio la gente risparmia deprimendo i consumi».
Governo bocciato, dunque?
«No, anzi: il governo ha fatto riforme che ci hanno salvato. Alla luce dell’attuale scenario politico e di questa legge elettorale, se niente si muove “aridateci” il Monti bis che è indice di autorevolezza internazionale».
Cosa e chi potrebbe cambiare il quadro politico?
«Per esempio Renzi sta dimostrando coraggio. Lo guardo con interesse e grande simpatia. Sembra essere l’unico politico innovatore all’orizzonte, l’unica speranza per uscire dall’impasse con un governo politico serio».
Lo accusano di essere poco di sinistra. Anche a lei muovevano queste critiche…
(Illy sorride) «Renzi è l’unico in grado di pescare a piene mani nell’altro schieramento. Se non fa questa operazione il centrosinistra a livello nazionale è destinato, anche in caso di vittoria, a non riuscire a governare con una coalizione eterogenea e litigiosa. Lo dico sapendo che per Renzi probabilmente sarei tra quelli da rottamare».
Il suo ragionamento è appassionato. Dopo 4 anni di stop sta facendo un pensiero alla politica attiva?
«Fino a qualche giorno fa avevo il nodo del cosiddetto “beautiful exit” (la vicenda degli esodi incentivati dei dirigenti regionali e per questo costretto a risarcire la Regione). Un blocco etico che mi sono auto imposto, di opportunità politica, non certo giuridico. Mi dicevo: se la Corte dei Conti mi condannasse anche in Appello evidentemente avrò sbagliato qualcosa, nonostante in coscienza sia tranquillo. Ora che sono stato assolto, quell’impedimento non esiste più»
Quindi, si candida alle regionali del Fvg, la prossima primavera?
«Il Pd il suo candidato l’ha già scelto nella persona di Debora Serracchiani. Io guido un gruppo di aziende in un’epoca turbolenta, in cui anche chi va bene lavora controcorrente. Non sento troppo l’ambizione della politica ma potrei valutare una eventuale richiesta di impegno e di un contributo, nella consapevolezza della gravità della situazione. A certe condizioni».
Quali?
«La prima è che al governo non ci siano partiti “No Tav” e contraddizioni interne alla coalizione, come successo troppe volte in passato. E poi l’impegno a fare una legge elettorale maggioritaria a doppio turno che dia una maggioranza forte, coesa e omogenea e soltanto un diritto di tribuna ai partiti minori».
Serracchiani è data bassa nei sondaggi. Qualcuno potrebbe chiederle una ricandidatura.
«Io sono riconoscente al Pd, che mi ha sempre sostenuto con lealtà».

da - http://lastampa.it/2012/10/02/italia/politica/illy-il-ritorno-in-scena-di-nuovo-candidato-se-me-lo-chiedono-potrei-WRe7A6qBY09dxaYSIhIOLO/index.html
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