Forza Italia, Il ritorno in scena del leader
Il Cavaliere incassa: «Bravo Matteo, va contro i suoi per incontrarmi»
Legge elettorale, tra le alternative proposte da Renzi la preferenza di Forza Italia va al modello spagnolo
ROMA - Il primo risultato è incassato: tornare al centro della scena, mettere piede nella sede del Pd da leader del suo partito, oggi quando alle 16 incontrerà Matteo Renzi per discutere di legge elettorale. Silvio Berlusconi se lo gode il momento atteso e preparato nelle scorse settimane, si fa vedere allegro e spensierato nel centro di Roma a cena con le «sue» donne (come giovedì con la fidanzata Pascale, la Biancofiore, la Gelmini, la Calabria, la Rossi insieme a Giovanni Toti), riceve vecchi e fidati amici per avere consigli - Scajola, Miccichè - e nel pomeriggio fa il punto della situazione con Denis Verdini e Gianni Letta, che oggi lo accompagnerà all’incontro con il segretario del Pd. In Forza Italia, almeno fino a ieri pomeriggio, l’aria era quella di chi è a un passo dal vincere alla lotteria: «L’accordo è fatto, l’intesa c’è. Se la vedrà Renzi con i suoi, a noi non importa quello che farà con i suoi compagni del Pd o con il governo», l’opinione dei più ottimisti, convinti che su un sistema «che parte dallo spagnolo, con listini bloccati, piccoli collegi e un premio di maggioranza» la soddisfazione reciproca degli azzurri come dei renziani sarebbe ottima e abbondante.
Lo stesso Berlusconi è apparso molto ben disposto nei confronti del sindaco di Firenze, nei giorni scorsi come ieri: «È stato coraggioso, ha sfidato il suo partito per incontrarmi, si è mosso veramente bene», ha ripetuto ai suoi, fiducioso che «queste sono cose che contano in politica, il suo è un approccio molto positivo». Ma nello stesso tempo la giornata di ieri, le voci di un riavvicinamento di Renzi a Scelta civica, ad Alfano, hanno cambiato un po’ l’aria: «Ha davanti una strada difficilissima, vedremo se saprà percorrerla. Certo, sia chiaro che per noi non tutto è accettabile. Discutere e mediare va bene, ma se ci trovassimo di fronte a un voltafaccia, non potremmo accettarlo», l’avvertimento del Cavaliere, che pure vede aperte davanti a sé molte strade, anche interessanti.
Se Renzi rompe con i suoi e cade il governo, secondo il Cavaliere e i suoi si potrebbe sia votare che andare a un governo «di scopo» per fare la legge elettorale, con il sostegno di Forza Italia, e poi giocarsi la partita sulle spaccature interne della maggioranza e sperando nell’effetto logoramento del segretario del Pd: «Forse non sarebbe male aspettare un annetto ancora: oggi Renzi è in grande spolvero, più avanti le cose potrebbero cambiare. E io potrei tornare in gioco, perché credo davvero che la Corte europea possa annullare la sentenza contro di me, ci credo sul serio». Anche se il governo andasse avanti nonostante tutto - ferito, azzoppato - i giochi potrebbero riaprirsi: «È un esecutivo morto, più vanno avanti e più si logorano...». Se invece l’accordo si siglasse davvero con la mortificazione di Alfano e dei suoi, Berlusconi non verserebbe una lacrima: lo descrivono ancora amareggiato e ferito per lo strappo del suo ex delfino e degli altri ministri: «Voi non sapete cosa ho fatto per loro, e loro mi hanno trattato così...».
In ogni caso, a chi gli ha parlato, Berlusconi è sembrato molto collaborativo rispetto all’ipotesi di portare a termine almeno alcune riforme fondamentali: «Quella del Senato è una riforma giusta, non possiamo dire di no. Se si può fare qualcosa per il bene del Paese, noi ci siamo». Insomma, rientrare in gioco, per lui, è a questo punto essenziale e necessario. Così come portare a termine l’operazione «nuovo partito». Senza umiliazioni per nessuno, se è vero che ieri Daniela Santanchè è stata riconfermata nel suo ruolo di capo del settore fund raising . Poi, la prossima settimana, si penserà a tutti gli altri: sarà nominato l’ufficio di presidenza con una quarantina di membri, e dopo nascerà l’ufficio politico a 10 membri, con i big forzisti dentro. E con Toti nel ruolo di coordinatore dell’organismo o segretario. Una mediazione che metterebbe d’accordo tutti, o quasi.
18 gennaio 2014
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Paola Di Caro
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