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Autore Discussione: Corinna DE CESARE - Il rischio della paralisi per i distretti emiliani  (Letto 2059 volte)
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« inserito:: Maggio 31, 2012, 04:35:42 pm »

Per l’aceto balsamico si stimano danni per 15 milioni di euro

Il rischio della paralisi per i distretti emiliani

L'allarme della Coldiretti: danni per 500 milioni
 
Cantine e macelli dai quali si ottiene la materia prima per il prosciutto di Parma hanno fermato le attività


MILANO - C'è quello calzaturiero di San Mauro Pascoli, il Tessile di Carpi, quello ceramico di Sassuolo e così via. L'Emilia Romagna racchiude alcuni dei più conosciuti distretti italiani, con una specializzazione nella meccanica, nel tessile e nell'alimentare. Distretti che rischiano la paralisi, a cominciare da quello agro-alimentare tra Parma, Collecchio, Modena. Dalla cantine alle acetaie di invecchiamento dell’aceto balsamico fino ai magazzini di stagionatura dei formaggi Grana e Parmigiano. Secondo la Coldiretti, tra macchinari distrutti, animali morti, capannoni rasi al suolo, si stimano danni per 500 milioni a causa del terremoto che ha fatto tremare le province di Modena, Ferrara, Piacenza, Mantova, Bologna e Reggio Emilia.

L'AGROALIMENTARE - Solo il distretto agroalimentare emiliano (circa 500 aziende con più di 4 mila addetti) produce oltre il 10% del Pil agricolo italiano: «da queste parti - fanno sapere dall'associazione - partono verso l’Italia e il resto del mondo le forme di Parmigiano Reggiano, l’aceto balsamico di Modena, il prosciutto di Parma e il Lambrusco». Simboli del made in Italy nel mondo. In questi giorni cantine e macelli dai quali si ottiene la materia prima per il prosciutto di Parma hanno fermato le attività: un danno enorme se si pensa che attualmente il distretto produttivo di Parma soddisfa più del 50% della domanda nazionale di consumo di prosciutto. «E per l’aceto balsamico - sottolinea ancora la Coldiretti - si calcolano danni per 15 milioni di euro».

SPECULAZIONE - Senza contare il rischio speculazioni. La Coldiretti ha infatti fatto sapere che per evitare meccanismi speculativi, sono in corso verifiche sul prodotto che può essere commercializzato, sulle modalità di acquisto e sui punti di vendita. Circa un milione le forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano rovinate a terra dopo le ultime scosse che hanno provocato ulteriori crolli delle “scalere”, le grandi scaffalature di stagionatura. Com'è successo nella latteria sociale di Porto Mantovano e nel caseificio e magazzino di Pietro Rossi di Correggio in provincia di Reggio Emilia.

IL BIOMEDICALE - Tra Mirandola, Medolla, Concordia, Cavezzo, alcuni dei Comuni più colpiti dalle ultime scosse, si trova il polo biomediciale, leader in Europa nella produzione di prodotti plastici “usa e getta” per uso medico e le apparecchiature per dialisi, cardiochirurgia, trasfusione e altri impieghi di questo tipo. Circa 300 aziende della zona che danno lavoro a più di 4.500 addetti. È qui che si trova la BBG di San Giacomo Roncole (frazione di Mirandola) fabbrica del biomedicale: sotto le macerie di un suo capannone sono rimaste uccise tre persone. Qui attorno, l'80% dei capannoni è crollato dopo le scosse di martedì.
 
CARPI - «I terremoti - ha confermato il Centro Studi di Confindustria - avranno anche prolungate conseguenze sulle produzioni di alcuni tra i più importanti distretti industriali italiani e di un'area ad alta vocazione manifatturiera. Ciò non può che aggravare un quadro già molto difficile». Tutta l'area di Carpi ad esempio, uno dei più importanti distretti italiani di abbigliamento e maglieria, era riuscita a mantenere una redditività stabile anche nel periodo della crisi più nera grazie al riposizionamento di alcune imprese su fasce di mercato a maggior valore aggiunto. Ora le oltre due mila imprese del distretto tessile dovranno vedersela con i postumi di un sisma, che oltre a colpire una popolazione intera, rischia di paralizzare il cuore dell'economia emiliana.
 
Corinna De Cesare

 30 maggio 2012 | 16:19© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/economia/12_maggio_30/distretto-emilia-coldiretti-terremoto-danni-economici_29df4e48-aa3c-11e1-8196-b3ccb09a7f99.shtml
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