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Autore Discussione: La TRIBU' DELLA LEGA: intervista al capo Calderoli.  (Letto 2426 volte)
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« inserito:: Marzo 29, 2012, 05:21:56 pm »

Politica

29/03/2012 - intervista

Calderoli: è un sistema romano-tedesco, così non ci stiamo

"Strano un vertice nella stanza di Berlusconi, senza Berlusconi..."

MATTIA FELTRI

Roma

Senatore Calderoli, che giudizio dà alle riforme annunciate?
«Che sono annunciate. E gli annunci sono un fiume carsico che riemerge e scompare. Ogni tanto si fa un vertice, si dice che l’intesa è raggiunta, poi ce ne si scorda...».

E se stavolta fosse tutto vero?
«Infatti ho partecipato a degli incontri preliminari».

Davvero? Con Bersani?
«Col Pdl, col Pd, quelli indicati dal partito (quindi Violante, ndr) e sono rimasto stupefatto che non avessero previsto né l’eliminazione del bicameralismo perfetto né l’introduzione del Senato federale».

Davvero?
«Certo. Continuavano a non fare differenze fra Camera e Senato. Così si sarebbe ricominciato col ping pong di questi anni. Gli ho detto che senza la fine del bicameralismo perfetto e l’introduzione del Senato federale noi ci tiravamo fuori. Mi pare, perché un testo non c’è, si sia deciso che la Camera si occuperà delle materie di competenza statale e il Senato di quelle concorrenti Stato-Regioni. Speriamo».

E la riduzione dei parlamentari?
«Ho proposto 250 deputati e 250 senatori. Una cifra di partenza bassa perché si sa che poi la alzano. La riduzione che propone il trio Abc è insufficiente, circa il 18 per cento. Ci vuole molto di più. E da tutto questo discende la legge elettorale».

Perché?
«Un conto è il premio di maggioranza di 20 o 30 parlamentari, un conto di 150».

Quindi non ci state?
«Se le riforme sono serie sì. Se le legge elettorale è il sistema tedesco sì. Se è un sistema romano-tedesco no. Perché in Italia, lasciatemelo dire che me ne intendo, prima si fanno i trucchi poi le leggi. Anche il Porcellum, e un giorno ne parleremo, era molto meno porcello dei trucchi che ci hanno fatto sopra».

Dunque la legge elettorale su cui c’è intesa a voi non va bene.
«No. A parte che non capisco più Alfano. Cancella il bipolarismo, cioè del berlusconismo».

Berlusconi sarà d’accordo.
«Mah...».

Non può essere un golpe.
«Per quanto possa essere inesperto in leggi elettorali (ride, ndr), il premio assegnato al primo partito oggi va al Pd. E poi mi suona così strano un vertice tenuto a Montecitorio nella stanza di Berlusconi senza Berlusconi. Io mica faccio le riunioni nella stanza di Bossi».

Come se lo spiega?
«Non me lo spiego. Ma vorrei procedere con ordine. Ogni partito si presenta, indica il candidato premier ma siccome nessuno avrà la maggioranza assoluta, il premier e la coalizione verranno scelti dopo il voto. Cioè non si entra nella Terza Repubblica, si torna nella Prima. Si mercanteggerà con i potenziali alleati per costruire governi che dureranno qualche mese, come al tempo del Pentapartito. E si sa che quel tipo di alleati in cambio del sostegno non chiedono il rigore di bilancio. Oppure...».

Oppure?
«Oppure si fanno i listoni. Per esempio si fa un listone con Udc, una nuova Forza Italia, una nuova An...».

Il grande centro moderato.
«Esatto. Si fa un listone, si obbligano gli altri a farne uno loro, si imbarca chiunque. Così i nostri elettori non scelgono il deputato, non scelgono neanche il partito, tantomeno scelgono il premier, e non c’è neppure un programma. Ma che bel capolavoro!».

Si dice sia il modo per preparare un Monti bis.
«Davvero? A me pare piuttosto il tentativo di Casini di fare quello che voleva fare Fini: disgregare il centrodestra per conquistarlo e ricomporlo. Ora è un tentativo già più solido».

Siamo nella fantapolitica.

«Intanto dico che, dopo le elezioni del 2013, ci sarà da fare i presidenti del Consiglio e della Repubblica. Insomma, c’è molto da spartirsi. E poi in Italia è sempre fantapolitica. Lo sono queste riforme senza testo. Insisto: non sono convinto che le facciano».

Una pantomima?
«Quando la politica è in difficoltà si inventa sempre qualcosa come la riduzione dei parlamentari... A parte che quando l’ho fatta io è stata cancellata con un referendum... Comunque, quando si è in difficoltà si getta fumo. Come per l’articolo 18».

Che c’entra?
«Queste riforme annunciate servono anche per mascherare le difficoltà sull’articolo 18. Intanto si è trovato il modo di scavallare le Amministrative. Poi se ne riparlerà».

Comunque, il Porcellum non l’avete cambiato neanche voi.
«Neanche il centrosinistra al governo. In quella legislatura, però, col sostegno di Giorgio Napolitano, presentai una proposta di legge di due righe che cancellava il Porcellum e riportava al Mattarellum. Sapete che fine ha fatto? No? Neanch’io».

da - http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/448232/
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