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Autore Discussione: Maurizio Di Lucchio. - E in Germania vanno a caccia di talenti italiani  (Letto 2147 volte)
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« inserito:: Marzo 20, 2012, 06:26:54 pm »

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E in Germania vanno a caccia di talenti italiani

di Maurizio Di Lucchio

Cervelli e talenti italiani, la Germania vi aspetta a braccia aperte. E se non siete voi a fare il primo passo, veniamo noi a prendervi. Secondo Peter Barnefske, 42 anni, direttore della società di recruiting Phoenix Gir, è questo l’atteggiamento che hanno le aziende tedesche nei confronti dei lavoratori, laureati e non, del Belpaese.

«La domanda di lavoro in Germania è altissima: stime ufficiali parlano di un milione di posti a disposizione», spiega Barnefske dalla sede della sua azienda ad Augsburg, vicino Monaco di Baviera. «E chi, come noi, cerca anche all’estero collaboratori qualificati per conto di imprese e multinazionali si rivolge di frequente agli italiani. I motivi? Non hanno bisogno di permessi di lavoro, sono spesso già inseriti in reti sociali sul territorio e le compagnie tedesche ne apprezzano molto la mentalità, il modo di lavorare e la professionalità: ecco perché sono ben disposte ad assumerne altri».

Altro che popolo di comandanti Schettino. Altro che fanfaroni e indolenti. A sentire il capo di Phoenix Gir, nei contesti produttivi gli italiani quindi godono di una fama che è all’esatto opposto delle generalizzazioni vagamente razziste riportate su Spiegel Online dopo la tragedia della Costa Concordia: «I lavoratori del vostro Paese sono considerati smart». Un termine traducibile come «intelligenti», «svegli». Insomma, le qualità richieste a una risorsa umana in cerca di impiego.

«Al momento – continua Barnefske – la maggior parte delle candidature provenienti dall’estero arrivano da Grecia e Spagna, paesi in cui la crisi economica spinge i lavoratori a cercare oltre confine. Dall’Italia meno, ma vista la forte attenzione delle aziende, contiamo di ricevere presto numerosi curricula di candidati italiani».

La “fuga dei cervelli” dalla Penisola non è un fenomeno sconosciuto, anzi. Gli HR manager tedeschi sanno di questa tendenza e tendono a sfruttarla in maniera sana per “rubare” le menti più promettenti: «Conosciamo questa situazione, anche se sappiamo che può essere solo temporanea», afferma il numero uno dell’agenzia.

«Ne teniamo conto per offrire stimoli in più a trasferirsi in Germania, puntando sul fatto che qui avrebbero più opportunità di fare carriera e condizioni di lavoro gratificanti». Vale a dire, salari più alti e contratti stabili: «le aziende con cui abbiamo a fare non propongono stage, anche perché sanno che ce ne sarebbero altre pronte a offrire contratti veri e propri».

Per pescare talenti in Italia e in altri paesi europei, la società punta sul recruiting propriamente detto, ovvero la ricerca generica di candidati, e sull’head hunting, che consiste invece nell’individuare per approccio diretto professionisti che già lavorano in compagnie e multinazionali.

«Oltre ai consueti annunci pubblicitari, facciamo ampio ricorso ai social network, cercando soprattutto su Linkedin e Facebook. I metodi di reperimento dei talenti sono tanti. Per esempio, la nostra recruiter italiana, Claudia Uccelli, sta scandagliando i database delle principali università d’Italia per trovare i profili più interessanti».

In base alle richieste che arrivano dalle aziende, Barnefske dice che le figure professionali più ricercate sono «ingegneri, specialisti di information technology, medici e infermieri. Ma cerchiamo anche artigiani e personale per strutture alberghiere».

Resta aperta la questione della lingua. Chi vuole candidarsi può farlo senza sapere il tedesco? «Tendiamo a prendere in considerazione i candidati che abbiano almeno un livello di conoscenza A2 (utilizzo di espressioni di uso quotidiano e capacità basilare di interazione, ndr), documentato oppure dimostrato in sede di colloquio. Poi siamo noi stessi a suggerire i corsi, anche online, per migliorare. Il Fondo Sociale Europeo finanzia scuole che offrono lezioni intensive a basso prezzo: qui se ne trovano a un euro all’ora».

twitter@maudilucchio

da - http://nuvola.corriere.it/2012/03/20/e-in-germania-vanno-a-caccia-di-talenti-italiani/
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