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Autore Discussione: Elsa Muschella. Stipendi e vitalizi, i grillini litigano sulla trasparenza  (Letto 2072 volte)
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« inserito:: Gennaio 07, 2012, 11:18:21 am »

Movimento cinque stelle - L'ultimo scontro sui due consiglieri della Regione Emilia Romagna

Stipendi e vitalizi, i grillini litigano sulla trasparenza

A Bologna polemica sui soldi al partito Strascichi del «caso reversibilità» a Torino


MILANO - Della trasparenza ne hanno fatto un marchio di fabbrica, adesso sull'effettiva applicazione del concetto un po' ci litigano. Buste paga, vitalizi, conti correnti e note spese: i grillini del Movimento 5 stelle, cittadini prestati alla politica e presenti in molte amministrazioni, hanno da tempo deciso (in assemblee fiume) che la «contabilità gestionale» della Cosa pubblica debba essere sempre accessibile, verificabile ed eventualmente contestabile.


La ribalta dei rendiconti, però, in Emilia Romagna e in Piemonte ha portato alcuni consiglieri regionali sul campo della polemica interna. Bologna: Massimo Bugani, ex candidato sindaco del Movimento, riprende i due consiglieri Giovanni Favia e Andrea Defranceschi per le modalità di amministrazione dei fondi regionali. Gli eletti, per prassi, si autoriducono lo stipendio girando il resto alla causa e così fanno anche i due grillini, che però versano la quota su un conto corrente a loro intestato, documentando online ogni spesa: «È prioritario che quei soldi non restino lì - contesta Bugani -. Questa vicenda sta creando una discussione accesa tra i militanti. Sarebbe opportuno creare un'associazione che gestisca i fondi: per loro, che sono in buona fede, è un modo di liberarsi di soldi che rischiano di creare dei problemi». La risposta di Defranceschi mira a minimizzare: «Max non voleva essere pungente. La Regione ci paga 7.000 euro al mese, a testa. Nelle assemblee provinciali i nostri sostenitori hanno deciso che la misura corretta del nostro stipendio dovesse essere 2.770 euro. I restanti 4.230 euro io e Favia li depositiamo su un conto intestato a noi perché il Movimento 5 stelle non ha tesorieri né partita Iva, non sapremmo dove altro depositarli. Quei soldi non sono nostri: li usiamo per sostenere i comitati, per pagare gli avvocati per gli attivisti che ricevono querele e via elencando. Ci ha dato ragione anche Beppe Grillo, dicendo che siamo noi a dover rispondere della gestione di denaro che non si può intestare a nessun'altra persona fisica priva di mandato elettorale».


A Torino, invece, il contraddittorio è tra i due consiglieri regionali Davide Bono e Fabrizio Biolè. A maggio Biolè, «per mero errore formale» - dice - firma il documento per la quota di reversibilità a vantaggio della moglie e viene sommerso da richieste di chiarimento finché si difende pubblicamente sulla bacheca Facebook: impossibilitato a rinunciare al vitalizio se non a fine legislatura, quei soldi li farà avere al fondo progetti comune. «Lo ha deciso il Movimento, ne abbiamo discusso a lungo - conclude adesso Bono -. Lui prende 2.000 euro al mese anziché 2.500. Una punizione abbastanza dura. Ora lavoriamo tranquillamente».

Elsa Muschella

7 gennaio 2012 | 8:27© RIPRODUZIONE RISERVATA
da - http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_07/stipendi-vitalizi-grillini-lite-trasparenza-muschella_beece0ca-3900-11e1-af60-0a4a95cfbebb.shtml
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