Il Trader
23/12/2011 - Ore: 6.00
2012, ecco le 22 mete di investimento più adatte per navigare nell'occhio del ciclone che imperversa sull'Europa
Di Massimo Brambilla
La sfida è notevole, data l’estrema incertezza che avvolge i mercati finanziari. Ma con un po’ di oculatezza e una buona dose di
diversificazione degli investimenti, tale da consentire che alcune scelte che inevitabilmente si riveleranno infruttuose non zavorrino la
performance complessiva degli impieghi, è possibile tracciare le mete più opportune del risparmio per il prossimo biennio.
L’orizzonte di lungo termine è d’obbligo, sorpassando così le fasi di forte turbolenza che senz’altro incontreranno ancora i mercati
durante il processo di risanamento dei bilanci pubblici dei paesi sviluppati e di quelli privati relativi agli istituti di credito. Nella
la parte iniziale di questo periodo, centrata soprattutto nella prima metà del 2012, si potrebbero anche raggiungere quotazioni ancora più
basse di quelle attuali su una buona metà delle attività prescelte, prima di trovare la strada per una stabilizzazione delle quotazioni su
cui basare il successivo recupero.
Gli strumenti di attuazione degli investimenti riguardano sia singoli titoli, obbligazionari o azionari, sia all’occorrenza prodotti che
consentano di acquistare un paniere di titoli diversificando intrinsecamente il rischio, come gli Etf (Exchange traded fund) e i
certificati d’investimento, o più comunemente certificate, quotati in tempo reale sugli appositi segmenti di Borsa Italiana (EtfPlus e
SeDeX, rispettivamente), oppure specifici fondi comuni di diritto italiano o estero.
Obbligazioni, un mix a tre
Ancor più dei listini azionari, sono parecchi mercati obbligazionari di Eurolandia a vivere una fase di inconsueta debolezza (l’Italia e la
Spagna sono i casi più eclatanti e in genere tutto il segmento dei bond societari, o corporate bond), che si riflette in una progressiva
discesa dei prezzi sotto la spinta delle vendite a cui fa seguito una inesorabile ascesa dei rendimenti: fino a quando l’Ue non troverà
un’efficace soluzione alla crisi finanziaria che ormai minaccia ben oltre la metà del debito pubblico dell’area euro, i titoli di stato dei
paesi più colpiti dalle vendite continueranno a restituire rendimenti insolitamente elevati, in scia alla percezione di una minore
affidabilità dell’emittente.
Un mix di bond sovranazionali a tasso fisso (es. Bei in euro con scadenza 5-7 anni) che garantiscono la minore rischiosità dell’
investimento, di Btp con scadenza a 3-5 anni e di un paniere di obbligazioni relative ai mercati emergenti rappresenta la forma di impiego
più idonea per il prossimo biennio, suddividendo il capitale da destinare agli impieghi obbligazionari in tre parti grossomodo uguali in
cui all’euro viene affiancato almeno il dollaro Usa, che ha tutte le carte in regola per proseguire l’apprezzamento.
Focus sugli emerging market bond. Dopo aver ristrutturato i bilanci pubblici a partire dalla crisi asiatica del 1997, e forti della
crescente domanda di materie prime da parte della voracissima Cina seguita più a distanza dall’India, le obbligazioni sovrane emesse dai
mercati emergenti (principalmente Asia e America Latina) stanno affermandosi sempre di più nei portafogli degli investitori istituzionali.
A premiarli è l’attuale livello di affidabilità finanziaria raggiunto dai paesi emittenti, nonché l’effettiva diversificazione del rischio
offerta da questi bond, i cui movimenti di prezzo si presentano scarsamente correlati alla dinamica dei mercati obbligazionari dei paesi
sviluppati.
Vengono giudicate interessanti sia le emissioni in dollari Usa e sia quelle in valuta locale, che non di rado sono destinate ad
apprezzarsi. Più che sulle singole obbligazioni, di difficile valutazione per l’investitore, è consigliabile orientarsi su panieri che
comprendano una molteplicità di bond: per esempio l’Etf JP Morgan Emerging Market Bond emesso da iShares ed espresso in dollari, che
investe sui titoli governativi ricompresi nel paniere dell’omonimo indice di JP Morgan (il rendimento medio del paniere si attesta sull’
attuale livello del Btp decennale) e che stacca mensilmente la cedola. Oppure specifici fondi d’investimento e Sicav.
Azioni, le 13 promesse
Nonostante il panorama di piazza Affari si presenti al momento estremamente avaro in termini di appealing di singole azioni, è possibile
scovare alcuni titoli che hanno le carte in regole per recepire prontamente il momento del recupero, oil e lusso in testa. Per il resto,
più il fatturato è realizzato all’estero, senza escludere i paesi emergenti, meglio è.
La nostra selezione comprende Eni e Saipem nel settore oil e in quello estrattivo, Luxottica e Tod’s nel campo del made in Italy, Piaggio
nel segmento industriale e Campari nel comparto alimentare.
Guardare all'estero. L’alimentare è presente in forza anche nella selezione di azioni al di fuori di della piazza italiana (l’inglese
Diageo, la svizzera Nestlé e la ristorazione offerta dall’americana McDonald’s), oltre al tabacco (British American Tobacco), alla chimica
(la tedesca Basf) e alla tecnologia (l’americana Intel e la coreana Samsung).
Questa è la diversificazione settoriale implicita nella scelta delle azioni estere, dove il panorama è sicuramente più attraente rispetto a
quello di piazza Affari, per metà basata sulla prudenza (alimentari e tabacco sono infatti comparti difensivi, ovvero anticiclici) e per
metà orientata alla possibilità di cogliere le migliori opportunità sulle società più dipendenti dal ciclo economico, a maggior ragione
quando sono orientate verso i più tonici mercati emergenti. La diversificazione è anche per valuta: oltre all’euro (Basf), sono ampiamente
presenti il dollaro Usa (McDonald’s e Intel) e la sterlina britannica (Diageo e British American Tobacco), seguiti dal franco svizzero
(Nestlé) e dal won coreano (Samsung).
Indici e settori azionari
Che Wall Street goda di un maggiore stato di forza (migliore reattività al rialzo e più resistenza al ribasso) rispetto ai principali
listini internazionali, soprattutto europei, è un dato di fatto, grazie alla marcia in più derivante dai tassi di crescita dell’economia,
supportata strenuamente dalla politica monetaria della Federal Reserve, e dalla più elevata attitudine nel creare utili da parte delle
società statunitensi. Tra gli indici di Wall Street, quello tecnologico sintetizzato dal Nasdaq offre le migliori opportunità di guadagno:
l’investimento, esposto anche alla dinamica del cambio euro/dollaro che nel 2012 potrebbe rivelarsi profittevole, è attuabile tramite l’
acquisto di Etf (per esempio quello emesso da Amundi o da Lyxor sul Nasdaq 100), oppure attraverso il certificato d’investimento di tipo
benchmark emesso da Banca Imi con scadenza 18 dicembre 2015.
L’indice S&P500, punto di riferimento mondiale dei mercati azionari, è l’alternativa al Nasdaq: tutti i principali emittenti di Etf hanno
il loro prodotto sull’indice delle 500 blue chip Usa (iShares, Deutsche Bank, Credit Suiss, Amundi, Lyxor, dove il primo è mediamente il
più liquido), tra i quali Rbs offre lo stesso prodotto coperto dal rischio di cambio. Stesso discorso vale per i certificati d’investimento
(del tipo Open end di Unicredit o Benchmark di Banca Imi e Rbs), dove anche in questo caso Rbs offre la soluzione coperta da rischio di
cambio (del tipo Benchmark Quanto).
Brasile. Sfruttando l’onda lunga dei mondiali di calcio che si terranno in Brasile nel 2014, la piazza azionaria di San Paolo merita l’
attenzione dell’investitore, considerando anche che l’indice Bovespa si presenta di poco alle spalle di Wall Street come impostazione
grafica: l’impiego può avvenire tramite Etf (praticamente ogni emittente ne quota uno dedicato all’indice brasiliano o al relativo indice
Msci), oppure attraverso il certificate di tipo benchmark con scadenza l’8 giugno 2015 emesso da Rbs. Entrambe le soluzione implicano un’
esposizione verso la valuta locale, il real, che nel 2011 ha subito un lieve deprezzamento rispetto alla moneta unica dopo il forte
apprezzamento vissuto nel 2009.
Corea. Sia in termini di volatilità e sia in termini di rendimenti di medio termine l’indice Kospi, così come l’indice Msci Korea in valuta
locale, si posiziona su livelli particolarmente appetibili. Il cedimento del mercato durante la fase estiva, così come accaduto per tutte
le piazze mondiali, non ha compromesso tali caratteristiche, offrendo anzi nuove opportunità di acquisto. A piazza Affari sono quotati
quattro Etf dei principali emittenti sulla piazza coreana, tutti non coperti dal rischio di cambio con il won che, dopo il sensibile
rafforzamento contro euro registrato tra il marzo 2009 e il marzo 2010, ha trovato negli ultimi 18 mesi una sostanziale stabilizzazione.
Energie rinnovabili (acqua). I grafici relativi all’andamento in borsa di questo nuovo comparto non sono incoraggianti, fatta eccezione per
le quotazioni del segmento idrico che invece sfoggia una forma eccellente: l’investimento è agevolmente accessibile tramite tramite gli
Etf, i certificati d’investimento e i fondi o sicav specializzati. Nel primo caso si segnala l’Etf emesso da iShares sull’indice S&P
Global Water (relativo ai maggiori 50 produttori idrici), oppure l’Etf World Water di Lyxor sulle 20 principali società al mondo legate
all’acqua. Nel secondo caso il Theme certificates di Rbs sull’acqua (indice RBS Water Stoxx Usd total return index) con scadenza aprile
2016 e il certificato di tipo benchmark di Société générale sull’indice proprietario Wowax (world water index) con scadenza giugno 2016.
Social Network. La prossima quotazione in Borsa di Facebook, data tra aprile e giugno 2012 capitalizzando investimenti che potrebbero
raggiungere i 10 miliardi di dollari, espanderà significativamente questo settore portandolo all’attenzione degli investitori
istituzionali. In quest’ottica appare interessante il certificato di tipo benchmark di Société générale sull’indice Sonix (Solactive Social
Networks Index): lo strumento replica l’andamento di un basket che comprende 10 delle più importanti società quotate attive proprio nel
settore dei social network.
Settore estrattivo. Altrettanto interessante è l’investimento orientato alle società dedite all’estrazione dell’oro, i cui grafici di borsa
ne sono la testimonianza più trasparente. Operativamente la soluzione più agevole proviene dall’Etf “Market Access Amex Gold Bugs Index
Fund” emesso da Rbs, che replica l’omonimo indice composto dalle principali 15 società operanti nell’estrazione. L’Etf, quotato sul mercato
italiano, è esposto al rischio cambio euro/dollaro. (Riproduzione riservata)
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