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Solo Milano e Atene brillano con gli occhi addosso dell'Europa
Di Annalisa Vilardo
Gli indici del Vecchio Continente hanno rallentato il passo nel pomeriggio, dopo la smentita delle possibili dimissioni del premier Silvio Berlusconi. A Milano il Ftse Mib ha segnato un progresso dell'1,32% a 15.549 punti (in mattinata gli indici erano arrivati a guadagnare il 3%). Lo spread Btp/Bund è risalito a 487 punti base, in prossimità dei massimi di giornata nelle ultime battute della seduta di oggi, dopo aver toccato il record storico dall'introduzione dell'euro a 491 punti base.
Parigi ha perso lo 0,7% a 3.102 punti e Francoforte lo 0,7% a 5.925 punti. Anche l'indice Ftse 100 della Borsa di Londra si è confermato in territorio negativo con un calo dello 0,4% a 5.504 punti, in una giornata in cui i mercati hanno aspettato di capire come si evolverà la situazione politica in Grecia e in Italia.
I principali indici azionari statunitensi scambiano in calo (il Dow Jones perde lo 0,38% a 11.937 punti e il Nasdaq lo 0,94% a 2.661 punti) a dimostrazione che l'attenzione dei mercati è rivolta in questo momento principalmente all'Italia, la cui incerta situazione politica ha alimentato le tensioni sui mercati.
La Borsa di Atene ha chiuso le contrattazioni in rialzo dell'1,39%, all'indomani dell'accordo concluso in extremis per realizzare un Governo di unità nazionale tra i socialisti al potere e l'opposizione di destra, dopo le dimissioni di Papandreou. Il nuovo esecutivo cercherà di realizzare il piano di salvataggio richiesto dalle autorità internazionali per sbloccare il pacchetto di aiuti da 8 miliardi e per scongiurare la prospettiva di un fallimento.
“Il nuovo Governo di unità nazionale" di cui la Grecia si doterà a breve "prova l'impegno e la capacità del Paese nell'attuare l'accordo" del 27 ottobre, ha dichiarato il ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos, prima di incontrare il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker. Il vertice dei ministri delle Finanze dell'area euro è iniziato alle 17.
E' in corso anche un'altra riunione, in Italia, nell'Aula della Camera, per affrontare la discussione generale sul disegno di legge con il rendiconto dello Stato 2010. E' la nuova versione del provvedimento, già approvata dal Senato, varata dal Governo dopo che il provvedimento originario era stato bocciato dalla Camera l'11 ottobre.
Il Ddl si avvia verso il voto dell'Assemblea di Montecitorio, in programma nel pomeriggio di martedì, mentre il Governo e la maggioranza appaiono sempre più in difficoltà, fra deputati che hanno abbandonato il Pdl e altri che potrebbero farlo a breve. Domani mattina alle 11 i capigruppo dell'opposizione si riuniranno per decidere che linea tenere nelle votazioni. La mancata approvazione del Ddl di rendiconto ha finora tenuto bloccato anche l'assestamento del bilancio 2011 (all'ordine del giorno subito dopo).
A piazza Affari sul paniere principale hanno brillato i bancari. Bene soprattutto Mediobanca (+5,36% a 5,70 euro), seguita da Unicredit (+1,87% a 0,79 euro), Intesa Sanpaolo (+2,84% a 1,16 euro) e Banco Popolare (+2,22% a 1,01 euro). Da segnalare anche Bpm (+0,41% a 0,36 euro), che è passata in territorio positivo a fine seduta. "Un recupero dopo i recenti cali è fisiologico", ha commentato un trader, evidenziando anche l'ottima performance dei diritti (+6%). In rosso invece Mps (-4,28% a 0,29 euro), maglia nera del Ftse Mib.
Tra le altre blue chip in luce Fiat (+2,90% a 4,26 euro), Fiat Industrial (+2,15% a 6,41 euro) e Tenaris (+2,47% a 12,84 euro). Il cda di Ferrari (gruppo Fiat) ha esaminato i risultati dei primi nove mesi dell'anno che hanno mostrato in particolare un flusso di cassa industriale a livelli record di 240 milioni di euro prima della distribuzione dei dividendi e dopo aver aumentato del 5% a 211 milioni gli investimenti e le spese in Ricerca & Sviluppo.
Il fatturato ha raggiunto la soglia record nei primi nove mesi dell’anno di 1,605 miliardi (+18,9%), mentre le vetture consegnate alla rete sono state 5.165 (+12,3%). Le vendite nei diversi mercati hanno confermato la crescita degli Stati Uniti (inclusi Canada e Csa) con un +14,5% a 1.436 vetture consegnate, mentre la Grande Cina (Cina, Taiwan e Hong Kong) ha superato le 500 vetture raggiungendo quota 542 unità e posizionandosi ormai stabilmente come secondo mercato mondiale per la casa emiliana.
In crescita anche il Medio Oriente con un +23% e l'Australia con un +17%. In Europa sono risultati buoni i dati della Germania, con un +15,1% a 503 vetture, e la Gran Bretagna con un +21% a 384. Al 30 settembre la posizione finanziaria netta è risultata positiva per 669 milioni, confermando la "grande capacità della Ferrari di autofinanziarsi". I primi nove mesi sono stati chiusi con un utile della gestione ordinaria di 212 milioni di euro (+10,9%). Il cda ha poi preso atto della decisione di Sergio Pininfarina di lasciare il consiglio per motivi personali e ha cooptato Richard Keith Palmer, cfo di Fiat spa e Chrysler.
Ha resistito tra i media Mediaset (+0,08% a 2,58 euro), dopo le voci sulle dimissioni di Berlusconi. S&P Equity Research ha portato la raccomandazione sul titolo da sell a strong sell, confermando il target price a 2 euro. "Crediamo ci sia un significativo rischio di un taglio del dividendo alla luce del peggioramento della situazione economica in Italia e Spagna", hanno affermato gli esperti, citando poi l'incertezza su Endemol.
"Crediamo che il debito netto del gruppo a 1,6 miliardi di euro non gli consenta molta flessibilità per affrontare da un lato la questione Endemol, dall'altro una politica del dividendo molto generosa. Inoltre, vediamo rischi seri nel 2012 per via di un contesto politico più avverso in Italia nei confronti di Mediaset, abbinato a un'economia stagnante sia in Italia sia in Spagna", hanno concluso gli analisti.
Tra i titoli minori, sprint per Ternienergia (+3,04% a 2,71 euro), dopo il rilascio dei conti positivi. L'utile netto al 30 settembre è salito a 7,8 milioni di euro (+18% anno su anno).
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