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Autore Discussione: Ida Rotano, Vendola si appella a Pd e Idv: archiviare Vasto sarebbe un delitto  (Letto 2156 volte)
Admin
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« inserito:: Novembre 19, 2011, 12:12:04 pm »

Ida Rotano,   

17 novembre 2011, 21:20


Vendola si appella a Pd e Idv: archiviare Vasto sarebbe un delitto     

Il leader di Sel non nasconde le preoccupazioni: da una parte c'è la delusione per la ricetta di rilancio esposta dal neo premier Mario Monti, dall'altra pesa il timore che il patto di Vasto con Antonio Di Pietro e Pierluigi Bersani - che alla lunga potrebbe essere indebolito all'interno del Pd per il rafforzamento dell'asse ex Margherita - venga buttato a mare


L'incognita c'è tutta. Il governo dei tecnici salverà probabilmente il paese ma dopo il suo passaggio, che probabilmente arriverà al 2013, nulla tra le forze politiche, sarà come prima. Ed è difficile prevederne ad oggi gli sviluppi futuri, soprattutto per chi, in assenza di parlamentari, rischia nei fatti di poter incidere poco e dunque di restare fuori dalla partita.
E' questa la preoccupazione che in queste ore impegna il leader di Sel Nichi Vendola. Senza la speranza del voto anticipato e delle primarie di coalizione che indiscutibilmente lo avrebbero visto tra i protagonisti dell'alternativa al governo Berlusconi, in queste ultime ore si è rinforzato il sostegno del centrosinistra, in primis del Partito democratico, al governo Monti. Il timore è che i Democratici, oggi vicini al Terzo Polo, si allontanino dalla sinistra. E il patto di Vasto?

Il nuovo Ulivo sembra essere stato derubricato dalla lista delle priorità.
Mentre Di Pietro è rientrato in carreggiata e ha promesso (con tutti i vari distinguo) l'appoggio a Monti rinsaldando il legame con i Democratici, il sindaco di Napoli De Magistris indossa la maschera dei "draghi" ribelli e promuove gli studenti a "maestri" per la creazione di un'altra Italia.
Anche Bersani ha i suoi grattacapi: il segretario del Pd ha infatti apprezzato la "svolta" rappresentata dallo stile di Monti, ma se sulle pensioni il percorso delineato sembra digeribile per il Pd, sul mercato del lavoro Monti ha sposato, di fatto, la 'flexsecurity' di Pietro Ichino, che i democratici avevano messo in minoranza alla conferenza del lavoro di Genova dello scorso luglio.

In questo bailamme Vendola è all'angolo. Estraneo dal dibattito parlamentare, inutile nelle dinamiche di coalizione e solitario (a sinistra) a chiedere le urne. E per la verità sembra che - almeno a leggere i commenti al suo post anti-Monti su Facebook, anche molti supporter iniziano a voltargli le spalle o quantomeno a criticarlo apertamente. "Oggi è il tempo della quaresima tecnocratica - ha spiegato il leader del Sel - prima o poi dovrà risorgere la politica, noi vogliamo farla risorgere". Il rischio vero è che col passare del tempo "la parola crisi e la parola destra si separeranno".
"Oggi - ha continuato Vendola - se si votasse, sarebbe netto il giudizio sulle responsabilità della destra nella crisi, domani non si sa". Proprio per questa, a detta del governatore della Puglia, "Berlusconi sta parlando molte lingue e sarà sempre mutante con i suoi. Da quando si è dimesso ha cambiato faccia - ha concluso - dal verdastro alla faccia di colui che sa di poter staccare la spina".

Nato il governo Monti verso il quale il Sel si è da subito posto in maniera piuttosto critica, il governatore della Puglia tenta così di agganciare gli alleati al patto siglato in Abruzzo durante la festa nazionale di Sel.
Oggi Nichi ha commentato l'intervento di Mario Monti al Senato con la presentazione del suo programma di governo nel corso di un incontro con la stampa durante la direzione del suo partito: "Avevamo aperto credito nei confronti del governo Monti apprezzandone il livello e la scelta di alcuni ministri. Le sue dichiarazioni programmatiche ci hanno invece delusi".
Il leader di Sel apre comunque il suo intervento con l'apprezzamento per il fatto che "festeggiamo oggi la fine di uno stile, quello stile commercial-pornografico che ha segnato la stagione berlusconiana". Il giudizio sostanzialmente negativo nasce dal fatto che "le dichiarazioni programmatiche di Monti rappresentano un profilo politico conservatore e anche un elemento di continuità con le politiche economiche e sociali del governo Berlusconi". "Francamente ci aspettavamo di più per un'Italia che cade sotto i colpi del fango e della povertà".
Dunque per Vendola il nuovo esecutivo si delinea in continuità con le linee fissate dal governo Berlusconi: "Nel discorso programmatico del premier è rimasta un'ipoteca sulla domanda di cambiamento che viene del Paese. In realtà la bussola che guida Monti è la lettera di Berlusconi alla Bce che si richiama - spiega - ad ulteriori tagli della spesa sociale".

La preoccupazione di Vendola è però quella di evitare l'isolamento e dunque eccolo spiegare che la bocciatura netta di Monti non deve rappresentare un motivo di frizione rispetto al Pd e all'Idv: "Non è pensabile - spiega - che venga strappata la foto di Vasto che sancisce l'alleanza con Di Pietro e Bersani". Un alleanza che Vendola conferma partendo dal presupposto che "quello che manca in Italia è la sinistra. Lavoreremo verso la costruzione di questo soggetto e soprattutto per cercare di rendere percepibili dalla gente le proposte di una coalizione per l'alternativa di governo. Se si può fare una critica - conclude - alla fotografia di Vasto è che è arrivata troppo tardi".

da - http://www.paneacqua.eu/notizia.php?id=19083
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