5/8/2011
Trichet le riforme e gli aiuti
NEIL UNMACK*
La Banca Centrale Europea sta facendo orecchie da mercante alla proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze italiano di acquistare le obbligazioni del Paese. Con un ulteriore affronto, la banca centrale ha ripreso il suo programma di acquisto di obbligazioni ma a quanto pare solo per i titoli irlandesi e portoghesi. Il severo atteggiamento di Trichet è corretto: l’Italia deve mostrare di essere pronta a riformare prima di chiedere aiuti.
Quando il presidente della Bce Jean-Claude Trichet parla, l’area euro ascolta.
Tranne a Roma, dove il ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti ha indetto una conferenza stampa contemporaneamente all’usuale conferenza stampa mensile di Trichet per rimproverare la Bce di non voler acquistare le obbligazioni italiane. Tremonti sosteneva che sarebbe stato difficile convincere gli investitori asiatici ad acquistare le obbligazioni italiane se non lo avesse fatto la banca centrale stessa.
La contemporanea dichiarazione di Trichet potrebbe essere interpretata come una risposta.
La Bce ha cominciato ad acquistare titoli di Stato, ma soltanto quelli del Portogallo e dell’Irlanda e non quelli dell’Italia (o della Spagna). A quel punto, i rendimenti obbligazionari italiani a dieci anni sono aumentati di oltre 20 punti base, arrivando al 6,23 per cento circa, in rialzo di oltre un punto percentuale dall’inizio di luglio.
Tremonti non sarà l’unico deluso dagli interventi della Bce.
I trader obbligazionari erano andati alla ricerca dei rendimenti italiani tutto il giorno, ansiosi di usufruire di un regalo finanziato dalla banca centrale. I commentatori hanno chiesto un intervento più aggressivo da parte della Bce per impedire che la crisi dell’area euro travolga l’Italia, un Paese da molti ritenuto troppo grande per essere salvato e per fallire.
Ma la Bce non sta perdendo tempo mentre accade il peggio.
Ha anche reagito all’aumento delle tensioni sui mercati monetari creando un fondo di liquidità illimitata di sei mesi ed estendendo almeno fino alla fine dell’anno le sue attuali misure «non convenzionali» (fondi a un mese e a tre mesi). Questo dovrebbe contribuire a evitare un disastro sistemico e a mantenere fluido il credito alle banche più in difficoltà dell’area euro. Le aiuterà anche a continuare ad acquistare il loro debito pubblico.
La riluttanza della Bce ad acquistare le obbligazioni italiane, almeno per il momento, non è una notizia negativa per l’Italia.
Il Paese ha bisogno di attuare riforme più rapide e profonde per convincere i mercati che è in grado di gestire il suo onere del debito che ammonta ora al 120 per cento del Pil. Il discorso del 3 agosto di Silvio Berlusconi alla nazione ha mostrato che l’attuale governo non ha ancora preso il toro per le corna. Berlusconi è stato troppo rapido ad accusare i mercati internazionali per i problemi nazionali dell’Italia. Qualche altra settimana di elevati rendimenti dei titoli di Stato italiani potrebbe stimolare la sua fermezza o quella dei suoi elettori.
*Breakingviews columnist
[Traduzione a cura del gruppo Logos]
da -
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